Ferdinand de Saussure
Ferdinand de Saussure è stato uno dei padri fondatori
della linguistica, ed è nato a Ginevra il 26 novembre del 1857. Veniva da
una famiglia di intellettuali e scienziati, per cui l’amore per la conoscenza
e la curiosità per la filosofia erano concetti con i quali sin da giovanissimo
aveva avuto a che fare. Nella sua città natale svolse gli studi di chimica
e fisica, ma presto decise di abbandonarli per dedicarsi alla glottologia
e alla linguistica appunto, proseguendo gli studi a Lipsia e a Berlino,
dove imparò il persiano antico, l'antico irlandese, lo slavo e il lituano.
Nel 1878 pubblicò il suo primo manuale "Memoria sul
sistema primitivo delle vocali nelle lingue indoeuropee", nel quale
affrontava il problema dell’esistenza di entità vocaliche astratte, definite
dalla loro funzione strutturale e non semplicemente dalla loro realtà fonetica.
A seguito di questo e di altri scritti ottenne nel 1880 la cattedra di linguistica
a Parigi, e dieci anni più tardi quella di sanscrito e di lingue indoeuropee,
a Ginevra. Nei tre corsi di linguistica generale che tenne tra il 1906 e
il 1911, de Saussure espose le idee fondamentali del suo pensiero, che vennero
poi raccolte dai suoi allievi Charles Bally e Albert Séchehaye in un volume
pubblicato postumo nel 1916, "Corso di linguistica generale". Tale
opera costituisce ancora oggi la base della linguistica strutturale, essenziale
per affrontare tematiche riguardanti nozioni di struttura, segno, arbitrarietà,
significante/significato, sincronia/diacronia, langue/parole.
Parlando dello studio della lingua occorre distinguere
tra due discipline, la semiotica e la linguistica.
La semiotica o semiologia studia i "segni"propriamente
detti, ed è una disciplina di recente costituzione, nata intorno alla fine
dell’ Ottocento, anche se approfonditi studi sulla natura e l'interpretazione
dei segni risalgono addirittura ad Aristotele, ed al pensiero cristiano
di Sant'Agostino. Il padre fondatore di questa disciplina è stato lo studioso
Charles Sanders Peirce che gettò le basi della semiotica in America,inserendola
all’interno di una più generale filosofia pragmatista, e tentando una descrizione
classificatoria complessiva dei segni stessi.
In Europa fu proprio grazie
a Ferdinand de Saussure che fu possibile ampliare gli studi di questa disciplina,
grazie al filone dello "strutturalismo", che si proponeva,sulla teorizzazione
del "Corso di linguistica generale" dello stesso De Saussure, di studiare
la "lingua" come sistema autonomo e unitario di segni, guardando alle funzioni
e alle reciproche relazioni dei singoli elementi linguistici, considerati
come parti di un ordinamento strutturale e di un insieme di fenomeni in
continua interdipendenza e interazione.
La linguistica studia la lingua alle luci della
fonologia, della morfologia, della sintassi, della metrica (che studia la
struttura ritmica e la tecnica compositiva dei versi), e della semantica.
I due principali metodi usati dalla linguistica sono:
-
la linguistica diacronica,
detta anche nell'ambito universitario italiano glottologia, che consiste
nell'analizzare i fenomeni linguistici da un punto di vista storico e comparativo
ed è detta perciò "linguistica comparativa";
-
la linguistica sincronica,
che oggi segue generalmente le teorie di Noam Chomsky sulla
cosiddetta grammatica generativa basandosi essenzialmente sulla ricerca
di determinate leggi che regolano la produzione (o la generazione,
come si è soliti dire) dei fatti linguistici.
In linguistica occorre distinguere tra la "langue",
intesa come un sistema di segni che formano il codice di un idioma, e la
"parole", cioè dall'atto linguistico del parlante. Il suono linguistico
è una entità costituita da una unione arbitraria di un concetto (significato)
e della sua immagine acustica (significante); l'associazione tra
significato e significante non è legata ad alcuna legge naturale, come dimostra
la varietà degli idiomi, anche se una volta istituito un legame in ciascuna
lingua diventa canonica e non può più essere modificabile dalla singola
persona. La linguistica si definisce "strutturale"perché la determinazione
del valore o dell'identità del segno, nel duplice aspetto fonico e concettuale,
parte dal presupposto che esista la totalità del sistema linguistico.
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