SMOG FOTOCHIMICO
Lo smog fotochimica è un tipo
di inquinamento atmosferico dovuto alle caratteristiche fortemente ossidanti
dei cosiddetti VOC (Volatile Organic Compounds - Composti Organici Volatili)
che producono effetti sulla composizione chimica dell’atmosfera con ricadute
negative sull’uomo e sulla vegetazione.
I VOC sono sostanze che comprendono
la maggior parte dei prodotti solventi sgrassanti, pulenti e lubrificanti
generalmente utilizzate nell’industria e nell’artigianato. Un elenco certamente
non esaustivo di questi prodotti comprende l’acetone, l’acquaragia, il toluene,
lo cilene, l’esano, il cloruro di metile.
A livello europeo sono state
emanate ben due direttive, la 94/63/CE che si occupa delle emissioni di
VOC da parte di impianti di distribuzione di prodotti petroliferi, e la
99/13/CE che si occupa delle emissioni di VOC dovute all’uso di solventi
organici.
In quest’ultima direttiva, oltre
ad un elenco di attività considerate a rischio – quali verniciatura, pulitura
a secco, produzione di vernici, fabbricazione di scarpe, etc. – sono individuati
dei valori di soglia di consumo annuo di solventi da parte delle aziende,
oltre i quali c’è l’obbligo di rispettare determinate prescrizioni. Sono
altresì individuati i valori limiti di concentrazione di VOC negli scarichi
gassosi.
La Direttiva 99/13/CE, ancora
in via di recepimento in Italia, prevede una sua pronta applicazione da
parte delle nuove attività, mentre prevede un periodo di adeguamento (entro
comunque il 31 ottobre 2007) per le imprese già esistenti .
Obiettivo delle direttive europee
è anche quello di promuovere la predisposizione di programmi nazionali tesi
alla riduzione delle emissioni in atmosfera sia mediante la installazione
di nuovi sistemi di abbattimento, sia mediante la sostituzione delle materie
prime oggi utilizzate con altre meno inquinanti, possibilmente privilegiando
la soluzione “a monte” che quella “a valle”.
Vito Schiavone
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