AMBIENTE E NATURA: AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Elisa Cerrato: "Due giorni al Nivolet"

Intervista a Giovanni Alemanno

Intervista a Giorgio De Matteis

Intervista a Cesare Patrone

Intervista da Francesco Scarpelli

Mantova ed i suoi laghi

Gran Paradiso

Storia delle celle a combustibile

Storia dei rapporti tra Tevere e Roma

 

Leggi e normative

Legge 21 novembre 2000, n. 353

Legge 9 dicembre 1998, n. 426

Protezione dalle esposizioni a campi elettrici

DL n° 230/1995 modificato

D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448

 

 


 

 

 

Ambiente e Natura: per vivere meglio con più consapevolezza

Aziende, Onlus, Enti, Associazioni per l'ambiente e la natura

 

L’ALTOPIANO DEL NIVOLET

 

"Le due valli" nel Paradiso, le loro attività, itinerari ed altro

 

A piedi tra le nuvole del NivoletL’altopiano del Nivolet si estende per circa sei chilometri nell’alta Val Savarenche, collegandosi alla Valle dell’Orco, ad una quota media di circa 2.420 metri. Particolarmente ricco di acque grazie agli ampi meandri della Dora del Nivolet. Due i piccoli laghi alpini e molte le torbiere che rendono unico il paesaggio durante le escursioni al Nivolet.

Sul Colle si possono avvistare alcuni degli animali più noti del Parco del Gran Paradiso: stambecchi, camosci, marmotte, aquile reali, poiane, gheppi, corvi reali…

Il delicato ecosistema del Nivolet è caratterizzato, grazie agli ambienti umidi, dalla presenza di piante più rare come, ad esempio, il ranuncolo acquatico, dall'aspetto molto vario, con foglie lobate e fiori bianchi a base gialla galleggianti, o il sedum villosum, che cresce negli ambienti umidi, ha fiori rosa o lilla e foglie grasse.

Tipici del Nivolet sono gli eriofori, che durante la fioritura riempiono i prati con i loro ciuffetti bianchi, caratterizzando il paesaggio.

In alta quota si trovano anche boschi di larici, attraverso i quali si muovono i sentieri che portano al Nivolet; i larici sono spesso associati ad abeti rossi e a pini; nel ricco sottobosco si trovano rododendri e ginepri, mirtilli e felci.

Nell’Ottocento l’area dell’odierno Parco Nazionale del Gran Paradiso fu interessata dalla realizzazione di una serie di mulattiere e sentieri voluti dai sovrani sabaudi per la loro attività venatoria. Il sistema stradale, superiore ai 156 km totali per la sola dorsale principale, collegava cinque palazzine di caccia tra la valle di Champorcher e la valle dell’Orco (Dondeynaz, Lauson, Orvieille, Nivolet e Gran Piano), passando per le valli di Cogne e Valsavarenche. Nella zona del Nivolet passa il collegamento tra la Casa reale di Orvieille e il Gran Piano di Noasca, attraverso l’attuale Rifugio Savoia (circa 55 chilometri di percorso). La costruzione della strada asfaltata ha interrotto la continuità dell’antico percorso reale, che è però ancora in larga misura percorribile, in mezzo a scenari di grande interesse naturalistico e paesaggistico, ed è parte di numerosi itinerari all’interno dell’area.

 

L’ACCESSO AL NIVOLET

La strada che porta al Nivolet fu costruita tra il 1953 e il 1963 per collegare gli impianti idroelettrici dell’alta Valle dell’Orco. Negli anni seguenti fu aggiunto un tratto da Pont Valsavarenche nell’ipotesi, poi tramontata, di collegare i due versanti del Parco Gran Paradiso.

Negli anni della costruzione della strada era difficile prevedere l’enorme sviluppo che avrebbe avuto la circolazione automobilistica privata.

Ancora più difficile immaginare l’impatto negativo sui delicati equilibri naturali d’alta quota.

Negli ultimi anni il numero complessivo dei visitatori del Parco del Gran Paradiso ha raggiunto il milione e mezzo di unità, con i 2/3 delle presenze concentrate nel periodo estivo.

Le difficoltà del sistema naturale di fronte a queste cifre sono immaginabili. Una delle conseguenze peggiori della presenza dell’uomo e degli ‘assalti’ alla montagna è, ad esempio, l’allontanamento della fauna ungulata (stambecchi e camosci) dai percorsi e dalle aree abituali di pascolo. Inoltre l’aumento esponenziale dei rifiuti dei vacanzieri, l’inquinamento atmosferico e da rumore hanno reso precario l’equilibrio degli ecosistemi montani del Nivolet.

 

L’indagine sul traffico

Già nel 1993 sono state avviate le prime indagini per studiare qualche forma di regolamentazione del traffico privato sul Nivolet.

L'indagine, svolta in dieci giornate campione tra la fine di giugno e ferragosto, si è articolata in tre fasi:

conteggio dei volumi di traffico in entrata e in uscita dal parco;

conteggio della concentrazione delle vetture in sosta in 14 punti individuati lungo la strada;

indagine motivazionale, realizzata con la distribuzione di schede all'utente motorizzato all'ingresso e riconsegna dopo la compilazione all'uscita dal parco

Nelle giornate di rilevamento il massimo valore orario della mattina in entrata è stato di 360 vetture all’ora, una ogni 10 secondi; peggio per il traffico in uscita, nel giorno di ferragosto, pari a 470 vetture all’ora. Il numero delle autovetture in transito ha raggiunto un massimo di 1.552 unità, arrivando a 1678 comprendendo le motociclette e i camper, con la maggiore concentrazione di parcheggio al Nivolet, dove termina la strada.

La massima concentrazione giornaliera rilevata è una fila di auto pari a un parcheggio di 8000 mq a 2600 metri di quota. Una concentrazione dannosissima per la flora e la fauna locali e senza una ricaduta economica locale in grado di giustificarla.

Da un rilevamento delle vetture in sosta nelle ore centrali delle domeniche, nel 1997, è stato accertato un numero massimo di 1161 veicoli fra i circa 20 chilometri fra Ceresole e il Nivolet, di cui ben 486 fra il Colle e il Rifugio Savoia.

 

IL "TURISTA TIPO" DELL’INDAGINE

L’indagine ha tracciato un ritratto del turista-tipo del Colle del Nivolet: è piemontese, è un visitatore abituale, passa nell’area circa 4 ore, si sposta con la propria famiglia per fare una passeggiata fino al Colle del Nivolet.

Il turista tipo è conscio dei problemi creati dalla sua presenza al precario equilibrio alpino. La maggioranza degli intervistati ha infatti risposto favorevolmente alla limitazione del traffico.

Le opzioni più apprezzate, tra quelle proposte, sono quelle di lasciare l’auto in appositi parcheggi e a utilizzare la navetta (45%) o a pagare un pedaggio (28%) di ingresso all’area. In ogni caso dichiarandosi disponibili ad accettare una spesa.

Provenienza geografica

Torino

71%

Vercelli

4%

Asti

3%

Alessandria

3%

Altre

3%

Piemonte

85%

Lombardia

11%

Liguria

1%

Emilia-Romagna

1%

Altro

2%

Totale

100%

Presenza giornaliera

Fra 4 e 6 ore

27%

Fino a 2 ore

23%

Fra 2 e 4 ore

23%

Fra 6 e 8 ore

18%

Oltre 8 ore

9%

Presenza pluri-giornaliera

Un giorno e una notte

60%

Due settimane

15%

Due giorni

11%

Una settimana

5%

Motivazione della visita al Colle del Nivolet

Passeggiata

45%

Picnic

21%

Escursione

16%

Altro

8%

Pranzo ai Rifugi

8%

Alpinismo

2%

Totale

100%