Archimede
Archimede è un matematico e astronomo vissuto
nel III secolo a.C. a Siracusa, nella Magna
Grecia.
Proveniente da una famiglia nobile Archimede è
riuscito ad occupare tutta la sua esistenza a
concentrarsi sulla sua maggiore passione, ovvero
lo studio della natura e dei fenomeni naturali.
Inoltre, oltre ai nobili natali, anche grazie
alle sue abilità inventive, è riuscito a
mantenere durante tutta la sua esistenza ottimi
rapporti con le autorità cittadine.
Nella giovinezza Archimede si reca ad
Alessandria, in Egitto, per studiare. All’epoca
è lì il vero fulcro della cultura classica.
Terminati i suoi studi deciderà di ritornare nel
suo paese natale.
Di carattere introverso, poco avvezzo al
contatto con le persone, passerà quindi tutta la
vita a Siracusa, lavorando per soddisfare la sua
sete di sapere e per aiutare i propri
concittadini.
Questa sua minima dimestichezza con le
situazioni socio - politiche della sua Patria è
stata, con ogni probabilità, la causa della sua
morte. Infatti le diverse leggende che parlano
di Archimede e la sua fine,ad opera dei romani
conquistatori, concordano solo su un
particolare: lo scienziato verrà ucciso da un
soldato romano che era riuscito ad entrare nella
città dopo un lungo assedio. Archimede, non
facendosi riconoscere dal soldato, firma la sua
condanna, probabilmente proprio a causa
dell’aver ignorato le richieste del militare che
per tutta risposta lo trapasserà con la sua
spada.
Il console Marcello, una volta scoperta la morte
del genio, lo onorerà con un funerale con tutti
gli onori. Probabilmente, il vero obiettivo di
Roma era quello di utilizzare una mente così
fulgida per contribuire all’ascesa dell’Urbe.
Archimede, grazie alla sua particolare
predisposizione e totale dedizione alla ricerca
scientifica, attività che lo porterà ad avere la
paternità di numerose scoperte, diverrà un
personaggio fondamentale nelle leggende
dell’epoca.
La ricerca dello scienziato è fondamentalmente
diretta alla soluzione dei problemi pratici
della vita. Esemplare è, in questo senso, la
scoperta che ci viene riportata dal libro di
Diodoro Siculo.
In Egitto per i suoi studi, Archimede inventa un
marchingegno che permetta che vengano irrigate
anche le terre non toccate dalle esondazioni del
Nilo. Questo macchinario per spostare le acque è
passato alla storia come “Vite di Archimede”.
Gli studi di Archimede, in particolare per
quanto riguarda la fisica, saranno una vera e
propria guida per tutti gli studiosi almeno fino
al XVII secolo d.C.. Più in generale possiamo
dire che la grandezza del genio del siracusano
ha portato molte delle sue scoperte a non venire
superate se non fino ad una netta crescita delle
scienze che avverrà appunto intorno al 1600.
Secondo alcuni scritti di storici romani, come
Tito Livio e Plutarco, collegata alla geniale
mente dello scienziato è la costruzione di
alcuni oggetti utilizzati per rendere complicata
la conquista di Siracusa da parte dei romani,
come ad esempio gli specchi ustori, la catapulta
e la carrucola.
Allo scienziato siracusano vengono collegate
diverse scoperte sia nell’ambito della fisica
che della matematica, tanto da lasciare degli
enunciati rimasti famosi ancora al giorno d’oggi
(2011).
Tra gli enunciati più noti ricordiamo per la
geometria il Teorema di Pitagora, uno tra gli
incubi attuali degli studenti, mentre per la
fisica sottolineiamo il principio di Archimede,
ovvero la regola per valutare la capacità di
galleggiamento dei corpi.
Con ogni probabilità la genialità di Archimede è
talmente tanto eccelsa che potrà essere
paragonata solamente con i grandi geni del
Rinascimento.
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