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PIANTE INDUSTRIALI

Appartengono a questo gruppo tutte quelle piante che, in linea generale, una volta raccolte subiscono un processo di lavorazione (tabacco, te, …) o di trasformazione (cotone, olive, uva, …) per ottenere un prodotto da sottoporre alla commercializzazione.

Tutte le civiltà, in tutti i continenti, si sono dedicate, oltre che alla "domesticazione" e alla coltura di piante a scopi alimentari, alla ricerca di piante con proprietà particolari: terapeutiche, officinali, tessili, ….

Si usava l’oppio, ricavato dal papavero prima che se ne estraesse la morfina; oggi, nonostante lo sviluppo raggiunto dalla chemioterapia, la fitoterapia è sempre molto utilizzata.

La Canapa era già nota alle popolazioni dell’età del bronzo; come pianta tessile ha avuto grande diffusione in Europa fino al XIX secolo, in seguito, la concorrenza di altri tessuti, soprattutto delle fibre artificiali, ha diminuito la sua utilizzazione, ma la canapa rimane sempre un tessuto ancora molto apprezzato sopratutto come fibra naturale.

Il te era già usato in Cina nel sesto secolo ma già dall’Ottocento raggiunse un tale grado di ricercato gradimento che si crearono i locali pubblici dove sorbire la profumata bevanda, le Sale da Te: luoghi di piacevole incontro dove scambiare quattro chiacchiere.

Tra le piante maggiormente utilizzate dagli Egizi vi erano il ginepro, il melograno, il seme di lino, il finocchio, l’acero, il cardamomo, il cumino, ….

Alcune tavolette mesopotamiche citano la canapa indiana, della quale si conoscevano le proprietà analgesiche, ed inoltre veniva prescritta contro la bronchite, i reumatismi e l’insonnia.

I progressi della conoscenza e dell’utilizzazione delle piante si possono inquadrare in tre periodi: le civiltà egizia, greca e romana hanno trasmesso, soprattutto attraverso gli arabi, numerose notizie empiriche ai popoli europei.

Durante il Rinascimento, gli studiosi occidentali approfondirono la ricerca scientifica e, approfittando anche delle scoperte degli scienziati esploratori, svilupparono maggiormente le conoscenze acquisite, iniziando, con un lavoro di riordinamento rigoroso ad elencare e classificare le piante; nel 1544 sorsero i primi orti botanici con lo scopo di conoscere meglio e avere a disposizione le piante benefiche (ginepro, camomilla, malva, …), le piante officinali (salvia, rosmarino, aglio, cipolla, …), le piante tessili (lino, cotone, canapa, …) le piante curative (papavero, piretro, ricino, salice, …), … per i diversi usi.

Sempre nel periodo rinascimentale, con il metodo della sperimentazione e dell’osservazione diretta, e con il susseguirsi dei grandi viaggi esplorativi verso le Indie e l’America, nacque un nuovo periodo di progresso scientifico e di conoscenza delle piante e delle loro virtù che continuò e si incrementò con l’industrializzazione del XVIII secolo, per poi diffondersi in tutti i paesi nel XIX secolo.

In Italia il primo ramo dell’industria ad affermarsi, nel senso moderno del termine fu quello tessile, in particolare quello cotoniero ma tante altre industrie si svilupparono, soprattutto con l’utilizzazione delle macchine.

 

 

 

 

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