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Botanica - Il regno vegetale. Aristotele, Teofrasto, Dioscoride, Varrone, Plinio il Vecchio: questi sono i precordi della scienza umana per questo regno vitale alla vita terrestre
Fin dagli albori l’uomo cercò di scoprire quali piante fossero utili alla sua alimentazione, alla cura delle malattie e, più tardi, con l’evoluzione della ricerca, quali piante adoperare nell’industria. Ai tempi dell’antica Grecia Aristotele e Teofrasto cominciarono a classificare i vegetali distinguendo le piante officinali da quelle medicamentose; le piante da fiore da quelle da frutto; le piante commestibili da quelle velenose; le piante cespugliose da quelle di alto fusto; le piante erbacee da quelle legnose; e così via. Nel 1° secolo a.C., per opera del greco Dioscoride, già sono catalogate e descritte, nelle loro proprietà curative, circa 600 varietà di piante medicinali. Anche i Romani con M. Terenzio Varrone e Plinio il Vecchio studiarono e classificarono altrettante varietà. Solo nel Cinquecento ebbe inizio lo studio scientifico vero e proprio delle piante e la loro classificazione; grande impulso al progresso della botanica venne dall’istituzione degli orti botanici, il primo dei quali sorse a Padova nel 1545; anche in Inghilterra, in Germania e, poi, in tutta l’Europa sorsero importanti orti botanici inizialmente legati alle Facoltà di medicina. La botanica, però, segnò un forte risveglio nel XVI secolo quando, per la prima volta, vennero stampati “Gli Erbari” dove erano descritte, anche con il supporto di incisioni e disegni, piante note e piante rare del vecchio e del nuovo mondo con tutte le caratteristiche di riconoscimento, le virtù terapeutiche, il luogo di provenienza, gli usi alle quali erano destinate. Molti studiosi, mutuando le teorie aristoteliche, confrontarono gli organi e le funzioni degli animali con gli organi e le funzioni delle piante riconoscendo fra essi un legame anche grazie alle ricerche microscopiche sugli embrioni.
Nel XIX secolo una nuova teoria
cellulare accomunava la botanica con la zoologia in un’unica scienza biologica;
a ciò contribuì ancor più la teoria dell’evoluzione impostasi con l’opera
di Darwin e in base alla quale si poté finalmente impostare il programma
di una classificazione naturale di tutte le forme vegetali. Attualmente tutti i vari rami della botanica sono in pieno sviluppo anche perché l’organismo vegetale, per la sua semplicità in confronto a quello animale, molto spesso si è dimostrato più consono a risolvere certi problemi di biologia generale quali per esempio l’influenza di certe radiazioni che dall’ambiente investono i viventi siano essi persone che animali; l’indagine sui virus e sulle malattie da questi determinate; la produzione di sostanze antibiotiche; … Notevoli risultati si attendono dallo studio del metabolismo dei vari composti chimici di cui l’organismo vegetale risulta formato. Per non parlare, poi, degli “organismi geneticamente modificati” - O.G.M. - che, attualmente, spaventano il consumatore per la non conoscenza sulla loro trasformazione ma che in un futuro, probabilmente ravvicinato, potrebbero risolvere il grave problema della fame nel mondo. La botanica ha oggi problemi e metodi che la rendono sempre più una disciplina che è lungi dall’esaurirsi nella identificazione e nella catalogazione delle piante avendo assunto il carattere di una vera e propria scienza sperimentale.
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