1. Natura giuridica del Cobat
Il Cobat, Consorzio obbligatorio
per la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo esauste e dei
rifiuti piombosi, Ë stato istituito con Legge 475/88 art. 9 quinquies ed
il suo Statuto approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16
maggio 1990.
Il Consorzio ha personalità
giuridica di diritto privato.
Secondo il dettato di legge, il Cobat ha il compito di
“assicurare la raccolta delle batterie esauste e dei rifiuti piombosi ed
organizzarne lo stoccaggio, quindi cedere i prodotti stessi alle imprese
che ne effettuano il recupero tramite riciclaggio...”.
Ente senza fini di lucro, al Cobat partecipano tutti
gli operatori del settore batterie al piombo, dai produttori ed importatori
alle associazioni degli artigiani che ne effettuano l’installazione, dai
raccoglitori ai riciclatori.
Pur essendo
composto da soci privati, il Cobat svolge un rilevante compito di natura
pubblica, certificato dalla presenza di rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente
e dell’Industria nel Consiglio d’Amministrazione e nel Collegio dei Revisori.
In sostanza, l’organismo consortile adottato in Italia realizza la fusione
pubblico-privato lasciando al primo la funzione di indirizzo e controllo
e al secondo la responsabilità gestionale.
2. Come si
finanzia il Consorzio
Il finanziamento delle attività consortili avviene attraverso:
a) i proventi del sovrapprezzo di vendita applicato sulle batterie nuove
immesse in commercio, versato al Cobat dai produttori e importatori di batterie
con diritto di rivalsa sugli acquirenti in tutte le successive fasi di commercializzazione
fino all'utilizzatore finale; b) i proventi della cessione delle batterie
esauste alle imprese di riciclaggio.
Il sovrapprezzo,
determinato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Industria,
rappresenta lo “strumento economico” indicato dalla Direttiva C.E.E. 157/91
relativa alla raccolta e riciclaggio degli accumulatori esausti, che ha
consentito di trasformare un’attività di business in un’attività
di servizio. Esso garantisce che la raccolta ed il recupero riescano comunque
ad essere svolti in qualsiasi condizione di mercato. La sua applicazione,
infatti, consente di sganciare l’attività di raccolta delle batterie dalla
quotazione del prezzo del piombo sul mercato internazionale.
3. La rete
di raccolta e la liberalizzazione del mercato delle batterie esauste
La rete di raccolta attualmente
operante persegue gli obiettivi di seguito indicati:
• qualificare la rete
per far si che gli operatori effettuino tutte le operazioni di raccolta,
trasporto e stoccaggio nel pieno rispetto delle norme di tutela dell’ambiente;
• potenziare la rete
per massimizzare la raccolta, raggiungendo quegli utenti che per vari
motivi non erano toccati dal circuito commerciale.
La nuova rete, resa operativa
dal 1_ marzo 1998, prevede 90 raccoglitori incaricati che garantiscono il
servizio su tutto il territorio nazionale e sono dotati di mezzi e strutture
dimensionate alle esigenze delle diverse realtà territoriali.
Con la delibera del C.d.A.
del 28 maggio 2001, il Cobat ha, inoltre, anticipato la Commissione UE,
liberalizzando il mercato delle batterie al piombo esauste.
La moderna strategia operativa del Consorzio, rispondendo
alle esigenze ambientali, ma anche a quelle della libera circolazione delle
merci in ambito europeo, Ë, infatti, volta a:
consentire
a tutte le imprese (autorizzate ai sensi di legge alla raccolta di rifiuti
pericolosi) di conferire le batterie esauste al Cobat, direttamente
o a suoi incaricati, o agli impianti che ne assicurino lo smaltimento
tramite riciclaggio in Italia o all’Estero;
assumere la funzione
di controllore del mercato delle batterie esauste, monitorandone le
quantità vendute e acquistate nei contratti privatistici tra raccoglitori
e riciclatori, a garanzia che il recupero delle batterie esauste avvenga
nel pieno rispetto dell’ambiente;
assicurare la raccolta
delle batterie esauste sull’intero territorio nazionale anche per quantità
residuali;
intervenire nei periodi
di depressione del valore del piombo, quando non Ë conveniente un’attività
commerciale nel settore.
Le conseguenze
della liberalizzazione sono evidenti: il Cobat assume in proprio, oltre
ad una funzione generale di monitoraggio della raccolta e riciclo delle
batterie esauste in Italia, anche un’attività operativa diretta che, non
sostituendosi al mercato, lo integra in quelle situazioni nelle quali le
batterie non sarebbero raccolte, determinando danni ambientali e pericoli
certi per la salute pubblica.
I
dati sull’attività del Consorzio
Dal 1992, primo anno della sua effettiva operatività,
il Cobat ha raccolto e avviato a recupero i seguenti quantitativi di batterie:
Tab. 1 –Tonnellate di batterie al piombo esauste raccolte
in Italia (1992 - 2001)
Anno
|
1992
|
1993
|
1994
|
1995
|
1996
|
1997
|
1998
|
1999
|
2000
|
2001
|
Totale
|
Ton.
|
133.000
|
150.000
|
148.000
|
154.000
|
155.000
|
165.000
|
164.000
|
167.000
|
177.000
|
182.730
|
|
Fonte: Cobat, 2001
Dati aggiornati al 31 dicembre
2001
Attualmente, il Cobat opera con un tasso
medio di recupero pari al 96 % rispetto all’immesso e, dopo nove anni di
piena attività, ha raggiunto l’obiettivo di raccolta di oltre un
milione e mezzo di tonnellate di batterie al piombo esauste.
Tale quantità Ë pari a circa 127 milioni di pezzi, che,
se messi in fila uno dietro l’altro, coprirebbero la distanza di quasi 40
mila Km, ossia il giro del mondo passando per l’equatore!
Con un incremento del 3,4% rispetto al 2000, e circa
14,5 milioni di batterie d’avviamento raccolte, il 2001 ha rappresentato
un anno ricco di risultati grazie anche alla completa entrata a regime della
rete di raccolta e del sistema informatico di monitoraggio denominato “Decobat”.
Il sistema
informativo ha, infatti, favorito un migliore governo della rete di raccolta
indirizzando in tempi più solleciti le attività del Cobat verso aree territoriali
e settori merceologici di maggiore criticità operativa. Ne sono derivati
sensibili incrementi nella micro-raccolta, e iniziative consortili mirate
in ambito nautico, agricolo, urbano e della grande distribuzione organizzata.
5. Vantaggi
ambientali ed economici derivanti dal sistema Cobat
Oggi con il modello Cobat le batterie esauste arrivano
agli impianti di recupero con tutto l’elettrolita (acido solforico diluito)
che viene sottoposto a processi di neutralizzazione; cioè consente di ridurre
sensibilmente l’inquinamento connesso alla dispersione di un rifiuto molto
aggressivo che normalmente contiene disciolti metalli tossici.
Si calcola che, in questi dieci anni di operatività del
Cobat, circa 320 milioni di litri di acido solforico diluito sono stati
sottratti allo sversamento nell’ambiente.
Inoltre, il metallo piombo recuperato dal riciclaggio
delle batterie rappresenta il 40% della produzione italiana di piombo nonchè
oltre un terzo (esattamente il 37%) del fabbisogno nazionale di tale metallo.
Poichè l’Italia Ë un paese importatore di piombo, la
riduzione dei volumi da importare contribuisce notevolmente alla bilancia
dei pagamenti nazionale.
Il piombo
“secondario” Ë identico a quello estratto dal minerale, Ë riutilizzabile
all’infinito ed ha anche la caratteristica di comportare per la sua lavorazione
un risparmio energetico pari al 66% rispetto al piombo “primario”.
6. Il primato europeo del Cobat: più raccolta, meno oneri
Con il Cobat l’Italia primeggia in Europa non solo per
quanto riguarda le percentuali di raccolta del rifiuto batteria (circa il
96% sugli accumulatori d’avviamento), ma anche per i bassi costi applicati
per effettuarne il recupero.
Infatti, Paesi quali la Francia e Germania non hanno
ancora emanato una legge specifica in osservanza alla Direttiva C.E.E. 157/91
ed adottano un sistema composto da grandi operatori con connotazioni fortemente
commerciali, a detrimento degli obiettivi di raccolta.
Solo nel 1998 in Germania Ë stata emanata una ordinanza
che istituisce una cauzione per tutte le batterie comprate senza la restituzione
di quelle esauste. Gli unici esempi concreti provengono dalla Svezia, oltre
all'Italia naturalmente, e dalla Norvegia, Paesi che adottano sistemi consortili
simili al Cobat.
Nella tabella 2 sono riportati a titolo esemplificativo
i contributi pagati dai cittadini di alcuni Paesi europei relativi alle
batterie da avviamento di 20-70 ampere (quelle, cioè, che costituiscono
la maggior parte dell’immesso, quali le batterie per automobile) negli anni
1999 e 2000. In ogni caso, l’Italia risulta essere il Paese che pone l’onere
più basso a carico della collettività:
Tab. 3 - Sovrapprezzo per il recupero delle batterie
esauste (lire/
)