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BENEDETTO XV

Giacomo Della Chiesa, il futuro papa Benedetto XV, ebbe i suoi natali nella città di Genova nel 1854.

Nato da famiglia nobile, il ragazzo effettuò i suoi studi come studente esterno presso il Seminario presente nella sua città d’origine. Deciso a seguire una carriera ecclesiale, Giacomo venne prima obbligato dai genitori a terminare i suoi studi universitari. Fu così che solo nel 1875, dopo aver ottenuto la laurea in giurisprudenza, il giovane Della Chiesa riesce ad entrare nel Collegio Capranicense di Roma per seguire la sua vocazione alla vita consacrata. Dati i suoi studi venne accettato dall’Accademia pontificia dei Nobili ecclesiastici, la scuola per i diplomatici della Santa Sede.

Il primo incarico importante ottenuto dal Della Chiesa iniziò nel 1883 quando il giovane sacerdote venne inviato a Madrid per divenire il segretario del Nunzio Apostolico della capitale spagnola, Mariano Rampolla del Tindaro. Dato il suo ottimo lavoro, mantenne il suo ruolo di assistenza anche quando il Nunzio venne creato Cardinale e andò ad occupare il ruolo di Segretario di Stato di Leone XIII.

Con l’avvento di Pio X e il cambio della guardia alla Segreteria di Stato vaticana, con il passaggio dal cardinal Rampolla a Rafael Merry del Val, non causò la mutazione dell’incarico per il Della Chiesa, che continuò ad essere Minutante e sostituto alla Segreteria di Stato.

Inoltre la sua abilità diplomatica lo portò ad ottenere una cattedra all’interno della Accademia pontificia dei Nobili ecclesiastici.

Nel 1907 papa Pio X gratificò l’impegno per il lavoro del prelato consacrandolo vescovo. Gli venne così affidata la diocesi di Bologna.

Sempre Pio X decise di creare cardinale il Dalla Casa. Il tutto avvenne pochi mesi prima del decesso del pontefice, nel maggio del 1914.

La scomparsa del pontefice avvenne in un momento drammatico per la storia mondiale. Ci si trovava, infatti, al preludio del conflitto che passerà alla storia come Prima Guerra Mondiale.

Le priorità e le angosce che assalirono in quei frangenti il collegio cardinalizio indirizzarono la scelta del successore di Pietro verso un grande diplomatico. E l’uomo migliore in questo frangente non poteva non essere che il solerte e preparato assistente di ben due Segretari di Stato vaticani. Nonostante fosse stato creato cardinale de soli tre mesi, il Della Chiesa venne così eletto papa. Nel suo magistero di guida della Chiesa Cattolica assunse il nome di Benedetto XV.

Immediatamente dopo la sua elezione il Della Chiesa effettuò una scelta politicamente importante, per dimostrare il più possibile la sua vicinanza con i sentimenti provati in quei momenti di ansia dalla maggior parte delle persone. Fu così che in un momento tanto tragico, diede l’ordine che la sua consacrazione avvenisse nella Cappella Sistina e non in pompa magna nella Basilica Vaticana.

Il primo desiderio di Benedetto XV alla guida della Chiesa fu quello di scongiurare il crescere delle morti che si potranno susseguire in tutta Europa a causa della guerra, e per raggiungere questo obiettivo decise di  battersi con tutte le sue forze.

Sono giunte a noi le moltissime invocazioni alla pace proclamate dal pontefice genovese. Possiamo scorrerle iniziando dall’8 settembre 1914, quando venne presentato al mondo l’Esortazione “Ubi primum”, dove si chiedeva ai potenti del mondo di deporre le armi.

A questa esortazione seguì, due mesi dopo, la prima Enciclica del nuovo papa, “Ad Beatissimi Apostolorum”, dove continuò, inascoltato, a chiedere la pace.

La situazione diplomatica sembrava peggiorare di giorno in giorno. Il Vaticano fu costretto inoltre a subire l’entrata in guerra dell’Italia, avvenuta nel maggio del 1915, con il conseguente ritiro degli ambasciatori presso la Santa Sede degli Stati nemici del Regno italico.

Nonostante tutto ciò Benedetto XV non si arrese. Il 28 luglio 1915, primo anniversario dell’inizio del conflitto, continuò con forza ad invitare tutti i popoli in guerra a fermare il terribile e luttuoso conflitto.

Le grida disperate del Pontefice restarono ancora inascoltate. Non per questo il papa gettò la spugna, anzi, decise che era l’ora di passare dalle parole ai fatti. Decise così di inviare dei soccorsi per le piccole vittime che il conflitto stava mietendo. Nel Natale 1916, in occasione dell’incontro con il Sacro Collegio, continuò comunque ad invocare la pace.

Benedetto XV era convinto che non poteva minimamente arretrare di fronte al nulla verso cui sembravano cadere la proprie esortazioni alla pace. Ed è così che nell’agosto del 1917 uscì una nuova Esortazione alla pace. Si tratta della “Dès le début”. L’uscita di questa Esortazione e i tanti anni di odi e guerre che ormai avevano coinvolto le  varie popolazioni belligeranti che il Papa, in Italia e negli Stati a loro alleati, venne definito come un alleato degli Imperi Centrali.

La fine del conflitto, avvenuta al termine del 1918, non lasciò appagato lo spirito di Benedetto XV, infatti, nel novembre del 1919 venne pubblicata l’Enciclica “Paterno iam diu”, dove vengono invitati tutti gli uomini ad esporsi per donare ai più colpiti dal conflitto.

Il papa sapeva che, anche se le armi ormai tacevano, i rancori che per tutti quegli anni avevano trovato posto nei cuori degli uomini non potevano essere scomparsi.

Decidendo di dare il buono esempio, Benedetto XV si impegnò ad annullare il “non expedit” contro l’Italia che il suo predecessore Pio IX aveva promulgato.

Grazie a questa concessione papale, nell’ambiente politico don Luigi Sturzo riuscì ad organizzare il primo nucleo del Partito Popolare Italiano. Mentre da un punto di vista culturale, padre Agostino Gemelli fu libero di fondare a Milano l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il costante impegno, durato per l’intera durata del pontificato, che il papa Benedetto XV espresse in favore della pace e della concordia tra i popoli, fu possibile anche grazie alla stretta collaborazione che il pontefice ebbe con i suoi nunzi all’estero. È da sottolineare come tra i collaboratori più attivi troviamo due futuri pontefici: Achille Ratti, presente in Polonia e Lituania che   diverrà Pio XI. Mentre in Germania si trovò  Eugenio Pacelli che verrà eletto con il nome di Pio XII.

Il grande impegno del Papa, nonostante i suoi appelli alla pace sembravano cadere nel vuoto, venne riconosciuto in molti Paesi, infatti, alla fine del conflitto mondiale gli Stati accreditati presso la Santa Sede quasi raddoppiarono, passando da 14 a 27.

Prima dalla morte del pontefice, avvenuta all’inizio del 1922, l’11 dicembre 1921 in Turchia, presso la città di Costantinopoli, venne inaugurata una statua dedicata a Benedetto XV. Il monumento è accompagnato ad una epigrafe dove c’è scritto: “Al grande Pontefice/ dell'ora tragica mondiale/ Benedetto XV/ Benefattore dei popoli/ senza distinzione/ di nazionalità e di religione/ in segno di riconoscenza/l’Oriente/ 1914-1919”.

Ricordiamo infine che, nonostante i grandi pregi ed impegni presi dal punto di visto diplomatico, Benedetto XV non dimenticò il suo impegno relativo al rinnovamento della Chiesa. Infatti, nel 1917, il pontefice promulgò il Codice di diritto canonico.

 

 

 

 

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