STORIA DELLE CELLE A COMBUSTIBILE
La prima cella a combustibile fu
costruita da Sir William Grove nel 1839 che utilizzò elettrodi di platino
e acido solforico in qualità di elettrolita. In seguito, a partire dal 1890,
William White Jacques utilizzò l’acido fosforico al posto dell’acido solforico.
Questi primi dispositivi erano tuttavia caratterizzati da una bassa densità
di corrente (basso rendimento) e fu solo dopo il 1930 che il Dott. Francis
Bacon sviluppò a Cambridge una cella a combustibile capace di produrre una
densità di corrente pari a 1000 mA/cm2 a 0,8 Volt.
Bacon sostituì l’elettrolita acido
delle prime celle con un elettrolita alcalino e continuò a sviluppare il
sistema (Cella di Bacon) oggi noto con l’acronimo AFC (Alcaline Fuel Cells).
Le AFC furono così apprezzate che negli anni ’60 furono scelte dalla NASA
per la missione lunare APOLLO.
Alla fine degli anni ’50 iniziò
l’impiego e lo sviluppo delle PEMFC (Proton Exchange Membrane Fuel Cell),
celle che utilizzano come elettrolita una speciale membrana di polimeri
per lo scambio di protoni. La produzione si sviluppò negli USA e fu utilizzata
dalla NASA per il progetto spaziale GEMINI.
A partire dagli anni ’60 furono
sviluppate ulteriormente nuovi tipi di celle caratterizzate da sostanze
elettrolitiche in grado di operare ad alte temperature.
Tutto il lavoro di ricerca effettuato
sulle celle a combustibile fino agli anni ’80 è stato largamente finanziato
da Governi e Università. A partire dagli anni ’90 si è invece assistito
ad una esplosione di attività inerenti lo sviluppo delle celle a combustibile,
grazie all’impegno di un numero sempre più crescente di imprese private
che, grazie alle nuove politiche di privatizzazione del settore di produzione
dell’energia, sono entrate prepotentemente sul mercato.