PIO IX
Giovanni Maria Mastai Ferretti
Il futuro papa Pio IX nacque il 13 maggio 1792 a
Senigallia (AN), in provincia di Ancona. Figlio della nobile famiglia
dei Mastai Ferretti, venne battezzato con il nome di Giovanni Maria
Mastai Ferretti.
Il giovane venne mandato dalla famiglia a fare gli studi
classici nel celebre collegio dei Nobili di Volterra, diretto dai padri
scolopi, il suo soggiorno lì durerà dal 1803 al 1808. Purtroppo fu
costretto a sospendere il suo periodo di studi a causa di improvvisi e
ripetuti attacchi epilettici, ricordo di una caduta in un torrente
quando era ancora in tenera età. Il futuro pontefice venne mandato poco
distante dalla propria città natale, precisamente a Mondolfo (PU), città
in cui viveva una sua sorella sposata. Qui il giovane fece la sua
convalescenza giocando insieme agli altri ragazzi del posto.
Il 1814 è l’anno in cui Giovanni Maria giunse per la
prima volta a Roma, ospite dello zio Paolino Mastai Ferretti, canonico
di San Pietro. Nella città dei papi, il ragazzo si impegnò negli studi
della filosofia e della teologia nel Collegio Romano. Nel 1815 si recò
in pellegrinaggio a Loreto, dove riuscì ad ottenere la grazia della
guarigione dall'epilessia.
La caduta di Napoleone e il restaurarsi del potere
temporale del Papa permisero al giovane di tornare a Roma al seguito di
papa Pio VII. Nella città Eterna, Giovanni Maria frequentò l'Università
romana. Da seminarista si prodigò presso il "Tata Giovanni" un ospizio
per i ragazzi abbandonati che ricevevano un'educazione, un'istruzione ed
imparavano un mestiere. Fu in questo istituto romano che iniziò
l’apostolato per i poveri che verrà sempre seguito nella sua vita.
Il 10 aprile 1819 fu ordinato sacerdote dal cardinale
Fabrizio Sceberras Testaferrata vescovo di Senigallia. Celebra la prima
messa il giorno dopo, nella festività della Pasqua, nella chiesa del
"Tata Giovanni", sant'Anna dei Falegnami. In questo periodo della sua
esistenza, il giovane sacerdote si divise tra l’impegno pastorale nella
sua città natale e la direzione del "Tata Giovanni", a Roma.
Ma per lui il pontefice Pio VII pensava a ben altra
carriera: fu cosi che dal 1823 al 1825 il Mastai Ferretti partì con il
corpo diplomatico della Santa Sede in Cile. Il mandato in Sud America fu
così breve a causa dei problemi che il governo cileno dell’epoca,
fortemente anticlericale, diede alla delegazione. Nonostante tutto anche
lì il futuro pontefice fece in tempo a farsi notare per i suoi aiuti
agli ammalati e la sua evangelizzazione tra i più bisognosi. Fu
particolare per l’epoca il fatto che si prodigò verso un ufficiale
inglese protestante, che era gravemente malato.
Tornato in Italia, e con l’avvento sul soglio pontificio
di papa Leone XII, per il Mastai Ferretti ci sono nuovi incarichi. Il
Pontefice mandò il prelato a dirigere l'ospizio di San Michele a Ripa,
dove si accudivano anziani, ex prostitute, e giovani abbandonati.
L’incarico risultava piacevole a Giovanni Maria Mastai
Ferretti, che in verità non era interessato ad una carriera
ecclesiastica, quello che desiderava veramente era di dedicarsi ai suoi
poveri. Di diverso parere però erano in Vaticano, infatti nel 1827, a
soli 35 anni di età, il papa lo nominò arcivescovo di Spoleto. La sua
consacrazione avvenne il 25 maggio nella chiesa romana di San Pietro in
Vincoli.
A Spoleto, il nuovo arcivescovo volle portare la sua
ottima esperienza al "Tata Giovanni" nella sua diocesi, impegnandosi a
fondare un istituto simile.
Anche da arcivescovo non perse le sue peculiarità di
grande disciplina religiosa e di molta carità per i poveri. Nel periodo
dei moti del 1831, il Mastai Ferretti ricoprì l’incarico di delegato
straordinario di Spoleto e Rieti, la sua abilità diplomatica riuscì ad
evitare alla città la piaga di un inutile spargimento di sangue. Infatti
ordinò ai generali pontifici di non aprire il fuoco, mentre ai rivoltosi
concesse soldi e passaporti.
Nel 1832 ci fu un grave terremoto nella città di Spoleto.
Il suo arcivescovo si prodigò in ogni maniera di organizzare la
ricostruzione nella maniera più rapida possibile, arrivando ad ottenere
dei fondi da parte del papa Gregorio XVI.
Gli ottimi risultati in terra umbra portarono papa
Gregorio XVI a spostare il prelato nella turbolenta Romagna,
nominandolo arcivescovo di Imola. Le abilità dei Mastai Ferretti furono
tali che, a soli 48 anni, fu creato cardinale da papa Gregorio XVI nel
concistoro del 14 dicembre 1840.
Il conclave del 1846, fu quello che porto il cardinale
marchigiano sul soglio pontificio. Il periodo di forti turbolenze che
attraversava l’Italia e l’Europa fece supporre ai cardinali presenti di
scegliere un pontefice progressista, piuttosto che un conservatore.
Il Mastai-Ferretti era appunto considerato un liberale,
alla luce dei provvedimenti che aveva preso nelle diocesi di Spoleto e
di Imola in favore degli “ultimi”.
Il 16 giugno 1846, al secondo giorno di conclave, il nome
di Giovanni Maria Mastai-Ferretti fu quello più votato. Il nuovo Papa
prese in nome di Pio IX, in onore di papa Pio VII che tanto credette in
lui.
Il primissimo provvedimento che il nuovo pontefice
prese, circa un mese dopo la sua elezione, fu di concedere un amnistia
per tutti coloro che erano stati arrestati per dei reati politici.
Nel marzo del 1848, Pio IX concesse ai territori dello
Stato pontificio lo "Statuto fondamentale pel governo temporale degli
Stati della Chiesa", la costituzione che tanti liberali aspettavano.
Questa non fu la sola riforma che il nuovo pontefice,
conscio dei tempi che cambiavano, concesse; infatti nacquero la Consulta
di Stato e il Ministero liberale. Venne concessa la libertà di stampa e
la libertà agli Ebrei. Fu istituito il corpo della Guardia Civica e
furono finanziate grandi opere come le ferrovie e la costituzione del
Municipio di Roma.
Pio IX tentò anche di rilanciare l’economia italiana,
offrendo l’opportunità di creare una Lega doganale tra gli Stati
italiani preunitari. Per il periodo questo fu uno tra i maggiori
tentativi verso il progetto dell'unità d'Italia. Attenzione però,
l’Italia che Pio IX aveva in mente era fondamentalmente federale,
lasciando così maggiori libertà agli Stati in cui si frammentava la
penisola.
Le rivolte del 1848 crearono un primo grosso problema al
pontificato di Pio IX. Inizialmente, infatti, lo Stato Pontificio
decise di appoggiare con truppe regolari al rivolta di Milano contro gli
austriaci, a tutti gli effetti il papa decise di schierarsi a favore
dell'indipendenza italiana. Di avviso contrario era il collegio
cardinalizio che, nell’aprile del 1848 con una speciale commissione
impose al Papa di abbandonare il movimento patriottico italiano. Alla
fine del dialogo tra pontefice e i cardinali, venne promulgata
l'Allocuzione del 29 aprile 1848, in cui lo Stato pontificio si
schierava contro la guerra all'Austria. Questo fu il momento in cui
cominciò a calare la stella politica del Mastai e in cui invece
cominciò il periodo di grandi dolori che segnarono l’ultima sua parte di
pontificato.
Dopo la rivolta scoppiata anche nello Stato della Chiesa,
Pio IX fu costretto a fuggire nel Regno delle Due Sicilie..
La Repubblica Romana, fondata dopo la fuga del pontefice
e diretta dal triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e
Carlo Armellini, volle lasciare nella sua costituzione molte garanzie al
Papa, in caso fosse voluto ritornare a Roma.
In effetti il Papa tornò nella città eterna, ma non nella
maniera che i liberali si aspettavano: il pontefice si appellò alla
Francia, che inviò un corpo di spedizione per abbattere la repubblica
romana. Le truppe francesi riuscirono, grazie al numero maggiore di
soldati a disposizione, a liberare Roma, nonostante la strenue difesa
del generale Garibaldi. Pio IX, appena tornato, decise di ritirare la
costituzione da lui concessa.
Il papa, scottato dalla politica estera, si ributto con
entusiasmo in ciò che sapeva fare meglio: organizzare e migliorare
l’economia e il tenore di vita dei più bisognosi. Infatti provvide a
promulgare delle leggi in favore dell’istruzione dei sordo – muti, e
riuscì ad inaugurare le prime tratte ferroviarie dello stato.
Pio IX inoltre deve essere ricordato, da un punto di
vista religioso, per i primi passi mossi per unificare di nuovo i
cristiani di Europa. Infatti, decise di agire in Inghilterra,
riorganizzando le gerarchie, inoltre parlò con lo Zar in difesa del
cattolicesimo e dei fedeli polacchi.
È grazie a questo pontefice, che l'8 dicembre 1854
proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione, che si festeggia questa
giornata che ha tutt’ora un grandissimo eco in tutto il pianeta.
Negli anni 60 del 1800, i progetti di un’Italia unitaria
crearono non pochi problemi a Pio IX. Questi, favorevole ad un
unificazione in maniera federale, si vide costretto a capitolare di
fronte alle grandi conquiste che Piemonte era riuscito ad ottenere
grazie all’abilità diplomatica del Cavour. Dopo la spedizione dei Mille,
lo stato Pontificio contava ormai di un territorio ristretto intorno a
Roma.
Tra le riforme che vennero promosse, nonostante le
difficoltà che la perdita dei territori aveva causato al pontefice, ci
piace ricordare quella avvenuta il 1 luglio 1861. È la data di
pubblicazione del il primo numero dell'"Osservatore Romano". Inoltre il
2 maggio 1868 viene approvato il gruppo della Gioventù Cattolica
Italiana. infine l'8 dicembre 1869 viene aperto il Concilio Vaticano I,
che prima della sua chiusura causata dalla presa di Roma da parte delle
truppe savoiarde, fece in tempo a promulgare due Costituzioni, la "Dei
Filius" e la "Pastor Aeternus", inoltre venne inserito il dogma del
magistero infallibile del Pontefice Romano se parla "ex cathedra”. I
lavori del concilio, come avevamo anticipato, durarono fino al 1870,
quando, alla caduta di Napoleone III, protettore dello stato pontificio,
le truppe dei Savoia entrarono in Roma grazie alla famosa breccia di
Porta Pia.
Come già fece a Spoleto, cercando di evitare inutili
spargimento di sangue, Papa Pio IX si limitò a protestare poiché a suo
parere con l’arrivo dei Savoia la Chiesa non avrebbe potuto esercitare
il suo ministero in piena libertà. Inoltre ordinò alle truppe pontificie
un'opposizione formale.
Il Papa si ritirò dunque sul colle Vaticano, rifiutando
al contempo di riconoscere il nuovo stato e dichiarandosi prigioniero
politico.
Questa situazione, passata alla storia come Questione
Romana, terminerà solo con gli accordi sanciti con i Patti Lateranensi
nel 1929.
Inoltre Pio IX si preoccupò di promulgare il cosiddetto “
non expedit” nella quale di fatto si sconsigliava agli ecclesiastici e
ai laici cattolici di prendere parte attivamente alla vita politica del
neo stato italiano.
Papa Pio IX morì a Roma il 7 febbraio 1878 dopo un
pontificato durato ben 32 anni.
Per la Chiesa cattolica la storia di questo pontefice non
finisce qui, infatti, il 12 febbraio 1907 papa Pio X ordina
l'introduzione della Causa di Beatificazione di Pio IX.
Il 20 dicembre 1999 Giovanni Paolo II promulga il Decreto
di riconoscimento del Miracolo attribuito a Pio IX, dichiarandolo in
questa maniera Beato.
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