Herbert Marcuse
Herbert Marcuse, figlio di un fabbricante di tessuti
ebraico originario di Pommern presso Berlino, nacque nel 1916, e giovanissimo
appena dopo la maturità fu chiamato alle armi nella Reichswehr per
la Prima Guerra Mondiale. Nel 1918 Marcuse iniziò gli studi di Germanistica
e storia della letteratura tedesca contemporanea prima presso l'Università
di Berlino, poi a Friburgo.
Dopo una breve parentesi nell’ SPD (partito socialdemocratico
tedesco) che lasciò nel 1919 dopo l’assassinio di Karl Liebknecht e Rosa
Luxemburg, nel 1922 conseguì il dottorato a Berlino con un opera sul romanzo
d'artista tedesco (deutscher Künstlerroman). Ancora prima della presa
di potere di Adolf Hitler, Marcuse impossibilitato a completare la sua abilitazione
sotto il regime nazista, fuggì prima nel 1933 Ginevra, e poi definitivamente
negli Stati Uniti, dove ottenne la cittadinanza nel 1940.
La famosa "Frankfurter Schule" (Scuola di Francoforte),
formata da Marcuse, in collaborazione con Max Horkheimer e Theodor Adorno,
nacque negli anni seguenti New York, dove Marcuse viene ri-assunto dall'Istituto
per la Ricerca Sociale, dove aveva lavorato alla fine del 1932 nella sede
di Francoforte. Dopo aver lavorato nel 1942 presso l' Office of Strategic
Services (OSS, precursore della CIA), analizzando le informazioni riguardanti
la Germania, dal 1951 al 1954 lavorò agli Russian Institutes della
Columbia University (New York) e a Harvard, occupandosi di studi riguardo
il Marxismo Sovietico.
Nel 1954 diventa professore alla Brandeis University
in filosofia e scienze politiche, e nel 1965 professore in Politologia alla
University of San Diego in California. Negli Stati Uniti comparvero le sue
due opere principali: Triebstruktur und Gesellschaft 1955 e Der
eindimensionale Mensch 1964. Entrambe sono annoverate tra le opere più
importanti della teoria critica
Kritische Teorie sono tra le opere centrali del movimento studentesco
degli anni '60 in tutto il mondo, e principalmente negli USA e Germania.
Il pensiero principale della filosofia di Marcuse,
consiste nell’aprire una lunga riflessione sullo spirito del mondo autonomo
di valori, superiore e separato dai bisogni e dai piaceri materiali, realizzabile
senza dover intaccare in alcun modo la realtà esistente. La felicità infatti,
è tenuta lontano dalla realtà quotidiana e riposta nell'ascetismo e nella
liberazione dal piano sensibile, inclusa la sessualità, dipendente, dal
fatto che la società deve disciplinare e tenere a freno masse insoddisfatte,
potenzialmente eversive.
L’obiettivo della felicità come
bisogno nazionale può essere raggiunto anche attraverso l'immaginazione
e l'utopia. Nell’opera poi Ragione e Rivoluzione , che già nel titolo
mette in rilievo il carattere rivoluzionario, non conservatore, della
ragione hegeliana, che non si adagia mai nel
culto del fatto compiuto ma contiene sempre una spinta critica e negativa,
Marcuse spiega come i fenomeni storici possono essere compresi solo in quanto
facenti parte di una totalità, una constatazione filosofica che impone un
legame continuo con Hegel e Marx.
Con Horkheimer e Adorno, Marcuse comunque condivide quasi
contraddicendosi un certo pessimismo sulle connessioni tra progresso tecnologico
ed emancipazione umana e, quindi, sul socialismo come sviluppo e, insieme
dissoluzione del capitalismo. Herbert Marcuse morì nel 1979 per le conseguenze
di un'emorragia cerebrale durante una visita in Germania a Starnberg, e
venne curato negli ultimi giorni da un importante esponente della seconda
generazione della Scuola di Francoforte, Jürgen Habermas.
|