15 LUGLIO: SANTA ROSALIA
La Santuzza che fa tremare l'inferno
Palermo ha nella data del 15 luglio il
riferimento ufficiale alla sua amatissima Santa Patrona.
7 maggio 1624. A Palermo giunge
da Tunisi un vascello dell’Arciconfraternita per la Redenzione dei poveri
Cattivi; trasporta prigionieri cristiani liberati dalla schiavitù dei mori.
Nonostante il parere contrario del Senato,
il Vicerè Emanuele Filiberto permette all’imbarcazione di attraccare. Scendono
gli uomini liberati, ricchi doni e un micidiale carico di peste.
Il morbo colpisce anche Girolama la Cattuta;
la donna giace nell’Ospedale Grande di Palermo. Nel maggio del 1624 la donna
vede in sogno Santa Rosalia, la quale chiede come ricompensa per la sua
guarigione un pellegrinaggio sul Monte Pellegrino. Recatasi sul luogo
indicato dalla santa, la donna ha una seconda visione. Il 15 luglio dello
stesso anno, nel luogo indicato dalla santa a Girolama, vengono ritrovate,
tra concrezioni calcaree, ossa umane.
Le ossa sono certamente, si dice, quelle
di Santa Rosalia, colei che abbandonò ogni lusso per dedicarsi alla
contemplazione ed alla preghiera, nella solitudine dell’eremitaggio.
Proprio sul monte caro ai Palermitani,
il Pellegrino, la santa conclude gli ultimi anni della sua vita (probabilmente
nel 1170), ritirandosi nella chiesa bizantina ivi eretta.
In seguito al ritrovamento delle ossa,
nella Cattedrale Palermo viene dedicata una cappella alla santa patrona
di Palermo.
Il 4 febbraio 1625 Vincenzo Bonelli,
colpito dal dolore per la perdita della giovane moglie, decide di recarsi
sul Monte Pellegrino per porre fine alla sua vita. La visione di Santa Rosalia
lo guida sino al luogo dove erano state ritrovate le sue ossa.
In punto di morte, Vincenzo Bonelli racconta
al suo confessore quanto gli aveva confidato la santa nella sua apparizione:
perché la peste abbia fine, occorre portare in processione le ossa della
santa.
Il 9 giugno del 1625 i fedeli accompagnano
numerosi la processione delle reliquie di Santa Rosalia.
La peste svanisce.
Da quel lontano 1625 i Palermitani, ogni
anno celebrano l’evento con “u festinu”. Dal 10 al 15 luglio
la città si ritrova in una grande occasione di identità collettiva.
Per tre giorni la città si prepara al
grande evento del 14 luglio, con spettacoli, mostre, colpi di mascolo
(è il nome rinascimentale di un piccolo cannone) e rintocchi di campane;
il 14 luglio un grande corteo accompagna l’imponente Carro trionfale
per le vie della città, sino al variegato e roboante spettacolo di fuochi
d’artificio presso la marina.
Il giorno dopo, la solenne processione
accompagna la preziosa urna d’argento contenente le reliquie di Santa Rosalia;
si attraversa il centro storico di Palermo sino a Piazza Marina accompagnandolo
con il ritornello, che è se non una preghiera almeno un’invocazione “Viva,
viva Rosalia ca lu 'nfernu fa trimari e Luciferu cu tia nun ci potti cuntrastari”
che dimostra ancora oggi quanto i palermitani portino nel cuore la “santuzza”.
A mezzanotte la “vara” rientra nella Cattedrale, accompagnata da una fiaccolata.
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