MASSIMO
CARLOTTO
“Ho un passato ingombrante”, scrive
Massimo Carlotto nella pagina che apre “Il fuggiasco”, il suo primo libro.
Il passato, buone letture, una sensibilità acuminata, tante notizie di prima
mano attinte direttamente nel mondo criminale fanno di lui una delle figure
di maggior spicco del noir italiano - la prosecuzione romanzesca, assicura,
delle inchieste giornalistiche, una variante metaforica per praticare quella
che un tempo si chiamava "controinformazione" e non beccare querele. Vive
facendo lo scrittore e offrendo le sue competenze ad avvocati e inquirenti.
Ha inventato un detective, l'Alligatore, anche lui con un passato ingombrante,
amante del blues e del calvados, che non si fida a sufficienza di poliziotti
e investigatori, e lavora gomito a gomito con ex galeotti.
Carlotto racconta così il suo passato.
Una sera di gennaio del 1976 a Padova, la sua città, mentre rientra a casa
sente delle urla strazianti provenire dalla palazzina dove abita sua sorella.
La porta di un appartamento è socchiusa. Entra. Margherita Magello, venticinque
anni, è stata colpita da cinquantanove coltellate. Ha indosso un accappatoio
zuppo di sangue. Riesce a pronunciare qualche parola, poi china il capo
e muore. Massimo tocca il suo corpo. Ha paura e scappa. Forse, nascosto,
c'è ancora l'assassino. Massimo ha diciannove anni, da quando ne aveva tredici
milita nell'estrema sinistra.
Al primo processo (maggio '78) viene
assolto dall'accusa di essere l'assassino di Margherita Magello, ma un anno
dopo la Corte d'Appello lo condanna a 18 anni. La Cassazione conferma nel
novembre dell'82. Carlotto urla la sua innocenza con quanto fiato ha in
gola. Ma decide di scappare. Prima Parigi, poi il Sudamerica. Tre anni di
latitanza e poi rientra in Italia, direttamente in carcere. È fiaccato.
In cella si ammala: di smetabolismo organico, in pratica bulimia, esposto
al rischio di infarto e di ictus. A suo favore si mobilita un comitato che
sfoggia firme illustri, da Norberto Bobbio a Jorge Amado, più dodicimila
altre sottoscrizioni e Massimo ottiene gli arresti domiciliari. Nel 1989
la Cassazione ordina un processo di revisione, che viene celebrato nel '90
a Venezia, ma interrotto poco dopo per una questione procedurale: Carlotto
deve essere giudicato con il nuovo o il vecchio codice? La Consulta impiega
un anno a decidere, ma intanto la Corte veneziana cambia e, mentre tutto
fa prevedere l'assoluzione, ecco che fioccano 16 anni, poco dopo confermati
in Cassazione.
Il finale lo scrivono, nell'aprile
del 1993, il ministro Guardasigilli Giovanni Conso e soprattutto il Presidente
della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che, istruita una rapidissima pratica,
gli concede la grazia. Inizia quel giorno la seconda vita di Carlotto. La
letteratura diventa il suo acquario. In carcere ha scritto molto, ma ora,
aiutato da Grazia Cherchi, riesce a dare una forma a quella prorompente
facoltà del narrare che lo ha afferrato e che si è via via riccamente contaminata
con la materia dolorante della sua vita. Non è un riscatto: è il modo per
riconoscersi. Il fuggiasco racconta la latitanza, rivestendo di ironia una
specie di autobiografia collettiva, in cui la propria fuga è quasi una paradossale,
comica inezia rispetto alla tragedia delle decine e decine di sbandati,
gente perbene, ex terroristi, terroristi in servizio, ricattatori e infami
che hanno costituito in Sudamerica una specie di carcere senza sbarre.
È la letteratura d'inchiesta il
genere di Carlotto, che nel romanzo Le irregolari si è cimentato anche con
la tragedia dei desaparecidos (Estela Carlotto, la più battagliera delle
donne argentine che invocano giustizia, è una sua parente, è stata sua ospite
quando ha seguito in Italia il processo ai generali di Buenos Aires).
Bibliografia
L'oscura immensità della morte (E/O
2004)
Il maestro di nodi (E/O 2002)
Jimmy della Collina (EL 2002)
Arrivederci amore, ciao (E/O 2001,
2002)
Il giorno in cui Gabriel scoprì
di chiamarsi Miguel Angel (EL 2001)
Il corriere colombiano (E/O 2000,
2001)
Nessuna cortesia all'uscita (E/O
1999, 2000)
fonte:
comunicato stampa ricevuto da LR Comunicazione in occasione
della
4° Edizione del TUSCAN SUN FESTIVAL di CORTONA
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