Tommaso d’Aquino
Tommaso
d’Aquino è uno tra i maggiori uomini di cultura medioevali ed una delle
figure di punta della filosofia Scolastica.
Tommaso nasce
da una famiglia nobile e potente del sud del Lazio, infatti il padre era
il conte d’Aquino mentre la madre era di origine normanna. Iniziò il suo
percorso di studi presso l’abbazia di Montecassino, per poi passare
all’università di Napoli, uno dei recenti (per l’epoca) lasciti
dell’imperatore Federico II al Sud Italia.
Per
completare i suoi studi Tommaso decide poi di voler entrare nell’ordine
domenicano. La sua idea di divenire uno studioso ed un religioso non
viene accolta favorevolmente dai parenti, tanto da venir rapito dai
propri fratelli mentre il giovane si dirigeva a Parigi, presso
l’università domenicana, con l’obiettivo di approfondire la propria
conoscenza.
Data la forte
convinzione nei confronti dei suoi studi che il futuro studioso era
riuscito a dimostrare di fronte ai familiari, viene liberato e riesce
dunque a raggiungere la capitale francese.
A Parigi uno
tra i suoi maggiori maestri è Alberto Magno,con il quale condivide
un’esperienza di studio a Colonia, dove i domenicani hanno deciso di
fondato un nuovo “studium generale”. Molto apprezzato dal suo maestro,
che lo indicherà come insegnante per Parigi, nella città tedesca Tommaso
inizia già a dimostrare il proprio talento.
Tornato su
indicazione del suo maestro nella capitale francese nel 1252, Tommaso
d’Aquino diviene docente nelle scuole del suo ordine. È in questo
periodo che riesce ad ottenere, assieme a San Bonaventura, il titolo
accademico di “Magister” di teologia.
Nel 1259
venne chiamato direttamente dal Papa per insegnare nello “studium curiae”.
Data la
situazione particolare del periodo, dove infuriava la tempesta contro
l’averroismo latino e la situazione al limite dell’eresia degli ordini
mendicanti, il d’Aquino venne richiamato a Parigi nel 1269 per dirimere
alcuni problemi di ordine teologico e filosofico.
In questo
periodo scrive alcune tra le sue più importanti opere, tra cui
ritroviamo la “Summa Theologia”, il suo capolavoro rimasto incompiuto.
Tre anni dopo
Tommaso tornò in Italia, a Napoli, dove decise di fondare un suo
“studium generale”, nel quale insegnò fino alla sua morte giunta il 7
marzo del 1274 quando, per ordine di Papa Gregorio X, si stava recando a
Lione per un concilio.
La sua ultima
tappa terrena è stata il
monastero di
Fossanova (LT) da cui, molti anni dopo, il corpo dello studioso è stato
portato a Tolosa dove tutt’ora riposa.
Nella
filosofia di Tommaso d’Aquino esiste una chiara distinzione tra fede,
ragione e filosofia. Secondo il dotto medioevale, la fede è quella cosa
che migliora il ruolo della ragione e della filosofia. La base
chiarificatrice di tutto è dunque la fede.
Nonostante
ciò per il d’Aquino la filosofia ha comunque una propria autonomia,
risultando quindi un “preambulum fidei”, ovvero rappresenta una
possibilità di conoscere parzialmente il mondo, senza però permettere
una conoscenza completa che può arrivare solo abbracciando la giusta
fede.
Ricordiamo
inoltre che Tommaso decide di dimostrare l’esistenza di Dio tramite 5
vie. Ognuna di queste teorie partono dall’osservazione della natura per
giungere infine a confermare l’esistenza di un Essere Superiore, Dio
appunto.
Dopo questo
breve accenno al pensiero filosofico di Tommaso dobbiamo anche dire che
pochi anni dopo la sua morte alcune delle sue tesi, che si scontravano
con la filosofia di Sant’Agostino, sono giudicate errate dagli
arcivescovi di Parigi e Canterbury. Nonostante ciò il tomismo, ovvero la
corrente filosofica nata dalle intuizioni del d’Aquino, risulta essere
ancora oggi, nel XXI secolo, seguita da parte di ambienti cattolici e
non.
Tommaso
d’Aquino viene elevato agli onori degli altari nel 1323 da papa Giovanni
XXII, inoltre, nel 1567 ottiene il titolo di Dottore della Chiesa da
parte di papa Pio V.
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