NOVECENTO
Il Novecento è stato un secolo ricco di cambiamenti a volte tumultuosi
che hanno avuto ovviamente riscontri anche nell’ambito culturale.
Per dividere in maniera comprensibile questo secolo può essere utile una
divisione in tre momenti distinti: il primo va dalla fine dell’800 alla
Prima Guerra Mondiale, il secondo a cavallo tra i due conflitti
mondiali, il terzo va dal secondo dopoguerra a fine secolo.
L’uomo di cultura di questo secolo proviene principalmente dal ceto
medio, sancendo in maniera definitiva l’abbandono della figura del
letterato di corte, ovvero di colui che vive grazie alle sovvenzioni di
un Mecenate.
Ora il letterato è un professionista che lavora per se stesso, ovvero
per guadagnare fama e soldi.
Il 900 è anche il secolo in cui nasce finalmente una cultura di massa,
grazie anche ad una massiccia crescita della scolarizzazione della
popolazione, anche di persone appartenenti a ceti bassi.
La produzione di maggior successo è sicuramente quella del romanzo, tra
cui spicca il cosiddetto genere giallo o poliziesco.
Da un punto di vista dei movimenti culturali notiamo nel 900 un fermento
e una serie di evoluzioni mai notata negli altri secoli. Sicuramente è
stato utile il progresso tecnologico presente anche nella comunicazione
che ha permesso uno scorrere più ampio e rapido delle idee causando al
contempo anche un superamento più veloce delle varie teorie.
Il secolo si apre con il “decadentismo” è una sorta di ribellione verso
il positivismo e il razionalismo imperanti di fine Ottocento, l’uomo
decadente è una persona che cerca di recuperare l’irrazionale e di
personale per tentare di interpretare nel miglior modo possibile la
realtà. Uno tra i migliori esempi di autore decadente è il poeta in
genere. Il suo scrivere deve, tramite una scelta oculata dei termini,
trasmettere al lettore una musicalità ed un armonia senza troppa
preoccupazione dei canoni di comunicazione classici, avvicinandosi
piuttosto ad una specie di “meta comunicazione”. Esempio molto calzante
di questa teoria è la poesia “La pioggia nel Pineto” di Gabriele
D’Annunzio.
Al decadentismo risponde, nel primo dopoguerra, il “Futurismo”, dove si
esalta l’avanzamento tecnologico, la velocità. Gli autori futuristi devo
cercare nella rapidità di lettura, nella ricerca di suoni onomatopeici
la possibilità di descrivere la realtà. Le opere futuristiche uniscono
le immagini alla scrittura, cercando di trasmettere un modello
innovativo del comunicare.
Nel frattempo dalla Germania attraversa tutta l’Europa l’ondata
espressionista. Partendo da premesse simili a quelle degli autori
futuristi, gli espressionisti hanno però una visione del mondo più
pessimista e a tinte grottesche. In ogni caso la filosofia
espressionista cerca anch’essa di giungere ad una comunicazione ancora
più personalizzata.
In maniera più ironica e surreale si distaccano lievemente dagli
espressionisti i dadaisti, i ricercatori dell’assurdo.
Dalla branca dadaista sorge il movimento surrealista, che si rifanno
principalmente alla recente psicanalisi freudiana e agli scritti
marxisti.
Ritornando al decadentismo ricordiamo poi un’altra corrente derivata da
questo movimento, ci riferiamo principalmente ai poeti ermetici. Sono
autori che cercano di presentare la realtà in maniera simbolica, spesso
utilizzando pochi termini che però evocano grandi pensieri ai lettori.
Dopo la seconda guerra mondiale in poesia comandano le cosiddette
avanguardie storiche e nella letteratura invece guidano i neorealisti.
In questo gran numero di correnti troviamo dei caratteri comuni che
raccolgono lo scrivere le poesie del 900: innanzitutto vediamo
l’abbandono di regole metriche ben definito, cercando principalmente una
grande musicalità dell’opera, privilegiando il significato evocativo dei
termini ai danni di quello letterario.
Dal punto di vista della produzione romanzesca possiamo notare come
carattere comune, il passaggio dal narratore esterno e onnisciente ad un
narrare in prima persona. La maggior parte dei romanzi descrivono le
situazioni da un punto di vista introspettivo. è di questo secolo al
realizzazione di opere utilizzando la tecnica dello “stream of
counsciusness”, ovvero il flusso di pensiero.
Anche nel teatro si assiste a questo allontanamento dalla realtà da
parte degli autori. Nascono alcune opere che rappresentano il cosiddetto
“teatro dell’assurdo”.
Dal punto di vista delle opere didattiche notiamo un grande lavoro ed
una grande esplosione degli studi sulle scienze sociali, come la
Psicologia, Sociologia.
Nella seconda parte del secolo, la grande innovazione della televisione
inizia a contaminare la letteratura. Infatti molti libri finiranno sullo
schermo e al contempo molte opere verranno scritte sulla televisione.
|