CAPODANNO
Il Capodanno è sostanzialmente una festa di inaugurazione
e, nelle sue manifestazioni, risponde al desiderio di porre una netta divisione
tra il passato, non sempre lieto, e l’avvenire che si augura felice.
Motivata dall’idea di un tempo ciclico legato probabilmente
sull’esperienza del ciclo agricolo – e, in effetti, il momento del raccolto
segnava presso numerose civiltà la fine di un anno e precedeva immediatamente
la festa di Capodanno – la festività era sentita anche presso popoli non
coltivatori che tuttavia rilevavano, in vario modo, le ricorrenze stagionali
(venuta delle piogge, fioritura, disgelo delle acque, risveglio della natura,
…).
La ricorrenza si manifestava sempre con un rito, come
per esempio il solstizio d’inverno, o capodanno solstiziale, che era immaginato
come una morte e una rinascita del Sole.
In tal modo il nuovo ciclo non appariva come il proseguimento
del vecchio ma era inteso come "un fatto" nuovo e diverso.
Di qui i riti intesi a fondare il nuovo ciclo spesso
riferiti anche ai destini umani per l’anno nuovo (riti augurali, estrazione
delle "sorti", ricerca dei presagi, ecc…).
L’idea che il tempo "vecchio" si logorasse e finisse
faceva sentire il Capodanno come una nascita (o rinascita) del mondo, una
liberazione da un peso opprimente e carico di tristezza e malinconia.
Questo retaggio storico lo si prova, certamente in misura
minore, anche ai nostri giorni; in prossimità della fine di un anno; per
quanto l’anno sia stato generoso, nell’imminenza della sua fine ci auguriamo
e speriamo che il prossimo sia migliore e ci riservi sempre di più di quello
che abbiamo ricevuto nel passato.
Non per nulla il detto popolare "Anno nuovo, vita nuova"
appare più calzante che mai e la nascita di un nuovo anno è salutata, folcloristicamente,
con fuochi artificiali colorati e rumorosi: splendide dimostrazioni di gioia
e allegria.
Fino a pochi anni fa, fortunatamente l’usanza è del tutto
sparita, a sostegno della volontà e del desiderio di cambiamento, nella
notte di capodanno si lanciavano dalla finestra oggetti vecchi e rotti,
magari accantonati da mesi addietro, come se quell’atto fosse scaramantico
di novità e cose belle.
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