UGO FOSCOLO
Ugo Foscolo nacque
a Zante, un’isola dello Ionio, nel 1778. Appassionato fin da piccolo di letteratura,
affascinato dalle idee degli enciclopedisti e dei liberali del periodo,
trovo sfogo al suo carattere grazie all’epopea napoleonica.
Al generale francese,
infatti, Foscolo guarda come la migliore espressione di come le sue idee
rivoluzionarie fossero giuste. Non per nulla il poeta infatti dedicò un
ode a questo personaggio, dal titolo A Bonaparte liberatore.
L’appoggio del
Foscolo all’impresa napoleonica non si limitò alla letteratura, infatti
l’irruento autore si arruolò nei Cacciatori a cavallo.
Nonostante l’enorme
delusione che gli causarono i francesi con il trattato di Campoformio, dove
il Veneto venne reso agli Austriaci, il Foscolo continuò a combattere fino
il fondo ella Guardia Nazionale in difesa del Regno d’Italia napoleonico
e poi in Francia a difendere la rivoluzione.
In questo periodo,
contraddistinto da forti passioni, ricordiamo le due edizioni del romanzo
epistolare Le ultime lettere di Jacopo Ortis, forse il più grande capolavoro
del Foscolo, dove tutti i sogni infranti del poeta trovano sfogo grazie
alle parole di Jacopo.
Sempre di questi
anni ricordiamo i grandi sonetti come Alla sera, A Zacinto e Alla musa.
Nel 1807 Foscolo
torna in Italia dalla Francia, e in questa occasione provvede a scrivere
l’opera I sepolcri, dove possiamo trovare una tranquilla riflessione sulla
vita dei grandi e sul valore storico e morale delle loro tombe.
Nel 1811 Foscolo
decide di avere la sua residenza a Firenze, dove scrive l’opera Le Grazie.
Il secondo grande
personaggio dell’autore, dopo Jacopo Ortis, è Didimo Chierico.
Se il primo rappresenta
i mitici sogni e slanci della gioventù del Foscolo, il secondo rappresenta
l’animo ormai distaccato del poeta che non cerca più la magniloquenza eroica
ma piuttosto un linguaggio dell’anima attento alle sfumature.
Dopo la completa
disfatta napoleonica, ricercato dal potere austriaco, il poeta parte esule
in Inghilterra, dove troverà la morte nel 1827.
La salma del
poeta tornò in Italia nel 1871 per essere inumata nella chiesa di Santa
Croce a Firenze . La scelta della chiesa si spiega con il fatto che in Santa
Croce a Firenze vi sono sepolti i grandi eroi italiani che il poeta aveva
esaltato nel carme Dei Sepolcri.
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