Vittorio Formentano nacque a Firenze il 31 Ottobre
del 1985 ed ebbe la possibilità di conoscere moltissime città italiane
come Catania, Bologna, Perugia, Verona, Pisa e Macerata grazie
all’attività di magistrato di suo padre Alfredo Formentano.
Durante la prima guerra mondiale egli ricoprì il
ruolo di ufficiale assegnato al fronte del settore del Montenero nel 4°
Reggimento degli Alpini; una lieve ferita lo relegò all’addestramento
degli alpini sciatori.
Com’è capitato a molti di noi, un giorno dell’anno
1917 la sua strada giunse ad un bivio: continuare gli studi in medicina
oppure proseguire la carriera militare?
La sua passione per la medicina lo spinse ad
accantonare definitivamente la vita militare e a concentrarsi sugli
studi.
All’interno del 4° Reggimento degli Alpini egli
subisce un mutamento della sua posizione perdendo il ruolo di ufficiale
e assumendo l’incarico di sergente di sanità; in questa nuova veste egli
viene inviato al servizio sanitario sempre dello stesso reggimento.
Formentano nel Novembre del 1918, con l’Ospedale del
campo n° 243, giunse a Trento liberata e si dedicò anima e corpo alle
cure dei numerosi feriti.
Successivamente lavorò presso l’Ospedale di Greis e a
Genova, precisamente all’Ospedale militare; infine la laurea giunse nel
1921.
Il suo battesimo del fuoco fu a Voghera e dopo si
spostò a Milano; fin da subito il suo interesse si rivolse
al campo dell’ematologia che, grazie al contributo
della Scuola medica di Pavia, fece istituire le prime strutture
sanitarie nell’ambito dell’ emotrasfusione.
Nacque un’ “istituto ematologico” a Milano grazie a
Formentano e coadiuvato da suoi amici e anche colleghi diede vita ad un
servizio di analisi del sangue; inoltre iniziò anche la pubblicazione
del “bollettino ematologico”.
Nel giorno della vigilia di Natale il giovane medico
venne chiamato da un suo collega ginecologo per soccorrere una ragazza
diciannovenne che per colpa di un’emorragia perse la vita prima ancora
di poter partorire il suo bambino.
Nonostante gli strumenti e le nozioni mediche di
Formentano, la giovane non si salvò perché non c’era nessuno compatibile
con il suo gruppo sanguigno, neanche i fratelli presenti durante il
parto.
L’episodio della morte della neomamma venuta a
mancare per colpa di un’emorragia da parto, facilmente evitabile se
fosse stato disponibile un quantitativo di sangue per la trasfusione,
spinse Formentano a costituire un gruppo di donatori di sangue volontari
e a rendere pubblico l’appello tramite un giornale.
L’importante testata giornalistica di quell’epoca era
il Corriere della Sera e all’appello di Vittorio risposero diciassette
cittadini che si riunirono presso il Centro ematologico di Formentano
gettando così le solide basi dell’associazione volontaria che avrebbe
preso il nome di AVIS, il 15 Maggio del 1927.
Ovviamente tale iniziativa all’inizio trovò
l’opposizione di molti detrattori che non vedevano di buon occhio tale
associazione; però Formentano non si diede per vinto e promulgò il suo
senso d’aiuto verso gli altri riuscendo a espandere i propri ideali non
solo in Italia ma anche al di fuori dei nostri confini territoriali.
I principi fondamentali del pensiero di Formentano
erano la totale disponibilità e reperibilità dei donatori che
volontariamente sarebbero accorsi presso i presidi sanitari più vicini
in caso di necessità di donazioni immediate di sangue per pazienti in
condizioni gravi e la lotta alla compravendita del sangue sul quale
molta gente stava speculando per ottenere profitti dalla cattiva salute
della gente.
Nel 1937 i 17 “pionieri”, che avevano come loro
mentore Giorgio Moscatelli, stilarono un programma promozionale e
realizzarono un codice deontologico e una bozza di statuto.
L’era fascista non fu comprensiva con il movimento
avisino e cercò di scalzare tale associazione istituendo dei propri
comitati provinciali di donatori di sangue, dimostrandosi irrispettosa
verso il principio di volontarietà dell’AVIS poiché furono creati dei
datori di sangue retribuiti.
I sacrifici di Formentano diedero i loro frutti nel
1950 grazie alla legge che riconosceva L’AVIS parte integrante del
settore emotrasfusionale.
Vittorio Formentano morì a Cunardo (nei pressi di Varese) il 1°
Settembre de 1977.