AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Leggi e normative

Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Aziende, Onlus, Enti, Associazioni per l'ambiente e la natura

COBAT

cobat CONSORZIO OBBLIGATORIO DEGLI OLI USATI

Cos’è il Cobat

1. Natura giuridica del Cobat

Il Cobat, Consorzio obbligatorio per la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi, Ë stato istituito con Legge 475/88 art. 9 quinquies ed il suo Statuto approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 maggio 1990.

Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto privato.

Secondo il dettato di legge, il Cobat ha il compito di “assicurare la raccolta delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi ed organizzarne lo stoccaggio, quindi cedere i prodotti stessi alle imprese che ne effettuano il recupero tramite riciclaggio...”.

Ente senza fini di lucro, al Cobat partecipano tutti gli operatori del settore batterie al piombo, dai produttori ed importatori alle associazioni degli artigiani che ne effettuano l’installazione, dai raccoglitori ai riciclatori.

Pur essendo composto da soci privati, il Cobat svolge un rilevante compito di natura pubblica, certificato dalla presenza di rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Industria nel Consiglio d’Amministrazione e nel Collegio dei Revisori. In sostanza, l’organismo consortile adottato in Italia realizza la fusione pubblico-privato lasciando al primo la funzione di indirizzo e controllo e al secondo la responsabilità gestionale.

 

2. Come si finanzia il Consorzio

Il finanziamento delle attività consortili avviene attraverso: a) i proventi del sovrapprezzo di vendita applicato sulle batterie nuove immesse in commercio, versato al Cobat dai produttori e importatori di batterie con diritto di rivalsa sugli acquirenti in tutte le successive fasi di commercializzazione fino all'utilizzatore finale; b) i proventi della cessione delle batterie esauste alle imprese di riciclaggio.

Il sovrapprezzo, determinato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Industria, rappresenta lo “strumento economico” indicato dalla Direttiva C.E.E. 157/91 relativa alla raccolta e riciclaggio degli accumulatori esausti, che ha consentito di trasformare un’attività di business in un’attività di servizio. Esso garantisce che la raccolta ed il recupero riescano comunque ad essere svolti in qualsiasi condizione di mercato. La sua applicazione, infatti, consente di sganciare l’attività di raccolta delle batterie dalla quotazione del prezzo del piombo sul mercato internazionale.

 

3. La rete di raccolta e la liberalizzazione del mercato delle batterie esauste

La rete di raccolta attualmente operante persegue gli obiettivi di seguito indicati:

• qualificare la rete per far si che gli operatori effettuino tutte le operazioni di raccolta, trasporto e stoccaggio nel pieno rispetto delle norme di tutela dell’ambiente;

• potenziare la rete per massimizzare la raccolta, raggiungendo quegli utenti che per vari motivi non erano toccati dal circuito commerciale.

La nuova rete, resa operativa dal 1_ marzo 1998, prevede 90 raccoglitori incaricati che garantiscono il servizio su tutto il territorio nazionale e sono dotati di mezzi e strutture dimensionate alle esigenze delle diverse realtà territoriali.

Con la delibera del C.d.A. del 28 maggio 2001, il Cobat ha, inoltre, anticipato la Commissione UE, liberalizzando il mercato delle batterie al piombo esauste.

La moderna strategia operativa del Consorzio, rispondendo alle esigenze ambientali, ma anche a quelle della libera circolazione delle merci in ambito europeo, Ë, infatti, volta a:

consentire a tutte le imprese (autorizzate ai sensi di legge alla raccolta di rifiuti pericolosi) di conferire le batterie esauste al Cobat, direttamente o a suoi incaricati, o agli impianti che ne assicurino lo smaltimento tramite riciclaggio in Italia o all’Estero;

assumere la funzione di controllore del mercato delle batterie esauste, monitorandone le quantità vendute e acquistate nei contratti privatistici tra raccoglitori e riciclatori, a garanzia che il recupero delle batterie esauste avvenga nel pieno rispetto dell’ambiente;

assicurare la raccolta delle batterie esauste sull’intero territorio nazionale anche per quantità residuali;

intervenire nei periodi di depressione del valore del piombo, quando non Ë conveniente un’attività commerciale nel settore.

Le conseguenze della liberalizzazione sono evidenti: il Cobat assume in proprio, oltre ad una funzione generale di monitoraggio della raccolta e riciclo delle batterie esauste in Italia, anche un’attività operativa diretta che, non sostituendosi al mercato, lo integra in quelle situazioni nelle quali le batterie non sarebbero raccolte, determinando danni ambientali e pericoli certi per la salute pubblica.

 

I dati sull’attività del Consorzio

Dal 1992, primo anno della sua effettiva operatività, il Cobat ha raccolto e avviato a recupero i seguenti quantitativi di batterie:

 

Tab. 1 –Tonnellate di batterie al piombo esauste raccolte in Italia (1992 - 2001)

Anno

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

Totale

Ton.

133.000

150.000

148.000

154.000

155.000

165.000

164.000

167.000

177.000

182.730

Fonte: Cobat, 2001

Dati aggiornati al 31 dicembre 2001

 

Attualmente, il Cobat opera con un tasso medio di recupero pari al 96 % rispetto all’immesso e, dopo nove anni di piena attività, ha raggiunto l’obiettivo di raccolta di oltre un milione e mezzo di tonnellate di batterie al piombo esauste.

Tale quantità Ë pari a circa 127 milioni di pezzi, che, se messi in fila uno dietro l’altro, coprirebbero la distanza di quasi 40 mila Km, ossia il giro del mondo passando per l’equatore!

Con un incremento del 3,4% rispetto al 2000, e circa 14,5 milioni di batterie d’avviamento raccolte, il 2001 ha rappresentato un anno ricco di risultati grazie anche alla completa entrata a regime della rete di raccolta e del sistema informatico di monitoraggio denominato “Decobat”.

Il sistema informativo ha, infatti, favorito un migliore governo della rete di raccolta indirizzando in tempi più solleciti le attività del Cobat verso aree territoriali e settori merceologici di maggiore criticità operativa. Ne sono derivati sensibili incrementi nella micro-raccolta, e iniziative consortili mirate in ambito nautico, agricolo, urbano e della grande distribuzione organizzata.

 

5. Vantaggi ambientali ed economici derivanti dal sistema Cobat

Oggi con il modello Cobat le batterie esauste arrivano agli impianti di recupero con tutto l’elettrolita (acido solforico diluito) che viene sottoposto a processi di neutralizzazione; cioè consente di ridurre sensibilmente l’inquinamento connesso alla dispersione di un rifiuto molto aggressivo che normalmente contiene disciolti metalli tossici.

Si calcola che, in questi dieci anni di operatività del Cobat, circa 320 milioni di litri di acido solforico diluito sono stati sottratti allo sversamento nell’ambiente.

Inoltre, il metallo piombo recuperato dal riciclaggio delle batterie rappresenta il 40% della produzione italiana di piombo nonchè oltre un terzo (esattamente il 37%) del fabbisogno nazionale di tale metallo.

Poichè l’Italia Ë un paese importatore di piombo, la riduzione dei volumi da importare contribuisce notevolmente alla bilancia dei pagamenti nazionale.

Il piombo “secondario” Ë identico a quello estratto dal minerale, Ë riutilizzabile all’infinito ed ha anche la caratteristica di comportare per la sua lavorazione un risparmio energetico pari al 66% rispetto al piombo “primario”.

 

6. Il primato europeo del Cobat: più raccolta, meno oneri

Con il Cobat l’Italia primeggia in Europa non solo per quanto riguarda le percentuali di raccolta del rifiuto batteria (circa il 96% sugli accumulatori d’avviamento), ma anche per i bassi costi applicati per effettuarne il recupero.

Infatti, Paesi quali la Francia e Germania non hanno ancora emanato una legge specifica in osservanza alla Direttiva C.E.E. 157/91 ed adottano un sistema composto da grandi operatori con connotazioni fortemente commerciali, a detrimento degli obiettivi di raccolta.

Solo nel 1998 in Germania Ë stata emanata una ordinanza che istituisce una cauzione per tutte le batterie comprate senza la restituzione di quelle esauste. Gli unici esempi concreti provengono dalla Svezia, oltre all'Italia naturalmente, e dalla Norvegia, Paesi che adottano sistemi consortili simili al Cobat.

Nella tabella 2 sono riportati a titolo esemplificativo i contributi pagati dai cittadini di alcuni Paesi europei relativi alle batterie da avviamento di 20-70 ampere (quelle, cioè, che costituiscono la maggior parte dell’immesso, quali le batterie per automobile) negli anni 1999 e 2000. In ogni caso, l’Italia risulta essere il Paese che pone l’onere più basso a carico della collettività:

Tab. 3 - Sovrapprezzo per il recupero delle batterie esauste (lire/  )

Anno

Svezia

Norvegia

Italia

1999

8.200 (4,2)

5.400 (2,8)

800 (0,4)

2000

5.600 (2,9)

5.400 (2,8)

1.600 (0,8)

 

Fonti: Cobat (Italia), A.S. Batteriretur (Norvegia), Returbatt A.B. (Svezia) - 2000

 

7. La raccolta delle Ni-Cd

 

Il Cobat, anche se non Ë deputato istituzionalmente allo smaltimento d’altri tipi di accumulatori diversi da quelli al piombo, ha dovuto necessariamente occuparsi di batterie al nichel-cadmio in quanto queste sono spesso conferite insieme con quelle al piombo.

Attualmente sono circa 200 le tonnellate di accumulatori al Ni-Cd (di tipologia prevalentemente industriale) di cui ogni anno il Consorzio provvede alla cernita ed alla consegna presso uno stabilimento di riciclaggio francese.

In questo modo non solo si evitano significativi danni al processo metallurgico di recupero del metallo piombo, migliorando la qualità del rifiuto conferito agli impianti di riciclaggio, ma soprattutto si elimina un altro pericolo per l’ecosistema e per la salute dell’uomo. Il cadmio, infatti, essendo un metallo pesante, Ë cancerogeno.

Inoltre, il 15 novembre 2000, presso il Ministero dell’Ambiente, Ë stata siglata una convenzione con Omnitel che prevede dal 1_ Dicembre 2000 il ritiro delle batterie esaurite dei cellulari ad opera della rete di raccolta del Consorzio, dai ca. 140 punti vendita “Spazio Omnitel” presenti in 95 città italiane.

 

8. Conclusioni

Con la ridefinizione dell’intero sistema dei rifiuti in Italia operata dal Decreto Ronchi, il Cobat può a pieno titolo essere considerato come un precursore della gestione integrata di rifiuti pericolosi, nonchè la vera soluzione al problema del recupero delle batterie al piombo esauste, considerando le alte percentuali di recupero ed i bassi costi a carico della collettività per la salvaguardia dell’ambiente naturale.

I risultati sinora conseguiti sono stati estremamente positivi per il Consorzio, che vede qualificarsi e consolidarsi sul territorio la propria funzione istituzionale di massimizzazione degli obiettivi della micro-raccolta residuale, e di garanzia per la collettività che le batterie esauste siano sempre e comunque recuperate.

 

Fonte: Hill & Knowlton - Gaia

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