Pablo Picasso
il padre del cubismo
Pablo
Picasso y Ruiz è nato a Malaga il 25 ottobre 1881 da José Ruiz Blasco e
da Maria Picasso y Lopez.
Dal padre, professore di disegno alla Escuela des Artes
Oficios di Malaga, Picasso trasse i primi insegnamenti; dalla madre, di
origine italiana, derivò il cognome facendo decadere quello del padre ma
soprattutto ereditò quella inquietudine e quella energia vulcanica, caratteristiche
del suo comportamento.
Misterioso e singolare come la sua nascita quando, creduto
nato morto, il suo corpicino fu lasciato su un tavolo da ospedale e rianimato
da uno zio medico, Picasso frequentò la scuola perché non poteva esimersi
dal farlo; in età adulta, infatti, sosterrà più volte di aver perduto soltanto
tempo con lo studio scolastico, inefficiente ed inutile dal punto di vista
formativo.
Nelle sue mani un’innata facilità di dipingere, tanto
da comporre all’età di otto anni un quadro raffigurante la corrida ricco
di un talento non comune per la sua giovane età e a quindici anni il ritratto
della madre ricco di espressione e comunicazione.
Sotto la guida del padre imparò e perfezionò le tecniche
del disegno, studiò i maestri della pittura spagnola: Velazquez, Goya, Zurbaran
e, a partire dal 1895, anno in cui la famiglia Picasso si trasferì a Barcellona,
iniziò la vera carriera artistica.
Del primo anno di studi all’Accademia La Lonja di Barcellona
è la giovanile (appena sedici anni) opera Scienza e carità eseguita
nel 1896-97 secondo le rigorose esigenze del "saggio" accademico ma lavoro
degno di un vero maestro, ora vanto del Museo Picasso di Barcellona.
Nel 1897 si legò all’ambiente artistico-letterario del
caffè-cabaret Els Quatre Gats (che accolse poi nel 1900, la sua prima
mostra personale di ritratti) e iniziò a svolgere attività di illustratore
per alcune riviste; nel medesimo anno frequentò l’Accademia di Madrid e
compì il suo primo viaggio a Parigi.
Nei quattro anni successivi l’artista bruciò le tappe
della sua formazione e condusse a fondo le prime e positive esperienze artistiche
operando, già con individuabili caratteri personali, nel filone del realismo
spagnolo, il superamento del quale si attuò con il secondo viaggio a Parigi,
nel 1901, anno in cui tenne la sua prima personale con pitture ispirate
ad aspetti della condizione umana, alla cui resa drammatica contribuirono
ricordi di Spagna e l’essenzialità di visione di Toulouse-Lautrec.
Genio in pittura ma avido e arido negli affetti pur se
amante di tutto quello che la vita può donare, contornato da belle donne
disposte a toglierli quel velo di tristezza negli occhi che lo rendeva intrigante
ed accattivante ai loro istinti materni, senza concedere amore fedele e
senza avere pietà di offendere le persone care, Picasso amava farsi beffe
del mondo sicuro della sua incomparabile importanza.
Nel rappresentare la tristezza, la miseria, la povertà
e la solitudine dell’uomo, temi a lui cari quegli anni, ricorse all’uso
di una contenuta monocromia azzurra che ben si adattava alle sue dolenti
e malinconiche immagini e che caratterizzava quello che fu definito il "periodo
blu", protrattosi fino alla primavera del 1904.
Le opere di questo momento si distinsero, oltre che per
il colore livido e freddo, anche per il disegno più controllato e sicuro
e per la semplificazione delle forme, ne sono indicativi esempi: Ritratto
di Jaime Sabartés (1901); La Bevitrice d’assenzio (1901).
Alla fine del 1902, Picasso ritornò per la terza volta
a Parigi, esponendo da Berte Weill e da Ambroise Vollard; la sua pittura
è sempre più malinconica, i soggetti esprimono sofferenza e dolore e il
colore blu si fa sempre più cupo; il tutto quasi a voler rappresentare il
suo stato d’animo quando si chiude a dipingere fra quattro pareti di una
stanza sordida e angusta, assorto nei suoi pensieri, immerso nel silenzio.
All’inizio del 1903 Picasso lavorò a Barcellona, in questo
periodo la produzione di capolavori (oli, acqueforti, pastelli, acquerelli)
fu la più prolifica e più bella del "periodo blu"; emergono Il vecchio
cieco e ragazzo (1903) e Il vecchio chitarrista cieco (1903)
dove il ricordo più forte di El Greco dissipa ogni influenza di Toulouse-Lautrec.
Nella primavera del 1904 l’artista lasciò la Spagna per
trasferirsi definitivamente a Parigi, a Montmartre, nell’edificio divenuto
poi famoso come Bateau Lavoir, dove fu attivo uno dei primi gruppi del cubismo.
Molti personaggi estrosi, eccentrici e squattrinati frequentavano
il Bateau Lavoir, oltre a Picasso, i pittori Zuloaga e Ricardo Canals, lo
scultore Manuel Hugué, detto Manolo e la nuova amica-amante di Picasso Fernande
Olivier per la quale l’artista nutriva una tormentata gelosia che lo rendeva
ancor più tenebroso nel carattere; più tardi alla insolita e stravagante
compagnia si unirà anche lo scrittore Guillaume Apollinaire, il russo Schukin
e l’amico di vecchia data Max Jacob; successivamente faranno parte della
combriccola anche Gertrude e il fratello di lei Leo Stein.
La vita di Picasso e quella dei suoi singolari amici
trascorrevano tra molti stenti da una bettola all’altra alla disperata ricerca
di un pasto caldo per pochissimi centesimi.
L’incontro con gli americani Geltrude e Leo Stein, che
acquisteranno opere per un importo di 800 franchi, darà il via ad un sodalizio
che durerà diversi anni e consentirà una tregua alle sue tribolazioni.
Il mondo del circo (in particolare quello offerto dall’allora
famoso Circo Medrano) fu tema ricorrente della maggior parte delle opere
di quegli anni: saltimbanchi, giocolieri, acrobati, e arlecchini sono un
po’ i fantasmi delle sue immagini pittoriche "azzurre" e di quelle successive
realizzate con quel morbido color carnicino che caratterizzò, tra il 1905
e il 1906, il "periodo rosa" Famiglia di acrobati con scimmia, (1905);
La toilette, (1906), contraddistinto da linee più delicate, modellate,
dolci che esprimono un lirismo plasticamente organizzato.
A questa trasformazione non fu estraneo l’influsso della
scultura; essa, infatti, si realizzò dopo il viaggio dell’artista in Olanda,
a Schooridam nell’estate del 1905, dove ebbe contatti con lo scultore Tom
Schilperoot, contatti che sono anche all’origine della prima autentica prova
scultorea Il buffone, (1905).
Nella gamma dei suoi toni rosati, particolari effetti
plastici emergono in numerosi dipinti di questo periodo, tra cui I saltimbanchi
e la Fillette à la boule, ambedue eseguiti nel 1905.
Se l’incontro con Matisse nel 1906 parve caricare la
componente emozionale sulla spinta della pittura esaltante dei fauves,
questa si placò in breve tempo, durante il soggiorno dell’artista in Spagna,
dove fu piuttosto sensibile a sollecitazioni della primitiva scultura iberica:
ne fa fede la concisa e plastica immagine del Ritratto di Gertrude Stein
(1906), dove interviene una sottile ma decisa riflessione critica sulla
ricerca di resa di valori plastici e del colore.
Il "periodo rosa" fu una linea vincente che piacque e
convinse il pubblico che apprezzò subito questo nuovo modo di rappresentazione
artistica ingentilita ma, Picasso, non fu dello stesso convincimento ed
invece di perseverare su questo stile, concluse repentinamente il "periodo
rosa" con poche opere immediatamente successive e introdusse i primi cenni
della fase cubista.
Nel 1907, anno di incontro con Daniel Henry Kahnweiler,
Braque e Derain, l’artista realizzò, dopo meditata e laboriosa preparazione,
il famoso dipinto Les demoiselles d’Avignon vessillo del nascente
cubismo e opera decisiva per le future sorti dello svolgimento dell’arte
moderna.
Il quadro, molto discusso e ritenuto irriverente anche
dai suoi stessi amici più cari come Matisse che lo considerò un oltraggio
così forte all’arte tanto da prendere le distanze da Picasso anche dal punto
di vista dell’amicizia, come Gertrude e Leo Stein che, visto il quadro,
per la prima volta ebbero manifestazioni di scherno, come Apollinaire che
rimase sconcertato, …, solo Kahnweiler apprezzò la novità nella precisa
convinzione che quel dipinto sarebbe stato il propulsore di un imminente
cambiamento.
Il quadro è ambientato in una "casa d’appuntamenti" dove,
cinque fanciulle di piacere, completamente nude, sono rappresentate in una
nuova struttura del corpo umano, con forme quasi geometriche, spigolose
e contorte; i volti sembrano non appartenere ai corpi sui quali sono collocati:
uno di essi sembra derivare per forma e colore da un dipinto egiziano, due
sembrano prelevati da mascheroni africani (risentendo del fascino dell’arte
africana scoperta nello stesso anno al Musée de l’Homme) e due presentano
caratteristiche infantili, scialbe e inespressive, con i contorni degli
occhi molto evidenziati.
Il dipinto nacque nell’anno in cui si tenne a Parigi
la grande retrospettiva di Cèzanne, morto nel 1906, la cui opera segnò il
punto in cui si incontravano e si dipartivano le passate esperienze dell’impressionismo
e quelle nascenti del cubismo, le quali si alimentavano anche delle scoperte
della scultura negra, del ricordo dell’arte romanica catalana e, ancora,
della scultura iberica e della pittura di El Greco.
Questo breve periodo, conosciuto sotto il nome di "periodo
negro" o "protocubista", era concentrato sulla ricerca di una nuova struttura
del corpo umano dove le figure apparivano come scolpite piuttosto che dipinte,
i volti raffigurati come maschere tribali, i corpi ricavati dal legno e
le figure, aggrovigliate, sembrano creare un unico corpo.
Tra il 1907 e il 1908, Picasso visse l’intenso travaglio
e la ribellione da cui scaturì il tracciato di tutta l’arte moderna; tale
travaglio fu strettamente condiviso con Braque con il quale lavorò intensamente
per trovare la soluzione al problema della terza dimensione e riportare
alla superficie piana della tela, lo spazio.
Le tappe di questa ricerca sono segnate nella resa volumetrica
dei geometrici e sfaccettati paesaggi eseguiti da Picasso nell’estate 1908
alla Rue des Bois, dai quali emergono non pochi punti di contatto con la
libera e pura espressione della pittura di altissimo valore poetico e decorativo
di Henry Rousseau – detto il Doganiere - così ben innestata dall’artista
nella rigorosa organizzazione architettonica desunta dalla lezione cézanniana
(Tre donne e La Driade entrambi del 1908).
Compaiono così i primi paesaggi in cui i piani di superficie
si sottraggono dalla prospettiva tradizionale, incorporandosi l’uno nell’altro
e il colore dominante, in un primo approccio, è il verde sostituito da un
colore più caldo, nelle varie sfumature dell’arancio e del marrone, in un
momento successivo.
Già utilizzato da Cézanne, questo procedimento consiste
nel concepire le forme attraverso piani colorati, non delimitati, come se
scivolassero gli uni dentro gli altri e mostrando tutti i lati dell’oggetto
rappresentato; la superficie spezzata in piani e la ricerca della terza
dimensione saranno i capisaldi per la rappresentazione della figura umana
del futuro.
I primi ed autentici paesaggi cubisti dalla iniziale
fase analitica furono quelli eseguiti da Picasso nell’estate del 1909 a
Horta de Hebro (Fabbrica a Horta de Hebro)) in cui il frantumato
spezzettamento degli angoli visivi (Ritratto di D. H. Kabnweiler)
fino alla totale deflagrazione raggiunta negli anni 1911-12 (Donna con
chitarra, ma jolie), epoca in cui l’artista, nel suo soggiorno a Céret
(altro luogo fondamentale per la storia del cubismo), ebbe il momento di
maggiore contatto con la pittura di Braque, che di quel movimento fu il
teorico più convinto, rappresentarono la vera novità sia nel campo pittorico
e sia in tutte le altre forme di espressione artistica, dal cinema all’architettura,
dalla scultura alla letteratura.
L’artista introdusse, poi, elementi nuovi nella sua pittura,
ben riconoscibili: bottiglie, carte da gioco e strumenti musicali come se
volesse concedere un aiuto a comprendere l’opera e, successivamente, l’inclusione
di lettere, parole, frasi quasi a voler comunicare il riferimento al mondo
dei giornali, dei manifesti.
Dopo una mostra cubista in Germania nel 1910, Picasso,
l’anno successivo tenne la sua prima personale negli Stati Uniti (nello
stesso anno Kahnweiller pubblicò il libro di Max Jacob Sain-Matorel
con incisioni di Picasso); la mostra non andò bene, il suo stile così rivoluzionario
fu molto criticato suscitando in alcuni, stupore e curiosità, ai più ira
e indignazione.
A quelle provocazioni e a quegli scandali l’artista reagì
con novità incessanti, spiazzando tutti con la disgregazione della bellezza
tradizionale costruendo figure nuove, aggressive, inquietanti, trasgressive
donando una nuova immagine alla nostra epoca.
Questo suo percorso creativo e questa sua genialità che
rivoluzionò l’arte del ventesimo secolo non si rispecchiò nella sua vita
di uomo dove si rivelò persona insensibile, sprezzante e di poco stile;
era l’anno 1911 quando con Apollinaire fu sospettato, a torto, del furto
del famosissimo quadro della "Gioconda" al Louvre; Apollinaire fu arrestato
e per alcune settimane subì l’affronto della prigione forse anche per il
tradimento di Picasso che, per timore di essere lui stesso imprigionato,
negò spudoratamente, davanti al giudice, di averlo mai conosciuto malgrado
fosse suo compagno di quasi tutte le sere.
Analogo episodio di tradimento si verificò anni dopo
nel 1938, quando nel novembre dello stesso anno lo scrittore, fondatore
del movimento letterario futurista Filippo Tommaso Marinetti, Picasso ed
altri amici si ritrovarono sulla tomba di Apollinaire, nel cimitero di Parigi,
e Picasso si rifiutò, davanti agli amici, di stringere la mano a Marinetti,
perché fascista e molto vicino a Mussolini, quando in altre occasioni Marinetti,
Picasso e l’amica-compagna Fernande Olivier avevano conversato amichevolmente
senza che l’influenza politica intaccasse la conversazione.
Se del suo comportamento di artista occorre esprimere
il più alto livello di considerazione, del pari non si può dire del suo
comportamento di uomo meritevole di biasimo per il contegno verso gli amici
e verso le donne; valga qualche esempio:di un quadro regalatogli da Modiglioni,
ne riutilizzò la tela dipingendovi sopra; troppo sensibile al fascino femminile,
insidiava le donne dei suoi amici fino a convincerle ai suoi desideri per
poi trattarle con noncuranza e scarsa considerazione.
Nel 1912 fu attivo ad Avignone, a Céret e poi a Sorgues,
dove ancora a stretto contatto con Braque, diede vita alle maggiori opere
cubiste iniziando il "collage" (Natura morta con sedia impagliata,
1912), invenzione che, accanto a quella del papier collé di Braque,
ebbe importanti conseguenze nello sviluppo dell’arte dadaista (negazione
di tutti i valori razionali ed esaltazione degli atti più gratuiti e arbitrari
di un individuo) e poi surrealista.
L’interesse nuovo per l’oggetto banale appare esemplificato
da Picasso nella concreta trasposizione plastica della pittura cubista realizzata
nell’opera in lamiera Chitarra (1912) e negli anni 1913-14, segnati
ancora da soggiorni di Picasso a Céret e ad Avignone in compagnia di Braque,
Derai e J. Gris, grazie al collage, si attuò il passaggio al cubismo
sintetico per cui ogni oggetto tese ad essere ricostruito in piani semplificati,
disposti casualmente.
Le costruzioni cubiste realizzate con materiali poveri
come latta, cartone, legno non raggiunsero l’effetto desiderato e quando
Apollinaire, sulla sua rivista, pubblicò le opere di Picasso la reazione
degli abbonati fu eclatante: annullarono l’abbonamento.
Opere significative di quegli anni sono: Foglio di
musica e chitarra (1912), Donna in poltrona davanti al caminetto
(1914), Bicchiere di assenzio (1914, scultura policroma), e Arlecchino
(1915).
Al cambiamento di stile corrispose anche un cambiamento
di vita di Picasso che, grazie agli elogi letterari al movimento cubista
da parte di Apollinaire (diventato appassionato commentatore dello stile
cubista) e ad una serie di mostre in Europa e in America divenne celebre
al pubblico internazionale e cambiò anche modella e compagna di vita; il
suo nome era Eva Gouel, affascinante compagna del pittore e amico Louis
Markus, incontrata in casa di Gertrude e Leo Stein; Fernande, per incompatibilità
di carattere, ormai era dimenticata.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il compagno
di Picasso, Braque partirà per il fronte ritornerà ferito alla testa; i
postumi delle ferite renderanno l’amico diverso; anche Apollinaire partirà
per il fronte ed anche lui ritornerà ferito alla testa e dopo una lunga
convalescenza morirà di febbre spagnola.
Anche Eva Gouel, ammalata di tubercolosi, nel 1915, lascerà
solo Picasso che entrerà in una crisi profonda oltre che introspettiva anche
artistica.
L’incontro di Picasso con Jean Cocteau e l’attività nel
campo teatrale (costumi e bozzetti per gli spettacoli della compagnia dei
Balletti Russi di Djagilev: Parade, Tricorne, Pulcinella,
ecc) furono motivo di "distrazione" ma anche di rinnovamento per l’artista,
che pur legato alla tematica cubista alla quale si ispirò fino al 1925 seppe
riscoprire l’antichità classica e il Rinascimento italiano (nel 1917 soggiornò
a Roma, Napoli, Pompei, Firenze), dando della prima una trascrizione in
chiave ironica con Tre donne alla fontana (1921), di poco posteriore
a quello che venne considerato il suo fondamentale documento del cubismo
sintetico, cioè I tre musicanti, eseguito nello stesso 1921. Nella
compagnia di Cocteau, Picasso incontrerà la ballerina russa Olga Kokhlova
che sposerà il 12 luglio 1918 davanti ai testimoni e amici Max Jacob, Apollinaire
(morirà dopo pochi mesi) e Cocteau; dalla unione nascerà nel febbraio del
1921 il primo e unico figlio legittimo Paulo.
A partire dal 1919 eseguirà molti ritratti alternando
opere a soggetto realistico con altre di netta ispirazione cubista.
Nel 1925, esaurita la vena cubista, Picasso approdò al
surrealismo (La Danza, 1925), complice il padre spirituale del surrealismo
André Breton.
I volti verranno dipinti come visti contemporaneamente
da più angoli prospettici, le teste risulteranno deformate e gli occhi,
il naso, la bocca, le orecchie, …saranno distribuiti sui volti delle figure
senza tener conto del loro ordine naturale.
L’immagine di insieme risultava mostruosa ma c’era, all’epoca,
chi, aveva giurato di essere in grado di riconoscere la persona raffigurata.
Le esperienze successive dell’artista, dalle piccole
composizioni di acceso cromatismo eseguite nel 1928 a Dinard fino alle creazioni
del cosiddetto "periodo dei mostri" (Donna in riva al mare, 1930),
costituirono imprevedibili superamenti di un linguaggio artistico destinato
ad un rinnovo continuo quale punto di riferimento e di aggiornamento per
l’arte moderna mondiale.
Alla ricchezza cromatica corrisponderà una sempre più
approfondita semplificazione formale che meglio si evidenzierà nell’opera
grafica (acqueforti per le Metamorfosi di Ovidio e per la serie della
tauromachia con riferimenti alla figura mitologica del Minotauro) e nella
scultura (Testa di donna, 1932, collezione Picasso), attuata sul
movente del ricupero della forma secondo il suggerimento del modello classico
(Musa, 1935).
I riconoscimenti all’artista in questo periodo appariranno
unanimi e incondizionati attraverso il successo delle mostre tenute a Parigi
e nei maggiori centri europei compresa la Spagna, dove egli nel 1934 soggiornò
riprendendo il prediletto tema della corrida (Corrida, 1934).
Il matrimonio con la moglie Olga era ormai in crisi da
tempo; nel 1932 Picasso incontrerà Marie-Thérèse Walter che dapprima sua
modella, ne diventerà l’amante donandogli una figlia Maria Concepcion, detta
Maia.
L’amore di Picasso per Marie-Thérèse si affievolirà quando
nell’estate del 1936 all’artista verrà presentata Dora Maar, giovane e bella
fotografa, elegante, sofisticata, dal temperamento forte e indipendente
che in pochi giorni diventerà la modella preferita e la sua amante.
Dopo la parentesi surrealista Picasso farà emergere in
tutta pienezza di segno e di colore il suo fondo espressionista con il capolavoro,
riassuntivo della moderna interpretazione degli orrori della guerra, di
Guernica (1937), piccolo villaggio basco raso al suolo dai bombardieri
tedeschi nelle ore in cui le strade del piccolo borgo erano più affollate.
L’angoscia e la disperazione che assalì l’artista sfogarono
in una frenetica pittura tendente a denunciare l’orrore della guerra, la
distruzione e la sofferenza che ne consegue.
Tragica immagine dei massacri della guerra civile, questo
quadro, quasi monocromo, dove ogni figura è innalzata al rango di simbolo,
fu frutto di un centinaio di studi preparatori.
Il quadro, di quasi tre metri e mezzo per otto metri,
diventò il simbolo della protesta universale contro la guerra e per Picasso
fu l’occasione per affrontare un tema politico e, quando la guerra civile
fu vinta dai fedeli di Franco, l’artista affidò l’opera al Museum of Modern
Art di New York "…fino a che in Spagna non fosse tornata la democrazia".
All’esasperato espressionismo di Guernica si ispirarono
molte altre opere dell’artista, fino a quell’apertura di paesaggio "magico"
della Pesca notturna ad Antibes (1939), omaggio alla pace perduta.
Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, durante il
quale fu attivo a Parigi, Picasso scrisse un lavoro teatrale (Le désir
attrappé par la queue) rappresentato nel 1944, anno in cui l’artista
aderì al partito comunista.
Un’altra donna, nel frattempo, entrava nella vita di
Picasso, era Françoise Gilot che il 15 maggio 1947 gli regalerà un figlio,
Claude e il 19 aprile 1949 una figlia, Paloma.
Infaticabile lavoratore, terrà una grande mostra nel
1945 al Victoria and Albert Museum di Londra; nel medesimo anno verrà fondato
ad Antibes il Museo Picasso nel palazzo appartenuto alla nobile famiglia
genovese dei Grimaldi.
Negli anni del dopoguerra l’attività di Picasso si esplicò
in molteplici settori; in particolare una serie di sculture di grande formato,
parecchie delle quali realizzate assemblando diversi oggetti (manichino,
cartone ondulato, sella di bicicletta, manubrio, …) che preannunceranno
gli assemblaggi del Nouveau Réalisme di Arman e César di fine degli anni
Cinquanta (Testa di toro, Donna con veste lunga).
Oltre alla numerosa produzione litografica degli anni
1945-46, particolarmente copiosa e intensa fu la sua opera di ceramista,
iniziata a Vallauris nel 1947, che lo portò a modellare centinaia di pezzi
estrosi nella forma e nella decorazione: stravaganti vasi a forma di testa,
curiose bottiglie a forma di donna, animali vari (soprattutto civette),
piatti incisi e dipinti, ecc.
Non meno importante in quegli anni fu l’attività scultorea
dell’artista, che rivelò anche nell’arte tridimensionale una straordinaria
capacità inventiva, feconda di sviluppi.
Tra le opere più note (soprattutto animali) è la Capra
(1950), assemblaggio di oggetti "trovati" o di uso comune fusi poi in bronzo.
Del 1949 era la celebre Colomba della pace disegnata
per il manifesto del Congresso della Pace Mondiale a Parigi che diventerà
il simbolo della pace.
Pacifista senza remore, affermerà sempre di essere contro
la morte e contro la guerra e a conferma di questo impegno, le sue opere
documenteranno gli avvenimenti politi dell’inizio degli anni Cinquanta come
il Massacro in Corea (1951) e i due pannelli della Guerra
e della Pace eseguiti nel 1952 per la cappella di Vallauris.
Seguiranno poi i cicli delle "variazioni", dalla serie
sulle Donne di Algeri di Delacroix (1954-55) e quella su Las Meninas
di Velasquez (1957), fino a quelle dedicate al Déjeuner sur l’herbe
di Manet (1961) e al Ratto delle Sabine di Poussin, eseguite nel
1962, anno in cui Picasso otterrà il premio Lenin per la pace.
La vita con Françoise entrò in crisi a causa di una nuova
fiamma: una giovane donna separata dal marito, Jacqueline Rocque con la
quale Picasso iniziò una convivenza nel 1954, anno che vide la morte dei
cari amici André Derain a seguito di un incidente stradale, Henry Matisse
e di lì a pochi mesi, nel febbraio del 1955, di Olga Kokhlova.
Il 2 marzo 1961 Picasso sposerà Jacqueline ed insieme
si trasferiranno in un castello secentesco di Vauvernargues vicino a Aix-en-Provence
dove l’artista continuerà a dipingere e a realizzare incisioni.
Tema costante degli anni Sessanta fu la composizione
Pittore e modella caratterizzata da affettuose annotazioni sentimentali
sommerse da empiti sensuali ed erotici che restituiranno l’intimo temperamento
dell’uomo e la possente misura dell’artista, non insensibile alle suggestioni
del paesaggio e del sentimento.
La serie di grandi mostre organizzate in tutte le parti
del mondo, vivente l’artista, si concluse, dopo la sua morte avvenuta l’8
aprile 1973, con la grande rassegna di circa 210 opere (eseguite tra il
1970 e il 1972) presentate nel 1974 ad Avignone nel Palazzo dei Papi.
Le spoglie di Picasso riposano nelle terre del castello
di Vauvernargues, accanto alla statua in bronzo Donna con vaso di fiori
del 1933.
La vicenda artistica di Picasso svoltasi per ben oltre
mezzo secolo, si può identificare in gran parte con quella dell’arte moderna
per la molteplicità delle esperienze da lui maturate, per il vastissimo
lavoro di rielaborazione della cultura antica e contemporanea, per la ricchezza
dei contributi e delle indicazioni di ricerca offerti alla cultura artistica
in ogni campo.
I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI
PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE
Scienza e carità Barcellona, Museo Picasso
1900 L’appuntamento
Mosca, Museo Puskin
1900 Le Moulin de la Galette
New York, Gugenheim Museum
1901 Donna in blu
Madrid, Museo Nacional
1901 Donna imbellettata
Barcellona, Museo Picasso
1901 Autoritratto
New York, Museum of Modern Art
1901 Il funerale di Casagemas
Parigi, Museo d’Arte Moderna de la Ville de Paris
1901 Ritratto di Jaime Sabartés
Mosca, Museo Puskin
1901 Arlecchino pensoso
New York, Metropolitan Museum of Art
1901 Arlecchino e la compagna
Mosca, Museo Puskin
1901 La bevitrice di assenzio
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1901 Autoritratto
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1902 L’incontro San Pietroburgo,
The State Hermitage Museum
1903 Ritratto di Benet Soler
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1903 Madre con bambino malato
Barcellona, Museo Picasso
1903 Vecchio cieco e ragazzo
Mosca, Museo Puskin
1903 Vecchio chitarrista
Chicago, The Art Institute
1903 La vita Cleveland,
Museum of Art
1903 La famiglia Soler
Liegi, Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain
1904 Celestina Parigi,
Museo Nazionale Picasso
1905 Acrobata e giovane equilibrista
Mosca, Museo Puskin
1905 Ragazza di Mallorca
Mosca, Museo Puskin
1905 Due acrobati con il cane
New York, The Museum of Modern Art
1905 Famiglia di acrobati con scimmia
Goteborg, Konstmuseum
1905 Il buffone Parigi,
Museo Nazionale d’Arte Moderna
1905 I saltimbanchi
Washington, National Gallery
1905 Fillettes à la boule
Mosca, Museo Puskin
1905 I saltimbanchi
Washington, National Gallery
1905 La fillette à la boule
Mosca, Museo Puskin
1905 Il buffone Parigi,
Museo Nazionale d’Arte Moderna
1905-06
Ragazzo con cavallo New York, The Museum of Modern
Art
1905-06
Ritatto di Gertrude Stein New York, Metropolitan
Museum of Art
1906 I due fratelli
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1906 La toilette
Bufalo, Albright-Knox Art Gallery
1907 Autoritratto
Praga, Narodni Galerie
1907 Les Demoiselles d’Avignon
New York, The Museum of Modern Art
1908 Donna con ventaglio
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1908 La contadina
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1908 La casetta in giardino
Mosca, Museo Puskin
1908 La Driade San
Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1908-09
Tre donne San Pietroburgo, The State Hermitage
Museum
1909 Donna con mandolino
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1909 Donna con ventaglio
Mosca, Museo Puskin
1909 Donna con pere
New York, The Museum of Moder Art
1909 Case in collina a Horta de Hebro
New York, The Museum of Moder Art
1909 Fabbrica a Horta de Hebro
San Pietroburgo, The State Hermitage Museum
1909 Natura morta con bottiglia di liquore
New York, The Museum of Modern Art
1909-10
Ritratto di Ambrosie Vollard Mosca, Museo Puskin
1911 Ritratto di D. H. Kabnweiler
Chicago, Art Institute of Chicago
1911-12
Donna con chitarra ma jolie New York, The Museum
of Modern Art
1912 Natura morta con sedia impagliata
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1912 Violino, bicchiere, pipa e calamaio
Praga, Narodni galerie
1912 Foglio di musica e chitarra
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1912-13
Chitarra (scultura) New York, The Museum of Modern
Art
1913 Chitarra New
York, The Museum of Modern Art
1913 Donna in camicia
New York, The Museum of Modern Art
1914 Donna in poltrona davanti al caminetto
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1914 Bicchiere di assenzio
New York, The Museum of Modern Art
1914 Natura morta verde
New York, The Museum of Modern Art
1914 Ritratto di fanciulla
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1914 Bottiglia di Bass, clarinetto, chitarra,
ecc. Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1914 Chitarra sul tavolo
Zurigo, Kunsthaus
1915 Arlecchino Parigi,
Museo Nazionale d’Arte Moderna
1917 Parade (sipario teatrale)
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1917 Ritratto di Olga in poltrona
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1917 Arlecchino Barcellona,
Museo Picasso
1918 Pierrot New
York, The Museum of Modern Art
1919 Bicchiere, bouquet, chitarra e bottiglia
Berlino, Sammlung Berggruen Staatliche Museen
1920 Donna seduta
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1921 I tre musicanti
New York, The Museum of Modern Art
1921 Tre donne alla Fontana
New York, The Museum of Modern Art
1921-22
Grande bagnante Parigi, Musée de l’ Orangerie
1922 La corsa Parigi,
Museo Nazionale Picasso
1923 Il flauto di Pan
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1923 Ritratto di Jacinto Salvado
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1924 Paulo vestito da Arlecchino
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1924 Arlecchino musicista
Washington, National Gallery of Art
1925 La danza Londra,
Tate Gallery
1925 Il bacio Parigi,
Museo Nazionale Picasso
1925 Studio con testa di gesso
New York, The Museum of Modern Art
1926 L’atelier della modista
Parigi, Museo Nazionale d’Arte Moderna
1930 La crocifissione
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1930 Donna in riva al mare
The New York, Museum of Modern Art
1932 Il sogno New
York, Ganz Collection
1933 Maquette per "Minotaure"(collage)
New York, The Museum of Modern Art
1934 Corrida California,
collezione privata
1934 Nudo in giardino
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1935 La Musa Parigi,
Museo Nazionale d’Arte Moderna
1935 Minotauromachia (acquaforte)
New York, The Museum of Modern Art
1937 Ritratto di Marie-Thérèse
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1937 Guernica Madrid,
Museo Nacional
1937 Donne che giocano sulla spiaggia
Venezia, Peggy Guggenheim Collection
1937 Ritratto di Dora Maar
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1937 Ritratto di Nush Eluard
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1938 Maia con la bambola
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1939 Dora Maar Berlino,
Sammlung Berggruen Staatliche Museen
1939 Pesca notturna ad Antibes
New York, The Museum of Modern
Art
1942 L’Aubade Parigi,
Museo Nazionale d’Arte Moderna
1942 Le tre età dell’uomo
Bruxelles, Collezione Mabile
1943-44
Dora Maar New York, Collezione privata
1948 La cucina Parigi,
Museo Nazionale Picasso
1950 La capra (scultura in bronzo)
New York, The Museum of Modern Art
1951 Massacro in Corea
Parigi, Museo Nazionale Picasso
1953 L’ombra Parigi,
Museo Nazionale Picasso
1955 Le Donne di Algeri
New York, Ganz Collection
1956 Donna nuda davanti al giardino
Amsterdam, Stedelijk Museum
1957 Las Meninas da Velasquez
Barcellona, Museo Picasso
1961-62
Jacqueline au ruban jaune Mougins, Collezione
Picasso
1962 Jacqueline Mougins,
Collezione Picasso
1963 Il pittore e la modella
Monaco, Pinakothek
1970 Visage Mougins,
Collazione Picasso
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