Il Giorno del Ricordo
10 febbraio
La seconda Guerra Mondiale ha lasciato delle brutte ferite tra alcuni
popoli.
Una tra queste situazioni si ricollega con il massacro delle Foibe e
sulla questione del confine nord orientale dell’Italia, causa di una
lunga discussione tra il nostro Paese con la ex Jugoslavia. Questa
problematica si trascinerà dalla fine del conflitto mondiale, nel 1945,
al 1953, quando Trieste viene unita al territorio italiano, mentre
l’Istria e la Dalmazia restano sotto il controllo jugoslavo.
Questo è stato un triste episodio, avvenuto in coda del conflitto
Mondiale, in cui la popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia è
stata vittima di persecuzione da parte delle truppe partigiane jugoslave
che rispondevano al Generale Tito e poi gettatte in delle grotte
presenti in quel territorio chiamate Foibe. Molti, per fuggire da queste
violenze, emigrarono da quelle terre, passate sotto il controllo
Jugoslavo, al territorio italiano.
Si tratta, anche se ovviamente di proporzioni nettamente minori
perpetrati nella Seconda Guerra Mondiale, di una vera e propria pulizia
etnica portata avanti dalle truppe jugoslave.
Coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e le
vittime di questa situazione hanno ricevuto il riconoscimento dallo
Stato Italiano solo nel 2004, quando alla presidenza della Repubblica
era Carlo Azeglio Ciampi, che aveva molto a cuore il cercare di creare
una vera coscienza nazionale nella popolazione. Da questa volontà nasce
la “Giornata del ricordo”, proprio in riferimento ai tristi avvenimenti
istriani.
L’inziativa della legge comportava, oltre al riconoscimento tramite una
medaglia ed un diplomi ai congiunti, dello status di “vittime delle
Foibe” (il termine ultimo per ottenere questo riconoscimento è stato
fissato al 30 marzo del 2014), si decide di fondare, a Trieste, il Museo
della civiltà istriano-fiumano-dalmata. Inoltre a Roma è stato creato
l'Archivio museo storico di Fiume.
La data fissata annualmente per questa celebrazione è il 10 febbraio.
Oltre alle celebrazioni locali decise da ogni tipo di ente, e per lo più
indirizzate a far conoscere ai giovani gli avvenimenti della storia
italiana “recente”, a livello nazionale il ricordo viene celebrato con
una cerimonia celebrata all’interno del Palazzo del Quirinale alla
presenza del Presidente della Repubblica.
La creazione di questa ricorrenza è ancora un motivo di discussione tra
varie “fazioni”. Spesso coloro che hanno subito la violenza delle Foibe
vengono considerati non “semplicemente” come italiani, ma come
“fascisti” colpiti da “comunisti”.
Come per la Giornata della Memoria sono esistiti ed esistono dei
“revisionisti” che tendono a ritenere il massacro delle Foibe come una
mistificazione.
È stata necessaria una lunga pacificazione durata circa 60 anni (1945 -
2004) affinché questa tragedia ottenesse ricordo.
Un altro problema che non ha permesso grande riscontro per la Giornata
del Ricordo è quello che questo è stato un evento “regionale”, ristretto
semplicemente all’estremo confine Nord orientale del nostro Paese.
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