Lino
Secondo la
leggenda il successore di Pietro alla guida della comunità romana fu
Lino. Egli restò in carica come vescovo si Roma dal 67 al 76 d.C.
Era un
toscano, proveniente da Volterra, come sembrano confermare le parole di
Papa Paolo VI all’udienza generale del 24 settembre 1964, oltre agli
scritti antichi di Ireneo, del II secolo d.C. e di Eusebio, entrambi
relativi ai primi vescovi di Roma.
La
responsabilità di succedere a Pietro, morto nelle persecuzioni di
Nerone, costringe Lino, in mancanza dell’autorità carismatica
dell’apostolo, ad iniziare ad organizzare la struttura ecclesiastica,
cercando di creare una gerarchia in grado di guidare la Chiesa in
assenza degli Apostoli ormai quasi tutti defunti.
In questa
prospettiva si deve leggere l’ordinazione di sacerdoti e la
consacrazione di nuovi vescovi da lui effettuata, il vescovo di Roma
inizia a ricoprire un ruolo che lentamente andrà ben al di là del
semplice ruolo ecclesiale, portandolo a divenire guida per tutta la
Chiesa occidentale.
Lino fu
Vescovo di Roma nel 70 d.C., nel periodo in cui Tito distrusse il tempio
di Gerusalemme e causò l’inizio della Diaspora degli ebrei.
Secondo il
Liber Pontificalis, in questa occasione il vescovo fece tutto quello che
era nelle sue possibilità per aiutare i Giudei convertiti al
cristianesimo a trovare rifugio e riparo lontano dalla provincia giudea.
Morì nel 76,
sotto il regno di Vespasiano, in un periodo di relativa tranquillità per
la comunità cristiana a Roma.
Venne
inserito nel Martirologio Romano e la data della sua festività era
fissata al 23 settembre.
A partire
dall’edizione del Martirologio aggiornata nel 1969, la festività di San
Lino non viene più citata.
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