AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

  Ambiente e Natura Cosa sono l'ambiente e la natura? Protocollo di Kyoto Enti ambientali Associazioni naturalistiche CFS (Corpo Forestale dello Stato) ERSAF (Ente Regionale per i Servizi dell'Agricoltura e Foreste) CAI (Club Alpino Italiano) FAI (Fondo Ambiente Italiano) Greenpeace Legambiente WWF Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli)

AMBIENTE PARCHI ASSOCIAZIONI BOTANICA VIAGGI

Correrenelverdeonline

Natura

Castelporziano

Via Francigena

Pescasseroli

Saline italiane

Gran Sasso

Valle di Cornia

Valle d'Agri

Cogne

Valle Siciliana

Viterbo

Zone Umide Italiane

Venezia

Venezia: Le foto

 

Ambiente

Celle a combustibile

Protezione dai campi elettromagnetici

Energia eolica

Energia solare

Batteria al piombo: riciclo

Meteomont

Radon: pericoli all'esposizione

Smog Fotochimico

 

Archivio

Codice Forestale Camaldolese

Codice forestale camaldolese II

Elisa Cerrato: "Due giorni al Nivolet"

Intervista a Giovanni Alemanno

Intervista a Giorgio De Matteis

Intervista a Cesare Patrone

Intervista da Francesco Scarpelli

Mantova ed i suoi laghi

Gran Paradiso

Storia delle celle a combustibile

Storia dei rapporti tra Tevere e Roma

 

Leggi e normative

Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Aziende, Onlus, Enti, Associazioni per l'ambiente e la natura

 

IL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

 

Il Nivolet

 

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco nazionale istituito in Italia, abbraccia un territorio di oltre 70 mila ettari, compreso fra le Valli Orco e Soana in Piemonte, le Valli di Cogne, Rhemes e Savarenche in Valle d’Aosta. Boschi di larici e abeti, vaste praterie alpine, rocce e ghiacciai costituiscono lo scenario ideale per la vita di una fauna straordinaria che ha nello stambecco il suo animale simbolo.

 

LA VALLE ORCO

La Valle Orco prende il nome dall'omonimo torrente che nasce a ridosso dell'altipiano del Nivolet a 2300 metri di altezza e percorre l'intera vallata che nei toponimi viene anche indicata come "valle di Locana". Una buona fetta della Valle Orco è compresa nei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il decano delle aree protette italiane. Conosciuta già nel secolo scorso per la sua realtà montana ricca di bellezze naturali, intorno al 1859 la Valle Orco visse un momento di grande visibilità grazie alle "incursioni" di Vittorio Emanuele II, il "Re cacciatore" al quale il Comune di Ceresole aveva ceduto il diritto di caccia su camosci e stambecchi, ottenendo in cambio il titolo onorifico "Reale". Ceresole era anche meta delle escursioni estive della Regina Margherita, di Giosuè Carducci, di Guido Gozzano. Fra fine ‘800 e inizio ‘900, Ceresole visse una stagione di turismo di elite, di moda fra la borghesia torinese, legata alla presenza dei Savoia e alla fonte di acque minerali molto conosciuta e apprezzata. Segni di quell’epoca sono le architetture di pregio del Grand Hotel e di alcune ville. L’attività economica era legata, inoltre, all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, soprattutto nel vasto pianoro del capoluogo. In seguito, con la realizzazione del bacino artificiale dell’Aem di Torino, inaugurato il 2 agosto del 1931 dall’allora Principe ereditario Umberto di Savoia, l’economia del centro montano cominciò a gravitare intorno ai nuovi impianti idroelettrici, esempio straordinario di sfruttamento delle acque dell’Orco e dei suoi affluenti. La vocazione turistica di Ceresole Reale ha cominciato a riprendere quota alla fine degli anni ’80, con una serie di interventi mirati alla valorizzazione di questa importante "fetta" del Parco del Gran Paradiso.

 

LA VALSAVAReNCHE

Racchiusa dal massiccio del Gran Paradiso, la Valsavarenche confina con le Valli di Rhemes e Cogne, e alla testata con la Valle Orco con il piano del Nivolet. E’ attraversata dal torrente Savara, che si getta nella Dora Baltea nei pressi di Villeneuve (AO), dopo aver superato foreste e gole rocciose. Grazie alle sue caratteristiche, la valle è rimasta a lungo isolata; l’interesse turistico nei suoi confronti si è sviluppato solo a partire dall’Ottocento, quando il re Vittorio Emanuele II la scelse come meta prediletta delle battute di caccia, di cui era grande appassionato. Qui il sovrano poteva infatti dedicarsi alla caccia al camoscio e allo stambecco, diventati poi simboli del Parco Nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922. Oltre che da camosci e stambecchi, le montagne della Valsavarenche sono abitate da aquile reali, gipeti e i più grandi rapaci alpini. Il territorio è estremamente vario, con ghiacciai e laghi alpini, che caratterizzano il paesaggio d’alta quota, ed è base di partenza per l’ascesa al Gran Paradiso (m 4061), l’unico 4000 interamente italiano.

La Valsavarenche è attraversata da una strada che dal piccolo comune di Introd, all’imbocco della valle, raggiunge Dégioz, a 1540 metri, ai piedi della Grivola e del Gran Nomenone, e arriva a Pont per terminare proprio alle falde del Gran Paradiso.

 

LE ATTIVITA’ NELLE DUE VALLI

 

Gli sport praticabili

Le attività sportive praticabili in Valle Orco e Val Savarenche sono: l’escursionismo, l’alpinismo, lo sci alpinismo, lo sci di fondo, l’arrampicata, le cascate di ghiaccio, il pattinaggio su ghiaccio.

 

Centri Visita in Valle Orco e Valsavarenche

a Noasca presso il municipio (tel. 0124-901070), segreteria turistica del Parco, mostra permanente sulla geologia e geomorfologia, laboratorio didattico e proiezioni: è il principale punto informativo del parco, aperto tutto l’anno e tutti i giorni;

a Ceresole Reale in località Pian della Balma, mostra permanente sullo stambecco (durante l’estate);

al Serrù (punto informativo) mostra sul sentiero del Colle della Losa, che collega i parchi Gran Paradiso e Vanoise: aperto solo in estate;

a Locana presso la chiesa sconsacrata di San Francesco, mostra sugli antichi mestieri delle vallate piemontesi del parco, con particolare attenzione alla figura dello spazzacamino

a Degioz (Valsavarenche) mostra permanente sulla lince e sulla predazione animale (in allestimento nella nuova sede, apertura prevista inizio di luglio.

Per informazioni tel. 0124 901070)

 

Percorsi naturalistici ("Sentieri natura") e per non-vedenti

Noasca (Valle Orco): due percorsi; il primo con le indicazioni delle specie vegetali; il secondo, più recente, che risale il Vallone del Roc toccando alcune interessanti borgate ormai abbandonate.

Ceresole Reale (Valle Orco): studiato anche per i non vedenti, è un percorso che stimola i sensi meno utilizzati, come il tatto, l’olfatto e l’udito.

Valsavarenche: da Eaux Rousses si segue l’antico sentiero per la casa di caccia di Orvieille. Sono sviluppati gli aspetti naturalistici e culturali di maggior interesse.

ITINERARI NELLA ZONA DEL NIVOLET

 

La chiusura al traffico permette di assaporare il Nivolet e il suo territorio con maggiore attenzione, alla scoperta di scenari naturali di grande fascino.

Si possono infatti visitare luoghi storici, come le case di caccia fatte costruire dai sovrani sabaudi nei secoli scorsi, come quella del Gran Piano di Noasca, o altre attualmente trasformate in rifugi (il Rifugio Savoia è l’antica palazzina di caccia costruita da Vittorio Emanuele II), o percorrere i numerosi "sentieri natura", che, grazie ad un attenta segnaletica, consentono al visitatore di conoscere l’ambiente e le realtà locali.

Passeggiate a piedi, in bicicletta e, per gli amanti di paesaggi incontaminati, è possibile avventurarsi con corde e picozze.

Le località del Serrù, del Chapili, di Ceresole Reale (che si estendono a sud del Nivolet e sono dotate di parcheggi custoditi) o della Valsavarenche (versante valdostano del Parco Nazionale Gran Paradiso) presentano molti itinerari (alcuni più brevi e altri di qualche ore) che conducono al Colle o nei dintorni.

La descrizione degli itinerari che segue non scende nei dettagli: vuole essere semplicemente uno spunto per il lettore-escursionista, lasciandogli l’onere della documentazione, ma anche la soddisfazione che nasce fin dai preparativi che precedono un’escursione di grande respiro.

 

A PIEDI DA VALLE DELL’ORCO

1. Dal Colle del Nivolet al Lago Lillet

Dislivello in salita: 650 m

Tempo di salita: 4 ore

L’itinerario inizia "sotto" il Colle del Nivolet, più precisamente nella zona denominata "Losere", dove si prende la strada reale segnata, che aggira la Costa della Civetta e raggiunge l’Alpe Combetta.

Da qui si può godere di uno splendido punto panoramico. Si sale quindi all’Alpe Comba per poi raggiungere, con un percorso più ripido, fino al Colle della Terra. Superato il Colle inizia la discesa verso il Lago Lillet, l’"Occhio azzurro" del Gran Paradiso, posto in una conca glaciale. Si arriva sulle sponde del lago attraverso gli ultimi tornanti della mulattiera. Gli appassionati delle lunghe camminate e delle pendenze di montagna possono proseguire e arrivare fino al Colle della Porta e godere degli splendidi panorami alpini.

2. Dal Rifugio Savoia (2532 mt, dal colle del Nivolet verso la Valsavarenche) ai laghi Rosset e Leytaz (2703 mt)- Punta Basei (3338mt)

Dislivello in salita: 806 m

Tempo di salita: ½ fino ai laghi; 3 ore fino al Colle Basei

E’ un itinerario molto amato dai frequentatori del Nivolet: è infatti di grande bellezza paesaggistica e non presenta alcuna difficoltà per i meno esperti. Dal Rifugio Savoia si arriva alla zona dei laghi Rosset e Leytaz, fino al Colle Nivolet e poi Colle Basei. Lo spettacolare panorama sul Gran Paradiso vale da solo la prova di questo percorso. Da qui, in un’ora, e con capacità alpinistiche, si raggiunge la cima della punta Basei (mt 3338), dove il panorama si allarga a tutti i "4000" della valle d’Aosta.

3. Dai Chiapili di Sopra di Ceresole Reale al Rifugio Chivasso

Dislivello in salita: 800 m

Tempo di salita: 3 ore

Il circuito parte da Alpe Brengiat a monte dei Chiapili di Sopra (1754 m) di Ceresole Reale. Si segue la vecchia strada del Nivolet che corre parallela alla provinciale fino ad un ponte di legno. Da qui si prende la strada asfaltata per un centinaio di m per ritornare sul sentiero della mulattiera reale, in corrispondenze di un gruppo di baite. Proseguendo per una serie di tornanti si arriva alla comoda mulattiera che sale all’Alpe Buffà. Si continua poi a salire, fino ad incontrare il sentiero, che volgendo a destra, conduce al casotto del P.N.G.P. del Bastalon. Proseguendo lungo la provinciale per più di 500 mt si arriva sotto le rocce del Nivolet. Da qui verso l’antica strada reale di caccia c’è un bellissimo colpo d’occhio sul Serrù e sull’Agnel. In breve si raggiunge il rifugio Chivasso (m 2604).

4. Dal Nivolet a Ceresole Reale per la strada reale di caccia

Dislivello in salita: 800 m. circa

Tempo di salita: 8 ore

Partenza da "Losere" e si prosegue verso il Colle della Terra – Lago Lillet – Colle della Porta – Alpe Broglio – A. Broglietto – A. Loserai – Colle Sià – Casa Bianca – Moies – Ceresole.

E’ sicuramente l’itinerario di maggior prestigio dell’alta valle Orco. La strada reale di caccia, con il suo maestoso sviluppo, accompagna l’escursionista alla scoperta del versante meridionale del Gran Paradiso in tutti i suoi aspetti: dai pascoli ricchi di acque, alle morene, dai ghiacciai ai laghetti, dalla rossastre pareti rocciose ai dolci pendii ammantati di larici. Senza dimenticare, specie di buon mattino, gli incontri con la tipica fauna del Parco.

A PIEDI DA VALSAVARENCHE

 

5. Da Degioz (1541 m) al Colle del Nivolet

Dislivello in salita: 1350 m

Tempo di salita: 8 ore

Un itinerario che mescola storia e natura: si incontrano infatti palazzine di caccia sabaude e stambecchi. Il luogo di partenza è Degioz. Superati il torrente Savara e le poche case di Vers le Bois, si segue l’ex strada reale di caccia, che sale piacevolmente, senza affaticare i camminatori. Oltre il bosco si trova la casa di caccia d’Orvieille, la prima delle costruzioni volute da Vittorio Emanuele. La seconda è l’ex rifugio Savoia, dove si raggiunge il piano del Nivolet. Per raggiungerla da Orvieille si segue il sentiero per il Col di Entrelor fino al lago Djouan. Da quest’ultimo si raggiunge il colletto della Costa della Mentò scendendo poi nel vallone delle Meyes dal quale si risale per un breve tratto fino a superare la Costa dell’Aoullier oltre la quale il sentiero prosegue con andamento prevalentemente pianeggiante passando nelle vicinanze del casotto dei guardaparco dell’Aoullier dal quale scende verso la strada proveniente dal Colle del Nivolet. La pista si mantiene alta sul piano del Nivolet e conduce fino ai laghi, dove si trova l’antica palazzina di caccia sabauda, oggi rifugio Savoia.

 

6. Da Pont di Valsavaranche (1960 m) al Piano del Nivolet

Dislivello in salita: 450 m (600 m fino al Colle)

Tempo di salita: 1 ora 30min (2 ore 30min fino al Colle)

E’ uno degli itinerari classici della Valsavarenche, con panorami di grande fascino soprattutto a luglio, quando i prati offrono meravigliose fioriture. Il sentiero inizia nei pressi del piazzale di Pont di Valsavarenche, salendo poi in un bosco di larici, fino alla base dei pendii e delle pareti sottostanti la croce dell’Arolley. Il sentiero supera con alcuni tornanti ripidi pendii giungendo così alla croce medesima, offrendo un panorama spettacolare sulle vette del Gran Paradiso. Il sentiero prosegue salendo mantenendo la sinistra (destra idrografica) del torrente Dora del Nivolet. Dopo aver attraversato alcune piccole conche, e senza attraversare il torrente, si raggiunge infine il Piano del Nivolet. Volendo proseguire, e attraversando il piano del Nivolet, si passa nei pressi di due alpeggi (A. del Grand Collet e A. del Nivolet); il sentiero sale poi con dolcezza raggiungendo la strada che scende dal Colle del Nivolet. Nei pressi del valico si trovano i laghi alpini e i rifugi del Nivolet: il Città di Chivasso e il Savoia.

 

COME RAGGIUNGERE IL COLLE DEL NIVOLET

In auto

DA TORINO

Si percorre la A5 in direzione Aosta fino ad Ivrea, qui si imbocca la statale 565 in direzione Castellamonte-Cuorgnè. A Courgnè si seguono le indicazioni per Ceresole Reale e si attraversano i paesini di Pont Canavese, Locana, Noasca. Ceresole Reale è l’ultima località prima del Colle del Nivolet, distante da qui circa 20 minuti di strada.

DA MILANO

Si percorre la Milano-Torino fino all’allacciamento con la A5 Torino-Aosta in direzione Aosta. L’uscita da prendere è quella di Ivrea, dopodiché si seguono le indicazioni sopra fornite.

In treno + Autobus

Il versante piemontese del Parco si raggiunge dalle stazioni di Torino e Ivrea con mezzi pubblici:le linee SATTI. Tel. 011 5215523-57641, 800217216 - www.satti.it

Il versante valdostano del Parco si raggiunge dalla stazione di Aosta con mezzi pubblici: le linee a disposizione sono SAVDA. Tel. 0165- 262027- www.savda.it

 

CONTATTI UTILI

Ufficio stampa:

Tel. 011-547471; Fax 011-534311

Gabriella Braidotti 348-3152102

e-mail: info@360info.tv

 

Segreteria turistica del Parco nazionale Gran Paradiso:

Via Umberto I, 1- 10080 Noasca (TO)

Tel./ Fax: 0124- 901070

e-mail: info@pngp.it

 

Guide del Parco:

Tel. 011-8606233

 

Per Trekking naturalistici rivolgersi a:

Parnassius Apollo Club, c/o guida del Parco Gianni Tamiozzo

Tel. 011-2680062

e-mail: parnassius.apollo@libero.it

 

PERNOTTAMENTO E CUCINA TRADIZIONALE

 

RIFUGIO "MASSIMO MILA"

Il rifugio escursionistico Massimo Mila sorge a 1583 metri di altezza, sulla sponda settentrionale del lago artificiale di Ceresole, in una zona di particolare interesse naturalistico: l’alta Valle Orco, nel "cuore" del versante piemontese del Parco Nazionale Gran Paradiso. Ospitato in un edificio costruito negli anni ’60 dall'Azienda Energetica Metropolitana di Torino, oggi il rifugio è stato "inventato" dall’Associazione Amici del Gran Paradiso e affidato in gestione alla Cooperativa Alp 2000, nata nella primavera del 2000 per favorire l’imprenditorialità nella montagna canavesana. Dispone di 35 posti letto in 1 camerata e 6 camerette.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0124-953230

 

RIFUGIO "CITTA’ DI CHIVASSO"

Il rifugio Città di Chivasso è localizzato nei pressi del Colle del Nivolet (nel versante piemontese del Parco) a circa 2600 mt di altitudine. La struttura gode di una posizione privilegiata, inserita in un ambiente ricco di specchi d’acqua a contatto con il verde della natura e con un magnifico panorama sull’altopiano del Nivolet e dei suoi laghi. Meta ideale degli escursionisti che giungono al Nivolet per godere di una sosta rilassante e ripartire per i numerosi itinerari che da qui si possono intraprendere, attraverso le antiche mulattiere reali. Il Rifugio dispone di 38 posti letto in due camerette da 6 letti e in due dormitori, in locale soggiorno-pranzo ed una veranda per il pranzo, in cui è possibile degustare la cucina tradizionale. Nel soggiorno un piccolo angolo bar e una biblioteca plurilingue.

Per informazioni: tel. 0124-953150 o 011-9600827;e-mail cittadichivasso@caichivasso.it

RIFUGIO "SAVOIA"

Situato nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, alla testata dell’alta Valsavarenche a 2534 mt, nella splendida conca pianeggiante del Nivolet, in riva al piccolo lago omonimo, il Rifugio Savoia è per gli amanti della montagna un punto di partenza per un’infinità di itinerari alpinistici a tutti i livelli. Circondato da una flora bellissima e da graziosi laghetti, da alte vette, ghiacciai e crepacci, la struttura è attrezzata di 20 camere da 2/3/4/ posti letto, una sala da pranzo con cucina casalinga e un piccolo bar.

Per informazioni: tel. 0165-94141 o 0165-95296

RIFUGIO "GUGLIELMO JERVIS" (m.225°)

 

A due ore di cammino da Ceresole Reale (Borgata Villa m. 1583), il Rifugio Jervis sorge sul vasto pianoro del Nel, ricco di acque e dominato dall’imponente e severo versante nord delle Levanne (m.3619). Dal Rifugio, attraverso il vasto pianoro, si può salire al Colle del Nel (m. 2551 – 1 ora) e scendere al Lago del Dres. Per Informazioni: tel: 0124-953138

RIFUGIO "LEONESI"(m. 2909)

 

A 4 ore di cammino da Ceresole Reale (Borgata Pouvens m. 1598). Nido d’aquila sullo sperone della Levannetta, il Leonesi, decano dei rifugi della valle (1892), fu testimone delle prime imprese alpinistiche del Duca degli Abruzzi.

BAR RISTORANTE "LA GENZIANELLA" (Ceresole Reale)

Una piacevole sosta al centro del paese nello chalet di recente costruzione. Possibilità di pasti con cucina tipica ceresolina. Tra le specialità: polenta concia, polenta con selvaggina, formaggi della malga, carni e verdure alla griglia, pane del Gran Paradiso, salam ‘d turge, pulenta ‘d Sirizol’s.

Indirizzo: Bg. Montone 18- 10080 Ceresole Reale (TO)

Per informazioni: Tel. 0124-953131

RISTORANTE "LA BARACCA" (Località Serrù)

Il ristorante "la Baracca" si trova all’imbocco del parcheggio del Serrù, dove partono le navette verso il Nivolet. Punto ideale per godere di una vista panoramica sul lago e per assaggiare i piatti tipici dell’antica tradizione di questa valle, dalla polenta concia con farina macinata a pietra, allo zabaione caldo, dal pane di castagne, alla toma condita, al tortino di castagne con crema di formaggio. Pranzando o cenando qui, il biglietto della navetta per risalire al Colle verrà rimborsato.

Per informazioni e prenotazioni: 0124-953275; 0124-582426

CAFFE’ "MORETTI" (Ceresole Reale)

Affacciato sulla piazza principale, il bar-paninoteca Moretti, offre una splendida vista sul lago e sulle montagne circostanti ed è dotato di due grandi terrazze solarium con sdraio e lettini. Possibilità di gustare l"aperitivo Ceresole", con prodotti tipici del paese e del Canavese e la coppa gelato "Nivolet" con il miele del posto.

CAMPING "PICCOLO PARADISO"

Situato in un piccolo angolo di Ceresole Reale, il campeggio "Piccolo Paradiso" offre delle piazzole con tanto spazio circondato da un verde lariceto e da un torrente color di perla che scorre a Valle. Verso il paese, si possono praticare innumerevoli sport: pallavolo, tennis, calcetto, freeclimbing, mountain bike, praticare escursioni a cavallo, pescare sul lago o dilettarsi con il windsurf.

Indirizzo: Località Foiere- 10080 Ceresole Reale (TO)

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0124-953235

 

 

A PIEDI TRA LE NUVOLE - COLLE DEL NIVOLET

IN BICICLETTA

Angelo Ghinelli, da L’Espresso on-line

 

"…Svolte e tornanti si ritorcono sui muscoli indolenziti. Accumuli acidolattici iniziano ad avvelenare lo sforzo. Un fragore di rocce franate si precisa in un contrappunto di silenzi e scrosci di cascate.

Altra svolta. Altro laghetto. Serrù. Verde smeraldo precipitato da un vertiginoso ghiacciaio che si assopisce nell'acqua gelida del proprio disfacimento. Un languido lamento di pedivelle cigola una faticosa melodia che si moltiplica in un gioco di eco indisciplinate.

Altra svolta. Altro laghetto. Agnel. La strada, coricata su un breve piano, deraglia nell'acqua increspata. Una diga impazzita si piega sul bacino artificiale disegnando un arco innaturale che risucchia anche la carreggiabile. La tenue risacca del laghetto batte un tempo antico, dimenticato, fatto di pazienza e sacrificio. L'acqua, fresco miraggio, riflette le sconclusionate peripezie del tracciato asfaltato che, ebbro di curve, si contorce lungo una possente parete verticale.

Il veleno degli ultimi tornanti s'insinua nell'organismo e strappa mute proteste di fatica. Un semplice gergo di deragliatore risuona lungo gli erti strappi che si ripetono al termine d'ogni svolta. Profonde ansimazioni rimbalzano da un tornante all'altro sommergendo in un messaggio d'incipienti fatiche i sottostanti compagni di viaggio. La radice d'asfalto sta per spuntare alla superficie del colle. Un paesaggio lunare irradia il proprio fascino verso i due laghetti precedenti che ora appaiono incastonati su azzardati terrapieni.

Altra svolta. L'ultima. Un bianco cartello, ex abrupto, annuncia la fine della salita. Colle del Nivolet. Duemilaseicentododici metri. Pochi metri di discesa ed ecco aprirsi l'altopiano omonimo. La fatica è finita.

Una marmotta lontana fischia un involontario saluto. La montagna domata si fa improvvisamente tenera e fresca. La stanchezza scompare. Ora lo scorrere del tempo si è cristallizzato in una crescente sensazione di soddisfazione.

Che però dura poco. Al di là delle creste occidentali immagino l’Iseran ad attendermi coi suoi duemilasettecentosettanta metri di fatica. Inevitabilmente sono già partito, con l’immaginazione, per un'altra salita.

 

SOTTO LE STELLE

Valerio Zuffi da Astroemagazine.astrofili.org

Il colle del Nivolet tra astronomia e natura

"Oramai di questi tempi è sempre più difficile trovare un luogo abbastanza buio dove poter compiere in tutta tranquillità le nostre osservazioni o scattare fotografie del cielo. L'inquinamento luminoso, infatti, sta avanzando come una macchia di petrolio sul mare, nonostante le Leggi Regionali ormai varate, che però quasi nessun Comune fa rispettare. In questo scenario che sembra ormai destinato a protrarsi nel tempo, esistono però ancora pochi luoghi che si possono definire veramente "bui", e in questo spazio vorrei parlarvi di uno di essi, situato sul confine Italo-Francese, tra Valle d'Aosta e Piemonte: il Colle del Nivolet.

[…] La strada per giungere al passo è ricca di tornanti, ma il panorama che la contorna è una gioia per la vista: Vallate con prati pieni di fiori, torrentelli che formano sculture tra le rocce, cime innevate e animali selvatici, rischiano di distrarre un po' troppo chi guida! A metà strada si incontrano altri 2 laghetti artificiali, il Serrù e l'Agnel, con l'acqua di due colori contrastanti tra loro, uno di un blu intenso, l'altro di un azzurro glaciale. Arrivati al passo è impossibile non fermarsi per guardare il panorama dal quale siamo saliti. Da una vera e propria balconata sulla valle si possono ammirare i due laghetti accennati prima e il paesaggio che passa dalla foresta di larici e abeti, ai prati fioriti, fino alle rocce più antiche.

[…] Non c'è più nessuno, i pochi escursionisti che tornavano dalle lunghe passeggiate sono ormai rientrati nei rifugi o scesi a valle. Siamo rimasti solo noi, noi astrofili, noi imperturbabili scrutatori del cosmo, noi che siamo la curiosità nella sua massima espressione. Dopo la lunga attesa del calare del crepuscolo estivo, eccole, le candele del cielo, che una dopo l'altra vengono accese da una mano invisibile senza sosta. E' uno spettacolo magnifico, soprattutto dopo che la Via Lattea mostra le sue braccia tentacolari che ci avvolgono come le braccia di una madre. "Ecco il cielo del Nivolet" dice l'astrofilo che ci ha portati qui, interrompendo un silenzio quasi irreale. Da Sud a Nord il cielo è spaccato in due da una strada di luce, in cui si distinguono perfettamente le nebulose del Sagittario (la Laguna è un vero faro!), le nubi stellari nello Scudo e si nota la forma della nebulosa Nord America nel Cigno.

[…] Che dire ancora? Di sicuro che non è possibile capire l'emozione che un abitante della Pianura Padana prova trovandosi sotto un cielo del genere, che quando è buio è buio sul serio, fino a che non si assiste allo stesso spettacolo. Il tempo corre così in fretta che non ci si accorge quasi che l'alba è ormai giunta. Il Sole estivo sorge dai monti tra le 6,30 e le 7,15, rischiarando tutto il colle e risvegliando gli animali dal sonno notturno. Per chi ama la natura è un momento indimenticabile: centinaia di marmotte si avventurano tra i prati o a prendere il sole sulla strada, sulle creste si possono avvistare camosci o stambecchi, alcuni che si tirano cornate che tuonano nella valle e spesso si possono avvistare delle aquile. È un momento che non si può perdere, perché più tardi gli escursionisti spaventeranno di certo i poveri animali, che si ritireranno nelle tane. Anche questo è il bello di dormire sul luogo di osservazione. Purtroppo è ora di tornare, salutando questo incantevole luogo parzialmente incontaminato, sperando che anche la prossima volta ci possa offrire le meraviglie che ci ha offerto nella notte."