AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

  Ambiente e Natura Cosa sono l'ambiente e la natura? Protocollo di Kyoto Enti ambientali Associazioni naturalistiche CFS (Corpo Forestale dello Stato) ERSAF (Ente Regionale per i Servizi dell'Agricoltura e Foreste) CAI (Club Alpino Italiano) FAI (Fondo Ambiente Italiano) Greenpeace Legambiente WWF Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli)

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Intervista a Giorgio De Matteis

Intervista a Cesare Patrone

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Mantova ed i suoi laghi

Gran Paradiso

Storia delle celle a combustibile

Storia dei rapporti tra Tevere e Roma

 

Leggi e normative

Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Aziende, Onlus, Enti, Associazioni per l'ambiente e la natura

 

Chilometri di percorsi nel verde: una risorsa da curare, un tesoro da conoscere

Sentieri ed escursioni in Valle di Lozio: il tempo e il ritmo della natura

A piedi, in mountain bike o a cavallo: comunque circondati da verde, silenzio e aria pura.

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Lozio è un piccolo comune di montagna (1.000 metri s.l.m.), 400 abitanti divisi in quattro frazioni, una valle laterale – la Valle di Lozio, appunto – che si apre sulla media Valle Camonica, in provincia di Brescia.

In Italia sono molti i comuni come Lozio. Piccoli comuni di montagna spesso dimenticati e che invece meriterebbero di essere ricordati. Il difetto di questi comuni, il difetto di Lozio, sono le dimensioni. Comuni piccoli e frazioni ancor più piccole.

Per l’epoca nella quale viviamo, invece, le dimensioni contano - come recitava pochi anni fa il lancio di un film con protagonista un brutto ed enorme mostro post-atomico, Godzilla, film che fra l’altro dimostrava come le grandi dimensioni (sia del mostro che del film) possano essere funeste - in un’epoca come questa dicevamo la piccolezza sembra essere un difetto o comunque di ciò che è piccolo si riescono spesso a vedere solo i lati negativi.

Noi a Lozio tentiamo di non adeguarci. Tentiamo di apprezzare il piccolo che ci circonda e non rinunciamo a pensarlo in grande. A chi tuttavia riuscisse a farsi impressionare solo da grandi dimensioni (riuscendo poi magari a pensarle solo in piccolo...) anche a questi Lozio ha qualcosa da offrire, qualcosa di grandioso: il suo territorio. I suoi boschi verdi in estate e rossi in autunno, la miriade di strade, sentieri, percorsi che solcano la valle e le cime che le fanno da corona con il blu dei cieli primaverili e il candore delle nevi invernali. E soprattutto la possibilità di immergersi nella natura e di riprendersi con essa un ritmo e un tempo più naturali e  salutari.

E’ forse questo il patrimonio più prezioso per Lozio. Un bene che anzitutto noi dobbiamo imparare a curare e proporre al turista, sia esso il villeggiante del mese estivo, il gitante di una giornata o l’emigrato che ritorna per un fine settimana.

Sorprendente e incredibile a Lozio – a volte anche per chi come me distrattamente ci vive – è soprattutto la quantità e la varietà dei percorsi che si possono fare immersi nella natura; a piedi, ma spesso anche in mountain bike o a cavallo (e per chi volesse scegliere quest’ultima opzione si consiglia di contattare a Villa il maneggio del sign. Alfonso Canossi, tel. 338 3648418). I chilometri di stradine e sentieri sono infatti incalcolabili e il loro censimento (con conseguente produzione di materiale turistico divulgativo) è uno degli obiettivi principali della locale Pro Loco.

A titolo esemplificativo, al di là delle strade asfaltate (la provinciale che sale da Malegno, le comunali interne e l’intercomunale immersa nella pineta che porta da Villa a Ossimo Superiore) e dei numerosi e spettacolari sentieri di montagna che portano alle cime (Pizzo Camino, Monte Sossino, Monte di Val Piane, Cimone della Bagozza e Concarena), proverò a stimolare la vostra curiosità con le principali strade che si inoltrano tra i boschi alle pendici dei monti.

 

La bià de le icc - la strada delle viti (Malegno – Sucinva).

Da 330 a 840 mt. – 5,500 km circa. E’ la vecchia strada che risale la valle del Lanico da Malegno, nella media Valle Camonica, fino all’abitato di Sucinva, sul lato opposto a quello della provinciale (costruita sul finire degli anni ’20). E’ percorribile tranquillamente a piedi in 2 ½ ore circa. E’ possibile con una discreta gamba risalirla pure in mountain bike dato il buono stato del fondo stradale – merito anche dei numerosi malegnesi (che pure a volte sembrano vedere in Lozio nulla di più di un buon serbatoio d’acqua...) che spesso ne percorrono il primo tratto per recarsi alle loro cascine.

Il nome che le hanno dato i loziesi deriva dalla località Le Icc (Le Viti), la bella e soleggiata zona che la strada attraversa appena sotto Sucinva: prati e dolci pendii ben esposti al sole che una volta consentivano la coltivazione della vite anche qui, fino a più di 800 metri sul livello del mare.

 

La bià de Tolbés - la strada di Tolbes (Camerata -Villa).

Da 800 a 1.020 mt. - 2,000 km. E’ il tratto della vecchia strada che conduceva a Villa. Salendo dal borgo di Camerata e passando davanti all’agriturismo Cooperativa Valle di Lozio - luogo propizio per una sosta ristoratrice basata su piatti tradizionali o punto di partenza per una gita postprandiale, tel. 338 6022133 – la strada si inerpica; prima costeggia gli ultimi prati e frutteti, poi nel bosco, sul fresco bordo del profondo solco scavato nei secoli dal torrente Lanico. Una risalita tranquilla - più breve ma un poco più impegnativa in quanto a pendenze rispetto alla precedente - non dura più di ¾ d’ora. Il fondo in ris (acciotolato) rende la strada ardua e stressante per il ciclista.

 

La bià de la Sèla - strada della Sella (Villa - Sommaprada).

Da 1.020 a 1.050 mt. - 3,400 km. E’ la passeggiata per eccellenza in valle di Lozio, perché è agevole, perché collega due delle frazioni e perché - con una brevissima deviazione dal suo tracciato – conduce all’amata chiesetta di Santa Cristina.

La strada resta quasi tutta in quota, il fondo è buono e i tratti più ripidi sono stati di recente pavimentati con erbablock, piastre alveolari di cemento che lasciando crescere l’erba nei loro fori permettono un buon ancoraggio al terreno. Sul percorso si incontrano numerose cascine e spostandosi da Villa verso Sommaprada la vista verso il fondo valle di apre progressivamente. La camminata non è per nulla impegnativa e richiede non più di ¾ d’ora. Anche il mountain-biker della domenica può percorrerla in tutta tranquillità dovendo scendere di sella solo in occasione dei 50 metri più ripidi.

Vicini ormai a Sommaprada, prima di scendere alla presa dell’acqua, deviando sulla sinistra, un sentiero sale in 10-15 minuti a Santa Cristina (1.200 mt.): una chiesetta dalla architettura semplice posta su un piccolo terrazzo erboso, con alle spalle lo scabroso e ostico ghiaione della val Baione (e per chi ha un buon passo in un due ore e mezzo si arriva al bivacco, a 2.000 mt.) e a valle la vista spaziosa di tutta la valle di Lozio e del passo di Crocedomini oltre il fondo della Val Camonica.

Arrivati a Sommaprada offre un punto di ristoro buono e insolito il Bar Ristorante Santa Cristina del sign. Poggiali Willy, cuoco specializzato in piatti a base di pesce (tel. 0364 494301). Per chi volesse giustamente prendersi il tempo che si meritano la Valle di Lozio e il turista che la visita è qui possibile anche pernottare con la formula Bed&Breakfast (10 posti letto).

Chi volesse invece acquistare formaggelle di capra – prodotte nella stagione primaverile ed estiva - può contattare l’allevatore locale Vittorio Canossi (tel. 0364 494015 / 335 315 930).

 

La bià dei mücc - strada dei monti (Villa-Onder-Colle Mignone).

Da 1.020 a 1540 mt. – 3,500 km. circa. Conduce dall’abitato di Villa alla Malga Onder (1.400 mt.), divisa tra i comuni di Lozio e Ossimo. La salita a piedi richiede 1 ½ ore circa. In bicicletta è sconsigliata: il fondo non è male alcuni pezzi dell’ultimo tratto sono in erbablock, ma sono davvero troppo ripidi.

Da Onder si prosegue - con pendenze decisamente più agevoli e fondo strada ideale anche per i ciclisti – fino a Colle Mignone. Qui una santella segnala un trivio: la strada per Villa, quella la malga Plagne e quella per il lago di Lova; da quest’ultima dopo una ventina di metri si staccano ulteriormente a destra il sentiero per San Fermo e a sinistra la strada che costeggiando e girando attorno alle pendici occidentali del Monte Mignone (1.743 mt.) scende progressivamente verso Ossimo Superiore.

Altra possibilità da Onder è quella - arrivati alla fontana - di salire a destra la stradina di recente ritracciata dal comune di Ossimo verso Malga Varicla (1.600 mt., un’altra ½ ora) e, a seguire, il sentiero fino al bivacco Laeng (1.640 mt., un altro ¼ d’ora), alle falde del roccioso Pizzo Camino. 

Al ritorno a Villa, in serata, si consigliano la Trattoria Alpina del sign. Rizzieri Filippo (ottima cucina tradizionale e pizzeria nel fine settimana, tel. 0364 494036) e – con chiusura invernale – il bar Resù della sign.ra Otelli Angela, immerso tra i verdi prati dell’omonima località, sulla strada verso Ossimo (tel. 0364 494028). Per chi volesse, proprio di fronte al bar, c’è un attrezzato e gratuito camper service.

 

La bià dei Müt de Servé - strada per i Monti di Cerveno (Sommaprada – Gaccio – Monti di Cerveno).

Da 1.050 a 1.270 mt. – 3,400 km. Di tutte le strade è la più agevole, l’unica fra l’altro percorribile anche con un’automobile normale. Percorrerla a piedi però, se richiede ovviamente più tempo, consente però di goderne maggiormente. Partendo da Sommaprada la strada attraversando la località Gaccio è fiancheggiata da numerose baite. Passati varie pinete e prati in un’ora e mezzo di cammino si arriva alla località Monti di Cerveno: un insieme di prati ideali per pic-nic e tintarelle estive, disseminati di case e cascine; amministrativamente siamo in Comune di Cerveno, ma da punto di vista geografico ancora in Valle di Lozio. Il tragitto è abbastanza agevole anche in mountain bike. Arrivati in cima si consiglia di prendere la stradina-sentiero che gira a destra: in venti minuti si sale al Pizzo Alto (1.340 mt.), collinetta dalla quale in una giornata limpida è possibile godere di un insolita veduta del gruppo del Pizzo Camino e di una spettacolare prospettiva della bassa Valle Camonica che spazia fino al lago d’Iseo.

Dai Monti di Cerveno si può - proseguendo oltre - scendere a Cerveno; girando a sinistra è possibile invece inoltrarsi sui sentieri che salgono le pendici della Concarena oppure proseguire sulla strada che porta alla malga Rò bassa e a Cima Plasse.

 

La bià de le Plase (Cima Plasse - Malga Rò bassa – Monti di Cerveno).

Da 1.100 a 1.450 a 1.270 mt. – 3,500 km. circa. Dalla strada per i Monti di Cerveno, 500 mt. dopo l’uscita dall’abitato di Sommaprada, all’inizio dei Gacc (località Gaccio) si devia sulla sinistra. La strada si inerpica, abbastanza impegnativa ma con tratti in erbablock, in una serie di tornanti. Transitati dalle cascine di Canos e Ca de Mense si arriva dopo ¾ d’ora alla spianata erbosa di Cima Plasse (1.420 mt.). Il pendio si addolcisce, il prato è enorme, dominato da un gigantesco abete. Proseguendo sulla sinistra un sentiero riconduce alla parte alta di Sommaprada. Ma noi proseguiamo a destra. La strada spiana e attraversando la pineta giunge prima alla malga Rò bassa (1.445 mt.), poi inizia a scendere e sbuca nei prati alti dei Monti di Cerveno, tra le prime cascine (un altra ½ ora). Sconsigliabile in bicicletta la salita Gaccio-Cima Plasse; è invece godibile in senso inverso come via alternativa di ritorno rispetto al percorso precedente.

Da Malga Rò bassa, volendo si può salire in una ventina di minuti a quella alta, dove la pineta finisce ed inizia il pendio erboso che sale fino alle creste rocciose del Cornone della Concarena (2.000 mt.). Nella malga Rò alta (1.540 mt.) tiene le sue mucche vendendo il loro latte e i prodotti che ne derivano l’agricoltore Gianfranco Barbieri.

 

La strada delle Cave di Pietra  (Laveno – Case del Ceto - Cave di Pietra – Colle dell’Oca).

Da 980 a 1.050 mt. – 4,000 km. circa. Detta anche nel suo primo tratto strada della Mecca perché conduce dall’abitato di Laveno alle cave di pietra un tempo lavorate dall’omonima impresa. Il fondo grazie al passaggio continuo in passato di camion carichi di materiale è ancora buono. La strada, fatta eccezione per due tratti impegnativi – il primo dei quali, dopo la discesa iniziale, porta fino alle Case di Ceto (1.000 mt.), buon punto di osservazione per ammirare la valle di Lozio - è abbastanza agevole. Giunti alle cave di Pietra (1.080 mt., ¾ ora di cammino) la strada si stringe e scende, il bosco preme ai lati, diventa sentiero, ma l’atmosfera è ancor più suggestiva. Si lambisce il crinale e i prati che scendono verso il territorio di Losine, poi si risale un poco e si arriva al colle dell’Oca (1.050 mt, altri ¾ d’ora), colle proteso nel mezzo della media Valle Camonica: la vista spazia a 180°. Qui, un poco più sotto, un bacino idroelettrico dove giunge il chilometrico canale sotterraneo che taglia orizzontalmente il pendio della valle di Lozio intercettandone tutte le acque (ovvero rubandole senza violare alcuna legge del codice). Fattibile senza troppe difficoltà anche in mountain-bike.

 

La strada Molina – Malga Plagne – Colle Mignone.

Da 900 a 1.540 mt. – 6,000 km. circa. La strada inizia ripidissima deviando a monte rispetto alla strada intercomunale Ossimo-Lozio, dove questa venendo da Creelone termina il tratto in discesa, attraversa la valle dell’Inferno in località Molina e si appresta a risalire. La strada per Colle Mignone, creata non molti anni fa, sale tutta nella pineta, girando attorno al Monte Mignone sul lato orientale. Il percorso è lungo, strappi eccessivi non ce ne sono, ma la strada sale in maniera costante e per godersela in bicicletta ci vuole una gamba resistente. Ormai prossimi al traguardo si transita alla Malga Plagne (1.400 mt.), ottimo luogo per una sosta e occasione di una veduta frontale spettacolare e ravvicinata del pendio erboso del Monte Sossino e della verde cresta delle Ai Piane (Monte di Val Piane, 2.170 mt.). Da qui il percorso si impenna e nello spazio di poche centinaia di metri si sale di altri 150 mt. arrivando, dopo due ore e mezzo di cammino, al già citato trivio di Colle Mignone e all’area di sosta con panchine e fuoco per barbecue giusto di fronte alla santella.

 

Michele Pizio

 

Accoglienza turistica in Valle di Lozio

 

Punti di ristorazione:

TRATTORIA ALPINA - bar, ristorante, pizzeria

via San Paolo, 22 - 25040 Villa di LOZIO (BS)

tel. 0364 494036

BAR RESU’ (chiusura invernale)

località Resone - 25040 Villa di LOZIO (BS)

tel. 0364 494207

 

Per chi – oltre al pranzo - volesse anche fermarsi a pernottare in Valle di Lozio le possibilità sono:

COOPERATIVA VALLE DI LOZIO - agriturismo - 28 posti letto

località Camerata - 25040 LOZIO (BS)

tel. 338 6022133

BAR RISTORANTE BED & BREAKFAST SANTA CRISTINA - 10 posti letto

via san Gregorio, 3/a - 25040 Sommaprada di LOZIO (BS)

tel. 0364 494301

 

Per i gruppi e le collettività (dagli scout ai gruppi di famiglie alle scolaresche) è possibile essere ospitati a prezzi decisamente accessibili presso tre strutture casa-vacanze dove si pernotta e ci si gestisce il ristoro nelle cucine:

CASA VACANZE Asilo di Villa - 70 posti letto

via San Pietro - 25040 Villa di LOZIO (BS)

tel. 0364 494069 / 347 7646682

CASA VACANZE ex Scuole di Laveno - 50 posti letto

via Castello - 25040 Laveno di LOZIO (BS)

tel. 340 5573861 / 347 7646682

CASA ARCOBALENO G.I.A.N. - Gruppo amici della Natura - 27 posti letto

via Adua, 5 - 25040 Villa di LOZIO (BS)

tel. 0364 494120 / 0364 494220

CASA della SAPIENZA - struttura per vacanze religiose, ritiri e seminari spirituali

via san Gregorio - 25040 Sommaprada di LOZIO (BS)

tel. 0364 494074 / 0364 533881

 

Per chi invece volesse cercare appartamenti da affittare o comperare si prega di contattare la Pro Loco che ha iniziato di recente a svolgere un servizio di collegamento tra domanda e offerta di alloggi.

 

FOTOGRAFIE

 

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In alto, da sinistra: Sommaprada, Laveno, la chiesa di San Nazzaro e Sucinva. In basso a sinistra il borgo di camerata. In mezzo i prati della Coltura.

 

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L’ultimo tratto della bià de le Icc (strada delle Viti) che da Malegno sale a Sucinva. Qui, già nei prati della Coltura, all’ingresso di Sucinva, siamo ormai arrivati.

 

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In basso Resù e Villa di Lozio sormontati dai monti che gli fanno da corona: da destra a sinistra il Pizzo Camino, il Monte Sossino e la Cime Ezendola.

 

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La strada che sale da Gaccio arriva nella spianata erbosa di Cima Plasse.

 

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Tra la vegetazione sottostante e l’imbocco della sovrastante e rocciosa Val Baione la bianca chiesetta di Santa Cristina.

 

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Tra i tanti gioielli sconosciuti della Valle di Lozio eccone uno dei più sorprendenti, forse al tempo stesso il più nascosto e accessibile. Salendo lungo al provinciale dopo la prima coppia di tornanti la strada attraversa il torrente Lanico in località Rasega (740 mt.). Imboccata la stradina sterrata che devia appena prima del ponte, dopo qualche prato e un accenno di bosco, ci si imbatte in un piccolo angolo di paradiso. La strada attraversa il torrente con un delizioso ponte in stile romanico (il put de Sipù, 785 mt.) e lì, stretto tra il tondeggiante pendio erboso di un lato e quello terroso praticamente verticale sul lato opposto si apre una piccola radura: una cascina incorniciata da due alberi, un abbeveratoio e la pozza trasparente creata da uno sbarramento del torrente per l’ennesima presa d’acqua. Il tutto a un quarto d’ora di cammino dall’asfalto. Andateci.

 

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L’abitato di Villa e la località Resone dalla torre del castello, sopra Villa. Della roccaforte sono giunti fino a noi i resti delle mura della parte bassa e quelli della torre più alta. Il castello protesse in epoca medioevale l’arroccata famiglia locale, i Nobili, che nel XIV ebbe un ruolo di una certa importanza nelle lotte fra guelfi e ghibellini, Venezia e Milano, per il controllo della Valle Camonica. Come giungere ai resti del castello. Dal parcheggio sul torrente Re a Villa si sale alle spalle dell’abitato. Da qui una strada molto ripida e con numerosi tratti pavimentati in erbablock si inerpica fin sotto un roccione dove si trovano i ruderi del castello. Dislivello da 1.020 a 1.200 mt. Tempo di salita: ½ ora circa. Con uno sforzo supplementare, proseguendo ancora, fino a 1.290 mt., si arriva alla torre da dove la vista sulla valle spazia ancor più in lontananza.

 

Per informazioni:

PRO LOCO VALLE DI LOZIO

Contrada dei Nobili, 28

25040 – Villa di LOZIO (BS)

tel. 335 315676

prolocovalledilozio@libero.it

www.scalve.it/lozio