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Vischio Nome scientifico: Viscum Album Famiglia: Viscacee Origine: Europa
Noto davvero fin dall'antichità, con numerose storie a lui collegato sia dal
punto di vista mitologico che da quello farmaceutico, il vischio (nome
scientifico Viscum Album), è questo l'essere vegetale di cui stiamo parlando, è
una pianta parassita, sempreverde e epifita, ovvero che vive sopra la corteccia
della pianta ospitante.
Gli organismi "preferiti" dal vischio sono gli alberi cosiddetti latifoglie,
come le querce, i meli, i pioppi e i noci, ma non disdegna anche di trovare
ospitalità sulle conifere.
Il periodo dell'anno in cui è più semplice individuare la presenza del vischio
sopra un albero è l'inverno, quando il verde del parassita contrasta con il
colore marrone della pianta spoglia. Diciamo spoglia perché, anche se
sempreverde, il ramo che ospita il vischio perde le foglie durante la brutta
stagione. Per riuscire a visualizzarlo meglio descriviamo il vischio: si tratta
di una piccola pianta, della lunghezza di circa 50 centimetri, con delle foglie
piccole, delle dimensioni di circa un paio di centimetri, disposte in coppia
lungo tutto il rametto. I fiori sono di colore giallo e sono presenti
solitamente intorno alla primavera inoltrata. I frutti, che invece appaiono in
inverno inoltrato, risultano essere delle bacche di colore misto tra il bianco e
il giallo. Aperti questi frutti, possiamo notare che risultano essere composti
da una sostanza simile ad una colla (da qui il modo di dire "restare invischiati
in una situazione", ovvero incollati in una circostanza poco gradevole).
È proprio grazie alle bacche che il vischio si riproduce. Infatti il frutto, di
cui sono golosi molti uccelli (per l'uomo, al contrario, la bacca è tossica), a
volte cadono dal becco o le zampe di questi animali e restano incastrati su un
nodo o un piccolo buco presente sopra un ramo. Da lì il frutto attecchisce e
diviene pianta. Se il frutto cade al suolo, essendo il vischio una pianta
parassita, il frutto muore senza generare alcuna pianta.
Alle persone più attente può risultare strano che una pianta sempreverde, che
quindi effettua la fotosintesi clorofilliana, sia un organismo parassita.
Infatti il vischio sfrutta la pianta che lo ospita solamente per ottenere
l'azoto, che il parassita non è in grado di produrre da solo, mentre per il
resto è autosufficiente. Questa condizione permette alla pianta ospitante di
sopravvivere tranquillamente assieme al vischio. L'importante è che non nascano
diverse piante sullo stesso ramo, in quel caso si corre il rischio di far
"soffocare" una parte di pianta..
Oltre ad essere utilizzato per i noti e ormai tipici ornamenti natalizi, nei
Paesi di tradizione celtica ed anglosassone è una usanza che dura da secoli il
considerare il vischio una pianta beneaugurante. Attualmente la credenza
maggiormente nota è che porti bene baciarsi sotto al rametto di questa pianta.
Oltre a questo il vischio viene utilizzato anche per dei lavori di erboristeria,
solitamente tinture o tisane.
Secondo molti medici antichi questa pianta ha delle grandi capacità curative,
soprattutto per quanto riguarda i problemi del sistema nervoso e come
antitumorale. Probabilmente la forte tossicità della pianta, che rendeva il
vischio prima un veleno e poi una cura, hanno fatto cadere in disuso l'utilizzo
di questa pianta in ambito farmaceutico.
Ricordiamo che le bacche risultano essere un vero e proprio veleno per gli
uomini. Fare attenzione con i bambini, perché i componenti della bacca possono
causare danni molto gravi all'organismo umano, arrivando, se ingeriti in dosi
relativamente grandi, direttamente al collasso cardiaco.
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