Il Giorno della Memoria
27 gennaio
È una ricorrenza internazionale molto recente dal punto di vista della
sua storia ufficiale ma dall’alto valore simbolico dato dal fatto che si
può collegare ad delle teorie antiche di secoli ed alcuni tra gli
episodi più oscuri del XX secolo.
Parliamo del Giorno della Memoria, una ricorrenza approvata in Italia
nel 2000 e dall’ONU nel 2005.
Si tratta di un momento di riflessione e di ricordo nei confronti della
Shoah (lo sterminio del popolo ebraico), e di tutte le frange più deboli
della popolazione (omosessuali, zingari, pazzi) vittime della violenza
nazista.
Spesso questa ricorrenza viene ricordata solamente per le deportazioni
degli ebrei e la loro fine, causando anche degli spiacevoli rigurgiti
xenofobi da parte di alcune frange estreme in giro per il mondo. Per non
parlare della visione negativa di questa giornata data dai cosiddetti
“negazionisti”, ovvero persone che negano che nei campi di
concentramento tedesco fossero state uccise delle persone.
La data scelta per questo evento è il 27 gennaio, in ricordo
dell’ingresso delle truppe russe nel campo di concentramento di
Auschwitz, in Polonia, e la conseguente scoperta delle atrocità
perpetuate in quel luogo. Nella maniera più chiara possibile si era
riuscito a comprendere cosa rappresentasse la “soluzione finale”
nazista. Tra le vittime di questa violenza troviamo anche dei bambini,
le vittime più innocenti della mentalità degli adulti.
Soprattutto la Giornata della Memoria è un momento dove ribadire
l’uguale dignità di tutti i cittadini del mondo, cercando di azzerare le
nette differenze causate da credo religioso o gusti sessuali che ancora
esistono in vari Paesi.
È previsto, proprio dall’elaborazione dell’ONU, anche una serie di
programmi indirizzati alla formazione delle giovani generazioni nel
rispetto e la comprensione degli “altri da sé” e nel ricordo di un
evento, quello della creazione dei campi di concentramento, che di umano
ha ben poco.
Nella legge italiana che istituisce la Giornata vengono ricordate, oltre
alla macchia delle leggi razziali del 1938, la tragedia della
deportazione di alcuni cittadini liberi, ma anche e soprattutto, il
coraggio dimostrato da molti cittadini “normali” che hanno sacrificato
la propria esistenza per difendere molti propri simili minacciati.
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