Galileo Galilei
359 anni da eretico, eppur si muove...
Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564, ma già all’età
di dieci anni la sua famiglia si trasferisce a Firenze. Nel 1581, per una
volontà familiare, si iscrive all’Università di Pisa alla Facoltà di Medicina,
ma in realtà già sente un propensione verso gli studi di fisica e matematica.
Nel 1586, abbandona definitivamente gli studi di medicina e si trasferisce
nuovamente a Firenze per approfondire gli studi di fisica meccanica ed idraulica.
Nello stesso anno scrisse il testo "Theoremata circa centrum gravitatis
solidorum", dove inventando uno strumento per la misura idrostatica, trova
la soluzione al Problema della corona di Eone.
Galileo già in quegli anni era conosciuto per i suoi
studi negli ambienti accademici fiorentini e pisani, e si fece notare anche
per i suoi testi letterari, in particolare ricordiamo gli scritti su Dante,
Tasso e Ariosto.
Nel 1589 ottenne la cattedra di matematica presso l’Università
di Pisa, e l’anno dopo scrisse il "De Motu", trattato sul moto dei corpi,
oltre ad altri trattati come quelli sulle fortificazioni militari e studi
di statica. Ricordiamo inoltre gli studi di Galileo sul cannocchiale, con
l’adozione delle varie lenti ottiche. In virtù delle sue osservazioni della
volta celeste e l’adozione del cannocchiale approfondì gli studi astronomici,
poi descritti nel "Sidereus Nucius". Le novità e i successi delle sue teorie
lo portarono alla nomina a vita di matematico e filosofo del Granducato
di Toscana. Le sue scoperte in campo astronomico suscitarono un’eco notevole
e nel frattempo cominciò a formulare la teoria eliocentrica dell’universo.
Illustrò i suoi studi e teorie in un convegno a Roma con le personalità
più in vista dell’epoca, entrò a far parte dell’Accademia dei Lincei, e
lo stesso papa Urbano VIII lo stimò molto per le sue teorizzazioni.
Quegli anni furono fervidi di studi e di pubblicazioni
e proprio a Roma edita il "Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua,
o che in quella si muovono" e "Historia e dimostrazioni intorno alle macchie
solari e loro accidenti", nel 1614 approfondisce lo studio sul peso dell’aria,
negli stessi anni scrive le lettere copernicane, scritto che cominciò ad
insospettire la curia. Difatti nel 1616 il Santo Uffizio condannò le teoria
eliocentrica formulata da Galileo anteponendo la teoria geocentrica che,
secondo la Chiesa, rispecchiava la visione contenuta nelle Sacre Scritture.
Lo scontro con la chiesa si fece nel tempo sempre più
aperto, e lo stesso Cardinale Bellarmino prima insieme al papa urbano VIII,
suo sostenitore, lo invitò a non diffondere le sue teorie, ma a continuare
i suoi studi solo a livello teorico, circoscrivendoli ad ipotesi e calcoli
matematici, inoltre la chiesa gli impose il silenzio sui suoi studi sulla
teoria copernicana.
La spaccatura fu inevitabile quando al soglio papale
successe papa Paolo V, estremo conservatore, che al contrario del suo predecessore
non vedeva di buon occhio teorizzazioni e studi che si distaccavano dalla
visione tradizionale. Gli studi di Galileo vennero contrastati e quando
nel 1632 fu pubblicato il "Dialogo di Galileo Galilei sopra i due Massimi
Sistemi del Mondo Tolemaico e Copernicano", la commissione nominata dal
papa per giudicare la teorizzazione del nostro scienziato, decretò la condanna
delle sue teorie, e l’esposizione dei principi enunciati nel testo (velocità
della luce e teorizzazione del principio della relatività) furono giudicati
eretici.
Nel 1632 Galileo fu chiamato per essere ascoltato davanti
al Tribunale dell’Inquisizione, e nonostante l’età e la sua malattia, fu
costretto a presentarsi con urgenza. Nel giugno del 1633 Galileo Galilei
fu tacciato di eresia, colpevole di aver confutato le scritture della chiesa,
e soprattutto gli si contestava la teoria eliocentrica, ribadendo la teoria
che la Terra e al centro dell’universo. Galileo fu condannato e costretto
ad abiurare le sue teorie. Dopo la celebre ritrattazione, la condanna a
morte gli fu commutata con l’esilio a vita e passò gli ultimi anni della
sua vita chiuso nella sua villa toscana ad Arcetri, luogo dove oggi sorge
l’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Nonostante la malattia che lo portò alla completa cecità,
pubblicò i "Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze".
Muore nel 1642, e le sue spoglie riposano nella chiesa
di Santa Croce a Firenze, insieme ai grandi di tutti i tempi.
La sua accusa di eresia venne annullata solo nel 1992,
da papa Pietro Paolo II.
Testi scritti da Galileo:
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1586
- Theoremata circa centrum gravitatis solidorum
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1587-88
– Lezioni circa la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante
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1589-90
- De Motu
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1593
- Brevi istruzioni all’arte militare
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1593
– Trattato di fortificazione
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1593
– Le mecaniche
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1610
– Sidereus Nuncius
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1612
– Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua, o che in quella
si muovono
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1613
- Historia e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti
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1613
- Lettera al Padre Benedetto Castelli
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1613
-15 Lettere copernicane
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1615
– Lettera a Madama Cristina di Lorena
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1615
– Discorso sopra il flusso e il reflusso del mare
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1619
– Il discorso delle comete
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1632
– Il dialogo sopra i due massimi sistemi del Mondo Tolemaico e Copernicano
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1638
- Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti
alla meccanica et i movimenti locali
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1644
– La Bilancetta
Studi di Galileo:
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Bilancia
idrostatica per la misurazione della densità dei corpi
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Piano
inclinato per lo studio del moto dei corpi – accelerazioni di gravità
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Moti
parabolici e moti circolari, quadratura del cerchio
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Principio
di inerzia
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Pendolo
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Velocità
della luce
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