NATALE
Albero o Presepio?
LA STORIA:
L’origine della festa del Natale, tra le principali dell’anno
liturgico, è universalmente riconosciuta come la festa della natività di
Gesù Cristo.
Nell’antica Roma, prima del Cristianesimo, si celebrava
il natale di certe divinità di cui era significativa la "nascita" come per
esempio del Sole Invitto e del Dio Mitra; per quest’ultimo dio il natale
era celebrato il 25 dicembre e costituiva un’importante festa, perché legata
al solstizio d’inverno.
I cristiani vollero cosi opporre e sovrapporre, alla
festa pagana, la festa della nascita del vero sole, Cristo che i Padri,
ripetendo le parole di Malachia chiamano "Sole di giustizia e di verità"
che dissipa le tenebre del mondo.
Per questo il Natale è la tipica festa della luce, simbolo
della divinità di Cristo che si riflette anche nelle tradizioni popolari.
Infatti, questa festa si diffuse rapidamente e fu subito
accolta da tutte le Chiese e in poco meno di un secolo la grande festa occidentale
si era diffusa in tutta la cristianità.
La festività del Natale è liturgicamente caratterizzata
dalle tre messe; la prima: "ad noctem " o "ad galli cantum"
pare che risalga all’anno 431 in occasione della ricostruzione della Basilica
di Santa Maria Maggiore, voluta dal Papa Sisto III, dopo il concilio di
Efeso
Storicamente, la messa di mezzanotte cominciò con l’uso
di celebrare il Natale di notte a Betlemme, presso il presepe del Signore.
A Roma questa messa aveva luogo in una grotta artificiale, imitante quella
di Betlemme, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore.
La seconda: "in aurora" originariamente era in
onore di Santa Anastasia, il cui culto era celebrato solennemente a Roma
nel sesto secolo cui si aggiunse la commemorazione del Natale che finì poi
per rimuovere il ricordo della Santa; la terza: "in die" è quella
della solennità.
IL FOLCLORE:
Tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati
il ceppo, i fuochi e i falò che ricordano quelli accesi nell’antichità per
il solstizio d’inverno ; il presepe, che è la rappresentazione plastica
del paesaggio e della scena del Natale, di tradizione tipicamente cattolica
che si sviluppò da antiche rappresentazioni liturgiche fino al presepio
di Greccio di Francesco d’Assisi e si diffuse, poi, soprattutto nel corso
del Quattrocento per opera degli ordini mendicanti, e, più tardi, dei gesuiti;
e, infine, proveniente dall’Europa del nord, l’albero di Natale anch’esso
sopravvivenza di riti agrari e che è , di solito, un abete ornato e illuminato,
cui si appendono i doni.
Una consuetudine che deriva dai Saturnali romani che
si celebravano nella seconda metà del mese di dicembre, è quella dell’uso
di luminarie, dello scambio di doni, dei regali ai bambini.
Nell’Europa del nord, ma anche in alcune città settentrionali
italiane, si conservano invece, tradizioni che derivano dalla antica festa
solstiziale germanica, vale a dire, la credenza secondo cui la notte di
Natale la casa viene visitata dai morti della famiglia, cui si prepara la
tavola imbandita.
Diffuso, non solo a livello europeo è Babbo Natale, personificazione
del Natale di origine recente in cui confluiscono tratti di Santa Claus
(contrazione di Sanctus Nicolaus, San Nicola di Bari) che già nel Medioevo
il 6 dicembre si celebrava con feste infantili.
Altra consuetudine è l’uso del vischio che può essere
collegato alla religione celtica che attribuiva a questa pianta poteri magici
come magiche sono tutte le formule trasmesse la notte di Natale.
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