SAN GIOVANNI: 24 GIUGNO
la notte delle streghe
LA STORIA:
Il 24 giugno è il giorno dedicato a San Giovanni Battista,
predicatore e profeta del primo secolo a. C., più volte ricordato nei Vangeli
per aver preannunziato la venuta del Messia.
Nato dal vecchio sacerdote Zaccaria e da Elisabetta,
all’annuncio della sua nascita e dell’imposizione del nome di Giovanni,
da parte dell’angelo Gabriele, il vecchio Zaccaria perdette la favella per
riacquistarla solo dopo la circoncisione del figlio per intonare il "Benedictus".
L’infanzia e la giovinezza di Giovanni, probabilmente,
vissute nel deserto come nomade, hanno maturato in lui il desiderio della
divulgazione della fede tanto che in età non più giovane, vestito di una
tonaca rossa di pelo di cammello comincia la predicazione come profeta dell’avvento
del Messia scagliandosi pesantemente contro i Farisei.
Erode Antipa lo fa arrestare per aver denunciato le nozze
incestuose e adultere con Erodiade moglie, prima, di suo fratello Erode
Filippo.
Con Erode Antipa, Erodiade mise al mondo una figlia alla
quale fu messo il nome di Salomè e che, indotta dalla madre, dopo aver danzato
per il padre, chiese come compenso la testa di Giovanni; era il 24 di giugno.
La testa di Giovanni le fu portata su un vassoio ed era
ancora vivente.
IL FOLCLORE:
La festa del 24 giugno era solennizzata con fuochi, falò
ed altri riti un tempo collegati agli antichi culti solari giacché la festa
cade nel solstizio d’estate, tempo di mietitura e con chiaro riferimento
alla simbologia del fuoco e alle sue funzioni purificatrici e propiziatrici.
Virgilio nelle "Bucoliche" rievoca, in tale giorno gli
Ambarvalia, antichi sacrifici resi a Cerere, la dea delle messi,
durante l’antica festa romana per purificare le messi e allontanare i cattivi
influssi; gli Ambarvalia consistevano nel sacrificare un maiale,
una pecora e un toro dopo averli condotti, in processione, tre volte, intorno
alla città.
Come nella notte di Natale anche nella notte che precede
il 24 giugno, che si passa vegliando, si crede che avvengano meraviglie
e prodigi tanto è vero che la notte che precede il giorno di San Giovanni
è detta "la notte delle streghe": il 23 giugno, periodo in cui la luna è
in fase crescente, nell’antichità si credeva che le streghe, a cavallo delle
loro scope, sorvolassero la Basilica di San Giovanni per radunarsi in un
grande sabba annuale.
Tra le streghe, la leggenda vuole che ci siano anche
Erodiade e sua figlia Salomè condannate a vagare per il mondo su una scopa
per espiare la colpa di aver fatto decapitare San Giovanni.
Chi crede alla leggenda adotta accorgimenti tali da non
far entrare nelle case le cattive maliarde mettendo davanti all’uscio di
casa del rosmarino, ginepro, alloro e ulivo benedetto, oppure dell’aglio
come antidoto contro i malefici e come erba portafortuna e porta ricchezza
o, ancora, un mazzetto di "erbe magiche" formato da iperico, artemisia,
ruta, menta e salvia.
L’iperico è detto anche "erba di San Giovanni", una piantina
perenne e tappezzante dai bei fiori gialli che sfregati tra le dita emettono
un umore che colora la mani di rosso e perciò viene detta anche "sangue
di San Giovanni"; l’artemisia, invece, avrebbe proprietà contro il malocchio;
la ruta chiamata anche "erba allegra"avrebbe proprietà curative; la menta,
soprattutto se bagnata dalla rugiada della notte di San Giovanni, garantirebbe
lunga vita come pure la salvia.
Una tradizione che va via via scomparendo è l’usanza
del piatto di lumache mangiato per evitare litigi e tradimenti
Si riteneva che i quattro cornini delle lumache potessero
essere fonte di discordia e quindi correva l’obbligo di nasconderli nello
stomaco per bloccare tale rovinosa opportunità e poiché il piatto di lumache
è piuttosto pesante accompagnarlo, per migliorarne la digeribilità, con
un buon bicchiere di vino bianco, frizzantino e fresco è l’ideale.
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