FESTA DI SAN GENNARO: 16 DICEMBRE
Il miracolo del sangue
Il martire del miracolo del
sangue, dispensatore di miracoli, patrono della città di Napoli (16 dicembre).
17 agosto 1389. A Napoli
i fedeli si raccolgono in preghiera intorno alla teca contenente le ampolle
con il sangue di San Gennaro. Al Santo, venerato già da lungo tempo,
i fedeli si rivolgono per superare gli stenti causati da guerre e carestie.
Il miracolo della liquefazione del sangue si compie, come se il sangue
“in quel giorno fosse uscito dal corpo”.
Da secoli la città di Napoli
assiste, con trepidante attesa, tra preghiere e suppliche al miracolo della
liquefazione del sangue di San Gennaro, patrono di Napoli e della Campania.
Le attese, le speranze e le preghiere dei napoletani si concentrano sulla
teca contente le ampolle con il sangue. Quando il sangue raggrumato diventa
liquido, tutti i napoletani sanno che è un segno di buon auspicio per la
città.
Sono diverse, in Italia, le
reliquie contenti sangue di santi; anche queste, in molti casi, sono soggette
al mistero della liquefazione. Tuttavia, la liquefazione del sangue di San
Gennaro, si osserva con sorprendente regolarità.
Ianuario,
già vescovo di Benevento, fu decapitato il 19 settembre del 305 d.
C., colpevole di non aver rinnegato la propria fede cristiana. Il suo sangue,
racconta la leggenda, fu raccolto da un cieco e da una devota presso la
Solfatara di Pozzuoli; qui, nel 1580, fu costruito il Santuario di
San Gennaro alla Solfatara.
Da quel lontano 19 settembre,
il sangue del Santo viene conservato in due ampolle. Le spoglie del Santo,
anch’esse recuperate dai fedeli, furono conservate per lungo tempo nelle
Catacombe di Capodimonte, insieme ad una delle più antiche raffigurazioni
di Ianuario.
Nel 1580 venne costruito il
Santuario di San Gennaro alla Solfatara; qui è conservata la base sulla
quale è avvenuta la decapitazione del santo. Tradizione vuole che, nello
stesso momento in cui avviene la liquefazione del sangue a Napoli, le macchie
presenti sul ceppo della decapitazione rinnovano il loro colore.
Nel 1497 le ossa, il cranio
e le due ampolle con il sangue del santo furono definitivamente riunite
nel Succorpo del Duomo di Napoli. Le ossa ed il cranio
furono sistemate in busto in oro ed argento, realizzato anni prima da maestri
orafi francesi, per volontà di Carlo II d’Angio; le ampolle con il sangue
furono incastonate in una preziosa teca.
Le due ampolle, una ellittica
più grande, l’altra circolare più piccola, si trovano nella teca conservata
in un nicchia chiusa da porte d’argento, nella Cappella del tesoro del Duomo
di Napoli.
Dal 1389, anno della prima
testimonianza scritta sul miracolo della liquefazione del sangue di San
Gennaro, il prodigio avviene, con una certa regolarità, tre volte l’anno.
Ogni anno, il primo sabato
di maggio, una processione accompagna il busto del santo e le reliquie dal
Duomo di Napoli alla Basilica di Santa Chiara. I fedeli si riuniscono in
preghiera, aspettando che il sangue raggrumato diventi liquido.
Dal 16 al 19 settembre si
svolge a Napoli la Solennità di San Gennaro. Per tre giorni la città si
prepara alla Messa Solenne del 19 settembre. In memoria del martirio, il
19 settembre si svolge la tradizionale processione cittadina fino al Duomo
di Napoli. Qui i fedeli si riuniscono tra suppliche e litanie in napoletano,
aspettando ore o anche giorni fino a quando, tra il tripudio generale, il
cardinale arcivescovo mostra l’ampolla con il sangue liquefatto. Dal Castello
dell’Ovo vengono sparati alcuni colpi di cannone per annunciare il miracolo.
La terza data in cui si può assistere all’evento è il 16 dicembre, festa
del patrocinio sulla città. Questa festa è stata voluta dalla città di Napoli
per ricordare l’assistenza avuta dal santo nell’eruzione del Vesuvio del
1631.
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