AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Storia dei rapporti tra Tevere e Roma

 

Leggi e normative

Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Parco del Monte Cucco

Il Parco del Monte Cucco è un parco regionale umbro, infatti si trova all’interno del territorio della Regione Umbria. Esattamente questo territorio, istituito parco nel 1995, si trova nei pressi del confine nord occidentale umbro, in provincia di Perugia. Questo parco, gestito dalla Comunità montana Umbria Nord, è delimitato dal crinale dei monti Appennini. La cima maggiore di questa parte della catena è il Cucco, di 1566 metri. Il parco è poi delimitato dal percorso storico della Via Flaminia e dai fiumi Sentino e Chiascio.

Nel centro Italia quello del Monte Cucco è conosciuto come il Parco dello sport in montagna. Tante le attività che si possono provare all’interno del Monte Cucco, tra queste citiamo il volo a vela, ovvero deltaplanismo e parapendio, la speleologia, lo sci di fondo, il trekking.

Si può inoltre praticare lo sci da fondo a Pian delle Macinare, la pesca sportiva lungo il fiume Sentino ed il torrente Rio Freddo. Non mancano sicuramente le possibilità per il classico escursionismo a cavallo e in mountain bike, grazie alla presenza, all’interno del parco, di  lungo vari percorsi segnati.

Il Parco è un territorio incontaminato, tanto che la polo azione che risiede all’interno del suo territorio non raggiunge le 7000 unità. In questo territorio abbondano quindi piccoli centri ricchi di storia e tradizioni. I centri principali su queste terre sono: Gubbio a nord e Gualdo Tadino a sud.

La catena appenninica che attraversa il parco è formata da una flora varia e ricca. Nelle cime maggiori è possibile incontrare boschi di  faggete e pascoli montani, separate tra loro da pareti rocciose e forre di grandi profondità. In questi territori è anche possibile notare alcune delle molte sorgenti d'acqua che scorrono nel parco. Sulle cime minori, quasi dolci colline, si possono sempre incontrare boschi e pascoli che si susseguono. Scendendo ancora da un punto di vista altimetrico si incontrano i boschi cedui e i primi appezzamenti coltivati. In “pianura” incontriamo l’antica Via Flaminia e i centri storici di origine romana che sono stati costruiti nei pressi della consolare.

La fauna che vive all’interno del parco è composta da animali come il lupo, il gatto selvatico, il daino, e da animali di dimensioni minori come la lepre e l’istrice. Inoltre si nota la presenza di ungulati come il cinghiale.

Gli uccelli che vivono nel parco sono l’aquila reale, il falco, la starna, la coturnice, il gufo reale, il martin pescatore.

Nei numerosi corsi d’acqua troviamo esemplari di gambero di  fiume e di trota fario.

Da visitare, all’interno del parco ci sono davvero molte attrazioni naturali: possiamo incominciare con la Forra di Rio Freddo. Si tratta di una profonda incisione che si trova lungo gran parte del confine orientale del Parco. È una gola che è stata scavata nell'ultimo milione di anni dal Torrente Rio Freddo nei calcari massicci del Lias Inferiore.

Sul versante occidentale del parco è invece possibile ammirare la muraglia di “Le Lecce”, situato, per dare anche un riscontro per i paesi vicini, al di sopra della città di Sigillo.

Per gli amanti delle escursioni, ed in inverno dello sci di fondo, è utile salire a 1135 metri, presso il Pian delle Macinare dove è possibile seguire sentieri affascinanti.

Passiamo poi a parlare dei cosiddetti prati "cacuminali", si tratta di alcuni terreni che in natura nascevano come “praterie”, ovvero grandi distese erbose, e che sono state trasformate dall’uomo in pascoli.

Nel territorio del comune di Scheggia, per la precisione a Valdorbia,  è possibile visitare le Cave Sotterranee. Si tratta di una fitta rete di gallerie, che si dipanano lungo un percorso che misura decine di chilometri, scavate dall’uomo sulla sponda sinistra e destra del Fiume Sentino per ricavare marna da cemento e pietra litografica.

Per gli amanti dell’archeologia è d’obbligo la tappa al sito Paleontologico di Valdorbia.

I fossili osservabili sono stati recuperati da delle rocce sedimentarie calcaree e marnose risalenti al periodo giurassico-cretacee, ovvero da 200 a 120 milioni di anni fa.

Per maggiori informazioni rivolgersi alla Comunità Montana Umbria Nord a Villa Anita, Sigillo (PG).