Saffo
Saffo fu, secondo diverse testimonianze
dell’epoca, la più grande poetessa dell’antichità, considerata da
diversi illustri personaggi del mondo classico la scrittrice più intensa
e dotata di tutta la storia della letteratura occidentale. La fama ed il
mito che circondano la sua figura sono dovuti non solo alle sue celebri
composizioni ma anche alle numerose relazioni amorose che la poetessa intrattenne
con le giovani allieve della sua scuola, le quali giungevano
da ogni parte della Grecia per imparare l’arte della poesia. Le sue gesta
erotico amorose, spesso oggetto e o ispirazione dei suoi componimenti,
alimentarono sin dai tempi antichi il mito di Saffo, poetessa
omosessuale ed erotomane. Nel corso dei secoli questa nomea trasformò Saffo in una vera e propria icona dell’amore gay e dell’anticonformismo
sessuale, tanto da depositare una testimonianza nel linguaggio ordinario.
Lesbico e saffico sono tutt’oggi parole utilizzate per indicare l’amore
fra due donne.
Saffo Nacque nell’isola di Lesbo nel
647 a.C. in una famiglia aristocratica. Quando era ancora
una fanciulla dovette rifugiarsi, insieme a tutti i parenti,
in esilio a Palermo. Ancora non sono certe le motivazioni di questo allontanamento
forzato dalla terra natia. La prima ipotesi si basa sulla situazione politica
di quel periodo. Lesbo era attraversata da numerose guerre intestine,
le quali vedevano opposte schiere diverse di aristocratici in
lotta per il potere. L’altra ipotesi accettata è che la famiglia si sia
trasferita per fuggire dai debiti contratti dal fratello di Saffo, Carrasso,
il quale aveva dilapidato le fortune di famiglia a causa di una donna
di nome Rodica o Doropi. È probabile che l’esilio si stato motivato
da entrambe le cause. In età adulta Saffo tornò a Lesbo e ivi fondò la sua
scuola. Il collegio era in realtà un Tiaso, un associazione a carattere
religioso dedicata al culto della dea afrodite. Saffo era la sacerdotessa
del Tiaso di Lesbo dove le giovani aristocratiche di tutta la Grecia
giungevano per ricevere un educazione impartita tramite la venerazione
della divinità, le pratiche religiose e l’educazione alla poesia. A questo periodo della sua vita si pensa risalga la produzione artistica.
Difatti I suoi poemi sono spesso dedicati a queste fanciulle
di cui spesso ella si invaghiva. Le
fonti non sono certe ma sembra che si sia sposata con Cercile, un ricco
commerciante. Secondo la leggenda mori suicida
a causa di un amore non corrisposto. In anni recenti gli studiosi hanno
smontato questa tesi dimostrando come questa credenza altro non fosse
che l’ennesimo elemento romanzesco introdotto nella biografia di Saffo.
Solo diversi secoli dopo I filologi della scuola alessandrina raccolsero
tutti frammenti della sua opera e li raccolsero in nove libri,
sistemati a seconda della composizione metrica delle poesie.
L’era arcaica
in cui Saffo visse e la scarsa presenza di documentazioni dirette
contribuirono a fare di Saffo un personaggio mitico e di difficile inquadratura;
ora poetessa anticonformista ed emarginata, ora viziosa seduttrice pornografa,
ora proto femminista. Le relazioni amorose che fiorirono nella sua
scuola aumentarono l’aura di mito e scandalo che avvolgeva la sua
figura. Nel corso della storia la morale cristiana alimentò
l’immagine lussuriosa e sedicente della poetessa nell’immaginario collettivo,
distogliendo l’attenzione dalla sua sublime poesia.
Gli accertamenti
odierni confermano che Saffo dedicò la maggior parte della sua vita all’educazione
delle allieve del suo Tiasmo e che tale educazione prevedeva tra le
altre cose anche l’iniziazione all’amore ed al sesso. L’amore omosessuale
non era considerato scandaloso, anzi era per contro considerato un completamento
al processo di educazione all’amore eterosessuale.
I libri relativi alla poesia di Saffo
sono stati suddivisi per metro. Saffo utilizzava di fatti diverse metriche
quali odi, distici giambici e carmi faleci. Le poesie più belle della sua
intera produzione sono sicuramente quelle composte in odi. Le più celebri,
nonché le uniche giunte in forma completa sino ai giorni nostri, sono “Ode
ad Afrodite”, recitata anche da Diogene di Alicarnasso, e “ode alla gelosia”,
che Catullo tradusse in latino 700 anni dopo. Tale composizione metrica
fu riportata in auge dai poeti romantici dell’800.
È sempre stato opinione diffusa considerare
Saffo una poetessa monodica, anzi forse il primo poeta lirico intimista e soggettivo. In realtà secondo studi recenti le sue poesia avevano un carattere
sociale, essendo recitata nel contesto Tiasmico.
Tuttavia è indubbio che Saffo fu il primo
artista della letteratura greca a parlare di se, e questo la rende la prima
della storia della letteratura. Ciò che infatti l’ha resa immortale è la
sua grande sensibilità nel descrivere i misteri dell’amore e le agitazioni
dell’animo umano, cosi come le sue indagini sulla potenza della passione
amorosa ed erotica.
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