De Sade
Donatien Alphonse François, meglio conosciuto
come “il marchese De Sade”, fu uno scrittore ed intellettuale del 18esimo
secolo. Diventò famoso a causa dei suoi romanzi erotici, spesso ispirati
alle sue gesta sessuali che scandalizzarono la Francia dell’epoca. I suoi
comportamenti licenziosi e la sua scrittura sublime lo resero uno dei personaggi
più famosi del 1700.
Nacque in Provenza il 2 Giugno del 1740.
Essendo parte di un antica e potente famiglia di nobili, la famiglia De
Sade, si iscrisse nel collegio gesuita di
Louis-le-Grand
e poi poté arruolarsi al collegio di cavalleria reale. Diventò capitano
e partecipò alla guerra dei 7 anni. Trovò il congedo alla fine del conflitto
e sposò Renè de Montreuil nel maggio del 1763. Nello stesso anno iniziarono
i suoi problemi con la giustizia. Il 29 ottobre venne incarcerato nel torrione
della prigione di Vincennes per “deboscia reiterata”. Ebbe inizio
quel giorno la sua vera storia, fatta di scandali e prigionia. Passò di
fatti 32 anni della sua vita nelle prigioni più celebri dell’ epoca, dalla
Bastiglia a Saint Pelagie. Durante questi periodi di detenzione il marchese
compose le celebri opere che lo portarono a diventare uno dei più grandi
pornografi della storia nonché uno degli intellettuali più famosi del suo
secolo. Per i suoi comportamenti violenti e licenziosi, a cui peraltro erano
soliti altri nobili dell’epoca, fu punito più di altri. La causa è stata
additata alla antipatie di M. De Montreuil, sua suocera, la quale lo fece
arrestare e rinchiudere più volte dalle autorità francesi. Le sue gesta
erotiche sollevarono talmente tanto scandalo che fu coniato il termine sadismo
per indicare quel genere di perversioni sessuali caratterizzate da violenza
e costrizione nei confronti del partner. Tuttavia le sue relazioni multiple
e il suo dichiarato libertinaggio lo mandarono in galera per diverse volte,
tra cui la più celebre è quella causata dall’affaire Keller. Nel 1768 una
ragazza fuggì dalla casa del marchese e raccontò in paese di essere stata
sequestrata e sodomizzata. Nel 1772 De Sade spostò la sua residenza
a Marsiglia, dove visse insieme al suo servo Latour. Fu incolpato
di flagellazione, d'omosessualità e di aver somministrato pillole
avvelenate a 4 prostitute con cui aveva passato la notte. Venne imprigionato
e rinchiuso nella prigione di Marsiglia. Evase e fuggì in Italia sotto le
mentite spoglie del conte Mazan. Nel 1774 fu nuovamente denunciato dalla
suocera ed imprigionato. Dal 1784 al 1787, durante la sua prigionia alla
Bastiglia ,scrisse le sue opere più importanti, le centoventi giornate
di Sodoma (1784) la scuola del libertinaggio (1785) e Justine
o le sfortune della virtù (1787) fu imprigionato anche dal governo
rivoluzionario. Durante i suoi soggiorni in diversi manicomi di stato scrisse
La filosofia nel boudoir (1795),
Aline e Valcour (1795), La nuova Justine (1797), I crimini
dell'amore (1800) .Morì nel 1814 sepolto nel suo giardino e senza lapide,
secondo le sue ultime volontà.
Il marchese De Sade è conosciuto al
mondo per i suoi scritti e per i suoi comportamenti ultra libertini.
La sua opera venne criticata e censurata, ma è indubbio, secondo ormai la
maggior parte degli studiosi, che i suoi scritti hanno fornito
alla storia una testimonianza importante sugli stati della mente e della
perversione. I suoi trattati e i suoi racconti fanno parte di quel movimento
culturale che, erede di Diderot, Voltaire e D’alembert rivendicarono
la libertà dell’individuo, seme ideologico e spinta culturale della rivoluzione
francese. La sua opera ha inoltre avuto un significato politico. De Sade
ha sempre negato nei suoi scritti ogni forma di deismo oltre che il rifiuto
di qualsiasi ordine precostituito, profetizzando un ritorno al naturalismo
più assoluto, imprigionato dalla morale e dallo status quo. Il suo
desiderio di liberare l’eros in maniera totale dalle catene della morale,
che sia essa cristiana o civile, lo portò alla legittimazione delle sue
violenze e del suo atteggiamento distruttivo. Ciò nonostante,
alcuni studiosi hanno riconosciuto al marchese il merito aver
portato il mondo dell’epoca ad interrogarsi sul contrasto fra i vizi e le
virtù dell’uomo.
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