I PAPI NELLA STORIA
Subito dopo
la morte di Gesù i vari apostoli iniziarono da Gerusalemme a spostarsi
nei vari territori dell’Impero Romano a portare gli insegnamenti del
Messia. Anche l’anziano Pietro, a rischio persecuzione in Palestina, fu
costretto ad abbandonare la sua terra e lasciare il controllo della
Chiesa di Gerusalemme a Giacomo. Secondo quello che ci riporta la
tradizione cattolica, Pietro
si recò a
Roma. Si tratta dell’apostolo a cui Gesù, secondo i vangeli canonici,
aveva detto "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa,
e le porte dell'Ade non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del
regno dei cieli, e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato
nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto nei
cieli".
Nella
capitale dell’Impero, sempre secondo l’agiografia petrina, fu crocifisso
a testa in giù. Pietro venne seppellito sotto terra sul colle Vaticano.
La tomba dell’apostolo oggi è sotto l’altare maggiore della Basilica di
San Pietro.
Le catene che
legarono l’apostolo sono invece conservate nella chiesa di San Pietro in
Vincoli, sempre a Roma.
La morte e la
presenza di Pietro a Roma sono state utilizzate dalla Chiesa cattolica
per giustificare la presenza del Papa nella Città Eterna e la supremazia
di questi su tutti i vescovi cattolici.
Approfittando
della caduta dell’impero romano d’Occidente, il papato si ritaglierà un
ruolo importante nella storia dell’Europa Occidentale, annoverando nelle
sue fila alcuni personaggi che hanno davvero tessuto le fila dei più
grandi avvenimenti della storia.
Il ruolo di
Papa è stato estremamente importante, infatti sono in pochi quelli che
decisero di abdicare e a lasciare il soglio pontificio prima della
morte. Nella storia sono in tre, riportati in ordine alfabetico:
San
Celestino V, San Clemente I e Gregorio XII.
Tra i grandi
pontefici troviamo sicuramente
Gregorio Magno. Questi fu uno tra i
grandi dottori della Chiesa, e la sua importanza viene ribadita dalla
sua presenza nel Martiriologio sia dalla Chiesa d’Occidente che da
quella orientale. Tra gli eventi importanti promossi sotto il suo
pontificato ricordiamo la conversione del re longobardo Agilulfo, con la
conseguente maggiore stabilità all’interno dei territori papali, e la
missione di evangelizzazione della Britannia.
Leone III fu
invece il pontefice che diede anche una stabilità politica all’Europa
occidentale. Infatti, riconoscendo come nuovo Imperatore il re dei
Franchi Carlo Magno, riuscì ad avere nuovamente uno Stato potente che
univa Francia, Germania ed Italia. In cambio di questo importante
riconoscimento la dinastia carolingia provvide a contribuire all'opera
d'organizzazione che il Vescovo di Roma doveva dare alla Chiesa. Fu così
che l’imperatore Carlo il Calvo, nell'877, accetta i canoni del concilio
di Ravenna decidendo che l'investitura dei metropolitani debba essere
approvata dal papa. Il papa è ormai, almeno per l’occidente, il capo
della Chiesa, al quale è riservato il diritto di convocare concili, di
omologare le loro deliberazioni, di giudicare e destituire i vescovi.
Nel 1049
papa Leone IX, dichiara il vescovo di Roma primo apostolico della Chiesa
universale.
Arrivando ai
primi anni del 1300 ricordiamo un papa divenuto, grazie alle parole di
Dante Alighieri nella divina commedia, tristemente famoso. Si tratta di
Bonifacio VIII. Questi viene posto dal poeta toscano nel girone dei
simoniaci, e venne, in altre parte della commedia definito come indegno
del ruolo di Papa. Nella realtà Bonifacio VIII fu costretto a combattere
una battaglia, persa in partenza, per mantenere il papato al di sopra
dei nascenti stati nazionali di Francia ed Inghilterra. Fu l’autore
della bolla “Unam Sanctam”, un documento in cui si esplicava la
superiorità papale. Bonifacio deve essere anche ricordato come il
promulgatore del primo
Giubileo.
Papa
Innocenzo III fu un altro pontefice che fu costretto a combattere per
l’indipendenza del suo Stato. Il suo principale avversario fu
l’imperatore di Germania. Una volta riuscito a sistemare i suoi problemi
con l’Impero, il papa si preoccupò di risolvere il problema dello scisma
d’oriente. Si tratta della divisione tra la Chiesa bizantina e la Chiesa
Cattolica. Per fare ciò indisse una crociata di liberazione dalla
minaccia islamica che la repubblica di Venezia trasformò, nel 1204 nel
sacco di Costantinopoli. Questo evento provocò una riappacificazione
virtuale tra le due Chiese, mentre nella realtà non fece altro che
acuire le diffidenze e l’odio tra le due religioni.
Innocenzo III
fu inoltre il pontefice che, con il IV concilio lateranense, istituì il
tribunale dell’Inquisizione, una tra le istituzioni più nefaste della
storia europea.
Da ricordare
tra i pontefici più importanti, citiamo Papa Clemente V, il papa che,
sottomesso all’autorità del potente regno di Francia, decise di spostare
la sede papale da Roma ad Avignone. Fu sempre sotto Clemente V che
l’ordine dei templari, verso i quali il re di Francia era fortemente
indebitato, venne definitivamente distrutto. Da lì ci saranno una serie
di pontefici che resteranno nella sede di Avignone, sotto il controllo
del re di Francia.
Un altro papa
francese, Clemente VI, fu il fautore della fine della cosiddetta
“Cattività avignonese”.
Si narra che
fu la Santa Caterina da Siena a convincere il pontefice.
Con questo
spostamento inizio il cosiddetto “Scisma d’Occidente”, una situazione in
cui a Roma esisteva una sede papale e ad Avignone, sulla spinta del re
di Francia, i cardinali transalpini eleggevano un antipapa.
Nonostante
l’essere in pieno Scisma d’occidente, Papa Bonifacio IX riuscì
nell’impresa di indire due giubilei, uno nel 1390 e uno nel 1400.
La fine dello
Scisma d’Occidente lo si ebbe, nei primi anni del 1400 con papa Martino
V. Egli fu un grande mediatore, infatti trovò accordi, oltre con i re di
Francia ed Inghilterra, anche con gli ebrei, dei quali accettò la
richiesta per ritirare la legislazione antigiudaica promulgata
dall’antipapa Benedetto XIII.
Sempre nella
metà del 1400 ci fu come pontefice Nicolò V. Questi fu l’ultimo papa che
incoronò un imperatore del Sacro Romano Impero, Federico III. Inoltre
questo papa invitò anche a salvare l’esistenza dell’impero Bizantino,
che era caduto in mano degli Ottomani. La sua richiesta cadde nel vuoto.
Il più grande
re dello stato pontificio fu
Giulio II. Della nobile famiglia dei Della
Rovere, eletto papa, fu un grande politico e guerriero. Sotto il suo
pontificato lo Stato Pontificio ebbe il suo apice al livello politico.
Non ci sarà più, nella storia del papato un pontefice così abile nella
politica. Giulio II fu anche un grande costruttore. Portò a Roma artisti
come il Bramante e Michelangelo. Per finanziare tutte le sue imprese, il
papa iniziò a vendere indulgenze. Questa situazione causò le critiche di
Erasmo da Rotterdam e di Martin Lutero. Furono le premesse per la
riforma protestante.
Nei primi
anni del XVI secolo scoppiò in Europa la crisi religiosa causata da
Martin Lutero. Il papa dell’epoca, Leone X, non riuscì a comprendere
bene la portata dell’evento, non riuscendo a portare delle modifiche
necessarie per mantenere l’unità della Chiesa.
Prima
dell’avvento di Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI, gli ultimi due papi
eletti, l’ultimo pontefice di provenienza straniera fu, nel 1522 Adriano VI, un olandese. Questo pontefice fu un ex giudice dell’inquisizione, e
come tale cercò di riformare la curia romana. Nonostante la sua
preparazione prese sottogamba la situazione di Martin Lutero.
Un altro papa
del 500 da ricordare è sicuramente papa
Pio V, che verrà fatto santo da
Clemente XI.
Fu un papa
dai costumi rigidi e austeri, e cercò di riportare un po’ di sobrietà
nella curia Romana. Cercò di rilanciare la religiosità delle terre
italiche pubblicando un nuovo messale romano ed un nuovo catechismo. Il
suo tentativo di difendere la Chiesa, profondamente colpita dalla
riforma protestante, sfociò in un nuovo slancio contro le eresie e
contro gli ebrei. Questi ultimi furono costretti a vivere, all’interno
dei territori pontifici, solamente nei ghetti di Roma e Ancona.
Tra i papi
dei Seicento una citazione la merita sicuramente Urbano VIII. Questi,
oltre ad arricchire Roma con degli importanti edifici come il famoso
Palazzo Barberini, fu un vero mecenate per il Bernini, al quale
commissionò numerose opere. Urbano VIII fu anche l’ideatore del palazzo
di Castel Gandolfo, l’attuale residenza estiva del pontefici. Purtroppo
il pontificato di Papa Urbano VIII deve anche essere ricordato per la
condanna definitiva di Galileo Galilei di fronte all’Inquisizione.
Urbano però fu anche il pontefice che, nel 1639, dichiarò illegittima la
schiavitù in sud America.
La storia del
papato continuò, nel corso dei secoli successivi, con poche novità, uno
stato con poche personalità e pochi personaggi importanti.
La grandezza
del papato, anche se può sembrare paradossale arriverà con la perdita
del potere temporale del pontefice.
Pio IX
fu uno tra i pontefici che regnò più a lungo nella storia e fu anche il
papa che segnò il passaggio dallo Stato della Chiesa alla fine del
potere temporale dei pontefici.
Da ricordare
anche Benedetto XV, un papa che cercò in tutti i modi, sfruttando anche
un mezzo di comunicazione di massa recente per l’epoca, come la radio,
di fermare il dramma della Prima guerra mondiale. È da lui che parte
l’impegno morale che i pontefici utilizzeranno per influenzare la
politica mondiale.
Pio XII
fu una figura invece contrastata, durante il suo pontificato ci fu la
pacificazione tra il Vaticano e lo Stato Italiano grazie ai Patti
lateranensi del 1929, ma fu anche il pontefice che visse l’olocausto.
Su questa
enorme tragedia si fanno molte discussioni sui cosiddetti “silenzi” del
Papa. Senza entrare nel dettaglio si ricorda solo che molti sacerdoti,
anche importanti o futuri Papi, di impegnarono fortemente per salvare la
vita a degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Passando
ancora in rassegna i Papi del ‘900 ricordiamo
Giovanni XXIII, l’ideatore
del Concilio Vaticano II, un evento che rappresenta la più grande
apertura della Chiesa verso la modernità.
Inoltre
ricordiamo Giovanni Paolo II che con il suo pontificato ha portato
realmente la Chiesa nel secondo Millennio con il Giubileo del 2000.
Giovanni Paolo II fu anche il Papa che aprì le porte della Chiesa ad
Internet.
Il pontefice
che regna attualmente, nel giugno del 2009, è Benedetto XVI.
Passiamo ora
a descrivere cosa accade alla morte di un Papa. Dice un noto proverbio
che “morto un Papa, se ne fa un altro”. Ma cosa succede in quei giorni?
Innanzitutto
una volta conclamata la dipartita del Pontefice inizia il periodo della
cosiddetta “Sede vacante”. Al Papa morto viene tolto l’anello
piscatorio, simbolo del suo ruolo di successore di Pietro. Questo anello
verrà distrutto. Nel frattempo si sigillano le stanze papali. Queste
verranno riaperte solo quando il nuovo pontefice verrà eletto.
In questo
lasso di tempo tutte le cariche del Vaticano decadono, il potere della
Chiesa è racchiuso nelle mani del collegio cardinalizio. Il collegio dei
cardinali comprende sia i cardinali elettori che non elettori. Gli
elettori sono quelli che potranno divenire Papa, e che devono avere meno
di 80 anni.
All’interno
del collegio due sono le figure più importanti: si tratta del Cardinale
Decano, colui che presiederà il conclave e celebrerà la messa esequiale
del pontefice morto e quella “Pro eligendo Pontefice” prima del
conclave.
Il Vescovo di
Roma, prima del 1200, veniva eletto per acclamazione dal popolo presente
a Roma.
Aumentando
l’importanza del ruolo di Vescovo dell’Urbe e guida della Chiesa
Cattolica, l’elezione del Papa passerà ad impegno del collegio
cardinalizio.
L’elezione
del Pontefice si chiama Conclave, questo nome deriva dal latino “Cum
Clavis”, sta a sottolineare il fatto che i Cardinali, una volta entrati
nella Cappella Sistina, vengono chiusi sotto chiave, senza poter avere
contatti con il mondo esterno.
Avvenuta la
chiusura della stanza, il
Maestro di cerimonie del Vaticano dichiara: “ Extra omnes !“(Fuori
tutti).
Le votazioni
durante il conclave sono giornaliere. Ci sono in tutto quattro momenti:
due al mattino e due il pomeriggio.
Risulterà
eletto Papa chi ha ottenuto i due terzi dei voti.
Trovato il
cardinale che riunisce i consensi dei suoi colleghi, si avvicina a
questa persona il Decano del collegio. A questo punto si dà inizio ad
una antica cerimonia in latino.
L’evento si
svolge così: il Decano chiede al futuro Papa: “Acceptasne electionem ad
summum pontificem de te canonice factam “? (Accetti la tua elezione a
sommo pontefice fatta canonicamente?) in caso di risposta positiva il
papabile dichiara: “Accepto“. (Accetto). In caso di rinuncia, si
ricomincia a seguire le consultazioni e le votazioni.
Al momento
della dichiarazione di accettazione, il cardinale designato diventa
immediatamente il nuovo Papa.
I Cardinali
elettori a questo punto si tolgono lo zucchetto in segno di omaggio
verso colui che è il nuovo pontefice.
Ora è
necessario preparare la presentazione del nuovo Papa al mondo. Dunque il
cardinal Decano prosegue chiedendo all’eletto: “Quomodo vis vocari?”(Come
vuoi essere chiamato). Qui il pontefice sceglie il suo nome da
successore di Pietro.
Presentato
anche il nome del nuovo Papa, è necessario prepararlo per la
presentazione davanti al popolo cattolico. Il neo pontefice si reca
presso la sacrestia della Sistina dove, aiutato dal Cerimoniere e da un
sarto, si sveste della porpora cardinalizia per indossare tonaca e
zucchetto di colore bianco.
A vestizione
avvenuta, mentre i cardinali si recano dal Papa eseguendo la cerimonia
dell’obbedienza, il cosiddetto bacio della pantofola, le schede della
votazione vengono bruciate aggiungendo un colorante bianco. La fumata
bianca è il primo messaggio al mondo che è stato eletto il nuovo
pontefice.
Da questo
momento il centro della scena è la loggia centrale della Basilica di San
Pietro.
Dalla
Basilica esce per primo il Cardinale Protodiacono, colui che è stato
indicato a annunciare l’elezione del nuovo pontefice. Una volta di
fronte alla folla radunata nella piazza all’interno del colonnato del
Bernini, il cardinale dichiara: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus
Papam! eminentissimum ac reverendissimum dominum dominum … (nome di
battesimo del Papa), Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem … (cognome del
Papa) qui sibi nomen imposuit … (nome pontificale)”.
Dopo la sua
presentazione alla folla esce il Papa che impartisce la sua prima
benedizione Urbi et Orbi.
A partire
dall’elezione di Giovanni Paolo II è divenuta tradizione che il neo Papa
lasci un suo primo piccolo messaggio di saluto alla folla.
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