Benedetto XVI
Joseph Ratzinger, che diverrà nel 2005 Papa Benedetto XVI,
è nato a Marktl am Inn, in Germania, il 16 aprile del 1927. La famiglia
del futuro pontefice era composta principalmente da agricoltori della
Bassa Baviera, dunque erano di condizioni economiche piuttosto modeste.
Il territorio di nascita della famiglia Ratzinger è uno tra i più
cattolici dell’intera Germania.
Per motivi finanziari la famiglia del futuro Papa si
trasferì a Traunstein, una piccola località situata nei pressi della
frontiera con l’Austria, molto vicino a Salisburgo. Lì il giovane Joseph
trascorse gli anni della gioventù. Lo stesso Ratzinger, successivamente,
definì come “mozartiano”, l’ambiente in cui crebbe. Dunque possiamo
descrivere le basi della formazione del futuro pontefice come musica,
fede cristiana e amore per la cultura.
Nonostante il dominio nazista in Germania durante la
giovinezza di Joseph, che creava grossi problemi per le varie religioni
e il libero pensiero, la famiglia preparò il giovane alle difficoltà che
avrebbe dovuto affrontare.
L’educazione infatti proseguì uguale, con i genitori che
continuarono a proclamare fermamente il proprio credo. La religiosità
della famiglia verrà poi confermata dalla vocazione sacerdotale che ebbe
anche il fratello del futuro pontefice, Georg.
Terminata la guerra e la dominazione nazista in Germania,
dal 1946 al 1951, Ratzinger studiò filosofia e teologia nella Scuola
superiore di filosofia e di teologia di Frisinga e nell’università di
Monaco di Baviera.
Joseph Ratzinger venne ordinato sacerdote il 29 giugno
1951.
Un anno dopo ottenne una cattedra nella Scuola superiore
di Frisinga.
Nel 1953 ottenne la laurea in teologia con la tesi
“Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”.
Il sacerdote Ratzinger fece, all’inizio della sua vita
adulta, un grande cursus honorum all’interno degli istituti culturali.
Fu un docente molto ricercato. Infatti passo da Frisinga a Bonn, dove fu
insegnante dal 1959 al 1963; passando poi a Münster, dal 1963 al 1966; e
poi arrivò a Tubinga, dal 1966 al 1969. Dopodiché Ratzinger ottenne la
cattedra di dogmatica e storia del dogma all’Università di Ratisbona, un
campus universitario della Baviera. Nello stesso ateneo, ricoprì al
tempo stesso l’incarico di vicepresidente dell’Università.
La fama di grande teologo di Ratzinger permise al prelato
di Partecipare al Concilio Vaticano II. Venne infatti invitato dal
Cardinale Joseph Frings, Arcivescovo di Colonia, che lo volle come
“esperto” e consulente teologico.
La
partecipazione al Concilio permise a Ratzinger di ottenere una fama
davvero importante.
Alla luce
delle molte competenze acquisite, Ratzinger venne chiamato a ricoprire
importanti incarichi in seno alla Conferenza Episcopale Tedesca, e anche
nella Commissione Teologica Internazionale.
Inoltre, nel 1972, il famoso docente, in collaborazione
con teologi del calibro di Hans Urs von Balthasar ed Henri de Lubac
iniziò le pubblicazioni della rivista di teologia “Communio”.
Papa Paolo VI, nel 1977 decise che per il professor
Ratzinger era ora della nomina episcopale. Gli venne dunque affidato
l’incarico come Arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Paolo VI inoltre lo creò Cardinale nel Concistoro del 27
giugno del 1977.
Con le nuove
nomine pastorali, inizio per Ratzinger un nuovo e forse più illustre
cursus honorum. L’escalation del futuro Papa fu questa: creato Cardinale
nel 1977, divenne Prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede dal 1981, poi Decano del Collegio Cardinalizio dal 2002. Nel 2005
venne eletto al soglio pontificio. Ma proseguiamo con ordine.
Nel cosiddetto anno dei tre papi, il 1978, il Cardinale
Ratzinger godeva ormai di un credito tale da convincere il pontefice
Giovanni Paolo I a nominare il cardinale suo Inviato Speciale al III
Congresso mariologico internazionale celebratosi a Guayaquil, in
Ecuador, dal 16 al 24 settembre.
Nel mese di ottobre dello stesso anno prese parte al
Conclave che elesse come successore di Pietro Giovanni Paolo II.
Il papa polacco, il 25 novembre del 1981, nominò il
cardinal Ratzinger Prefetto della Congregazione per la Dottrina della
Fede e Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della
Commissione Teologica Internazionale. Da questo momento possiamo parlare
di una lunga e proficua collaborazione tra Papa Wojtyla e il Cardinal
Ratzinger.
L’amore per la cultura di Ratzinger portò il cardinale,
nonostante il suo importante ruolo all’interno della curia pontificia, a
collaborare, nel 1985 tramite un’intervista, con il giornalista italiano
Vittorio Messori. Da questo dialogo nacque il libro “Rapporto sulla
fede”.
Ritornando al rapporto tra Papa e Prefetto, tra i
risultati più conosciuti di questa collaborazione ricordiamo la
creazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Ratzinger,
infatti, venne posto dal pontefice come Presidente della Commissione per
la preparazione del Catechismo. Inoltre, qualche anno dopo fu sempre il
Cardinal Ratzinger, su ordine del pontefice a presiedere la commissione
per creare il compendio del Catechismo.
Giovanni Paolo II, il 6 novembre del 1998, approvò la sua
elezione a Vice Decano del Collegio cardinalizio, e, il 30 novembre del
2002, quella a Decano.
Nel 2001 ci
fu un altro momento che è utile per sottolineare il rapporto amicale che
esisteva tra il Pontefice polacco e il Cardinale tedesco. Infatti, in
occasione del cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di
Ratzinger, Giovanni Paolo II inviò al suo Prefetto un messaggio nel
quale, riferendosi alla coincidenza tra l‘anniversario del cardinale e
la festa dei Santi Pietro e Paolo, sottolineò come "in Pietro risalta il
principio di unità, fondato sulla fede salda come roccia del Principe
degli Apostoli; in Paolo l'esigenza intrinseca del Vangelo di chiamare
ogni uomo ed ogni popolo all'obbedienza della fede. Queste due
dimensioni si congiungono alla comune testimonianza di santità, che ha
cementato la generosa dedizione dei due apostoli al servizio della
immacolata Sposa di Dio. Come non scorgere in queste due componenti
anche le coordinate fondamentali del cammino che la Provvidenza ha
disposto per Lei, Signor Cardinale, chiamandola al Sacerdozio?"
Sembra quasi
che, con queste parole il Pontefice, erede di Pietro, crei un legame
particolare tra il suo ministero e la collaborazione continua con il suo
Prefetto.
Dopo questa
lettera sembrava quasi ovvio che il continuo del lavoro del pontefice
cadesse sulle spalle del suo più stretto collaboratore.
Giunti in
prossimità della fine della vita del pontefice polacco, ormai gravemente
malato, le riflessioni per la Via Crucis del 2005 vennero affidate al
Cardinale Ratzinger.
Anche nelle
parole del Prefetto, pronunciate in quel Venerdì Santo, riecheggia il
rapporto privilegiato che aveva con Giovanni Paolo II. Il papa, malato
ed impossibilitato a muoversi, seguiva davanti al televisore la
celebrazione stretto, quasi aggrappato al Crocifisso in silenzioso
raccoglimento.
La Via Crucis
decisa dal Cardinale fu un’esaltazione del saper sopportare il dolore.
Veniva specificata l’importanza e il coraggio di sopportare la propria
personale Via Crucis, come Giovanni Paolo II stava facendo anche in quel
momento.
Il primo
aprile 2005, il cardinal Ratzinger non si trovava a Roma, ma a Subiaco,
una cittadina poco distante dalla Capitale, per ritirare il "Premio San
Benedetto" promosso dalla Fondazione sublacense "Vita e famiglia". In
quell’occasione il porporato aveva speso parole importanti sul Santo.
"Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia, che in un tempo di
dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema,
riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire
alla luce. Ritornò e fondò Montecassino, la città sul monte che, con
tante rovine, mise insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo.
Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli".
Anche in
questo caso sembra già un anticipo dei vari significati per i quali
Joseph Ratzinger prenderà il nome, una volta pontefice, di Benedetto XVI.
Il 2 aprile
2005, Giovanni Paolo II muore. Durante i giorni che succedono alla morte
del suo amico Giovanni Paolo II il Cardinal Ratzinger rimane silente. Il
momento più commovente si ha l’8 aprile 2005 quando il porporato, in
qualità di Decano del Collegio Cardinalizio, ebbe l’onere di presiedere
la Santa Messa esequiale per il papa morto. In una Piazza San Pietro
gremita di gente, il prefetto della Dottrina e della fede lascia il suo
ultimo saluto al suo amico con l’omelia. Eccone alcuni passi" […]"Seguimi!"
Insieme al mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò a Pietro il
suo martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva del dialogo
sull'amore e sul mandato di pastore universale, il Signore richiama un
altro dialogo, tenuto nel contesto dell'ultima cena. Qui Gesù aveva
detto: "Dove vado io voi non potete venire". Disse Pietro: "Signore,
dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi
seguirmi; mi seguirai più tardi" (Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena va alla
croce, va alla risurrezione - entra nel mistero pasquale; Pietro ancora
non lo può seguire. Adesso - dopo la risurrezione - è venuto questo
momento, questo "più tardi". Pascendo il gregge di Cristo, Pietro entra
nel mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore lo
dice con queste parole, "...quando eri più giovane... andavi dove
volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti
cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi" (Gv 21, 18). Nel primo
periodo del suo Pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di
forze, sotto la guida di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi
sempre più è entrato nella comunione delle sofferenze di Cristo, sempre
più ha compreso la verità delle parole: "Un altro ti cingerà...". E
proprio in questa comunione col Signore sofferente ha instancabilmente e
con rinnovata intensità annunciato il Vangelo, il mistero dell'amore che
va fino alla fine (cfr Gv 13, 1)".
"Egli ha
interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina
misericordia. […] Il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e
perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così
eloquente e fecondo".
"Divina
Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della
misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera
età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole
del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: "Ecco tua
madre!". Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l'ha accolta
nell'intimo del suo essere - Totus tuus. E dalla madre ha imparato a
conformarsi a Cristo. Per tutti noi rimane indimenticabile come in
questa ultima domenica di Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato
dalla sofferenza, si è affacciato ancora una volta alla finestra del
Palazzo Apostolico ed un'ultima volta ha dato la benedizione "Urbi et
orbi". Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla
finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica,
Santo Padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla Madre di Dio, tua
Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà adesso alla gloria
eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore".
il 19 aprile 2005, Joseph Ratzinger venne eletto
pontefice. Prese il nome di Benedetto XVI.
Tra le prime scelte fatte dal nuovo Papa c’è quella di
rinunciare al titolo di Patriarca d'Occidente. Questo è un ulteriore
passo incontro verso il rappacificamento tra la Chiesa di Roma e quella
d’Oriente.
Molti infatti sono gli sforzi di questo pontefice per
riavvicinarsi agli ortodossi e anche quelli diretti ad evitare uno
scontro di civiltà con ebrei e musulmani.
I primi due viaggi apostolici di Benedetto XVI furono
sempre nel nome del suo predecessore.
Infatti il primo fu quello di Colonia, nell’agosto del
2005, dove si recò per celebrare la XX Giornata Mondiale della Gioventù,
un incontro tra i giovani e il Papa, inaugurato da Giovanni Paolo II.
Nel maggio 2006, Papa Benedetto visitò la Polonia, la
terra di papa Giovanni Paolo II, dichiarando che non poteva non passare
lì.
In entrambi gli eventi il pontefice cercò di mediare con
le altre religioni: a Colonia visitò la sinagoga e la comunità islamica,
mentre in Polonia si recò a pregare nel campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau.
Sempre nel 2006 il Pontefice si recò a Valencia, sede del
V Incontro Mondiale delle Famiglie.
Nonostante l’età avanzata, e la puntigliosità con cui
vengono soppesate tutte le sue parole, Benedetto XVI continua a
viaggiare. Nel 2006 ci sono da elencare altri due viaggi, uno in Baviera
e uno in Turchia.
Nel 2007 si sposterà in Brasile e in Austria per
l’estero. All’interno della penisola Italica sottolineiamo le uscite a
Bari, a Loreto, a Pavia, a Napoli, a Verona.
Ricco di viaggi anche l’anno 2008. In questo periodo
Benedetto XVI ha visitato gli Stati Uniti d'America, Savona e Genova,
Santa Maria di Leuca e Brindisi. Inoltre il Papa ha avuto eventi
importanti come la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney e la
visita in Francia, più precisamente a Lourdes, per celebrare degnamente
i centocinquanta anni dalla prima apparizione della Madonna a Bernadette
Soubirous.
Nel 2009 il Papa si è recato in Camerun, Angola,
Giordania e Israele.
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