Italo Calvino
Italo Calvino nasce
nel 1923 a Cuba, presso la città di Santiago de Las Vegas.
Nonostante i natali
sudamericani Calvino è di origini chiaramente italiane, infatti la madre
è di origine sarda e il padre ligure.
La famiglia si trova a Cuba per motivi di lavoro, dato che il padre è
agronomo.
La permanenza in
Sud America è breve, e già nel 1925 il giovane Calvino torna in Italia,
a San Remo, dove il padre è stato nominato direttore della stazione
sperimentale di Floricoltura.
I genitori, da un
punto di vista educativo, lo permeano di una cultura prettamente laica,
sperando che il figlio segua gli studi di Agraria.
Il fatto di essere
dichiaratamente laici nell’Italia del fascismo lascia grandi problemi,
in quanto non coerente con la filosofia del partito al Governo.
Durante la seconda
guerra mondiale Calvino, per non entrare tra i combattenti della
Repubblica di Salò, si schiera con i combattenti partigiani della
Brigata Garibaldi, contribuendo così alla Resistenza Italiana.
Al termine del
conflitto il giovane decide di dedicarsi alle sue vere passioni: la
scrittura e l’impegno politico. In questo ultimo ambito l’autore si
iscrive al PCI (Partito Comunista Italiana), pensando che sia il più
vicino alla propria visione del mondo.
Il primo romanzo
firmato Calvino esce nel 1947: si tratta de “Il sentiero dei nidi di
ragno”. Da un punto di vista di genere letterario si tratta di un
romanzo realista, un genere che andava profondamente di moda all’epoca.
Ma tra il realismo
e l’autore è amore breve anche perché i maggiori successi letterari
Calvino li ottiene con la letteratura fantastica – cavalleresca.
A questo filone
appartiene la sua famosa trilogia nominata “I nostri antenati” composta
da “Il visconte dimezzato” (1952), “Il barone rampante” ed infine “Il
cavaliere inesistente” (1959).
In questi racconti
Calvino utilizza una prosa semplice, fiabesca, in modo da poter
raggiungere il maggior numero di utenti possibili. Questa svolta avviene
anche grazie al suggerimento di un autore ed amico come Elio Vittorini,
che collaborerà con Calvino anche nella direzione della rivista
culturale “Il menabò”.
La trilogia
dell’autore rappresenta, metaforicamente, le difficoltà che l’autore
incontra nel trovarsi all’interno nella società dell’epoca.
Pensatore razionale
e libero, Calvino decide di abbandonare il Partito Comunista Italiano
dopo gli accadimenti del 1956 tra Unione Sovietica e Ungheria, con
quest’ultima invasa dalle truppe sovietiche.
Si tratta della
fine di una convinzione politica, di un abbandono di un Partito che non
rappresenta più l’animo dell’autore.
Nonostante ciò,
soprattutto a cavallo tra gli anni 60 e 70, Calvino risulta essere uno
tra i maggiori esponenti della cultura della Sinistra Italiana.
Nel 1966, dopo la
morte dell’amico Vittorini, l’autore va a vivere a Parigi, città in cui
resterà fino al 1980 quando tornerà a Roma.
Nel 1979 arriva un
altro grande successo letterario come “Se una notte d’inverno un
viaggiatore”.
Calvino continua
costantemente a perseguire, tramite i suoi scritti, di trovare una
sintesi razionale tra uomo e scienza, i suoi numerosi interventi e
romanzi, lo portano ad essere ritenuto uno tra i maggiori autori e
pensatori del 900 italiano ed europeo.
L’autore muore
all’ospedale di Siena nel 1985. La sua dipartita porta una grande serie
di intellettuali ed uomini di cultura ad arrivare nella città Toscana a
rendere omaggio ad un grande pensatore come Calvino.
Nel 2010 la città
senese, in occasione dei 25 anni dalla morte dell’autore prepara una
serie di iniziative per ricordare la figura di Calvino.
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