Lingua originale: Italiano
Paese: Italia
Anno: 2010
Durata: 100 minuti
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere : commedia
Regia: Luca Miniero
Soggetto: Luca Miniero
Sceneggiatura: Massimo Gaudioso
Produttore: Riccardo Tozzi, Marco
Chimenz, Giovanni Stabilini, Francesca Longardi
Produttore esecutivo: Giorgio
Magliulo
Distribuzione (Italia): Medusa
Film
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Valentina Mariani
Musiche: Umberto Scipione
Scenografia: Paola Comencini
Costumi: Sonu Mishra
Interpreti e personaggi: Claudio
Bisio: Alberto Colombo, Angela Finocchiaro: Silvia Colombo
Alessandro Siani: Mattia Volpe,
Valentina Lodovini: Maria, Nando Paone: Costabile Piccolo, Giacomo
Rizzo: Costabile Grande, Teco Celio: Gran Maestro, Fulvio Falzarano:
Mario, Nunzia Schiano: Signora Volpe, Alessandro Vighi: Chicco
Colombo, Salvatore Misticone: Signor Scapece, Riccardo Zinna:
Vigile, Naike Rivelli: Poliziotta, Dany Boon: Turista francese
Trama:
Alberto Colombo, sua moglie Silvia e il loro
figlio Chicco conducono una vita tranquilla a Usmate Velate
(Brianza).
Qui Alberto è il direttore dell'ufficio postale;
però la sua vita e quella della sua famiglia sarebbe perfetta se
riuscisse ad ottenere il trasferimento in una grande città come
Milano.
Quando sembra arrivato il momento del grande
passo, la sua domanda di trasferimento viene “scavalcata” da un
altro individuo che ha la precedenza poiché è disabile.
Quindi Alberto, per far contenta la moglie,
decide di spacciarsi per disabile e ottiene così il tanto agognato
trasferimento a Milano; però al momento di presentarsi di fronte
all'ispettore del trasferimento, responsabile di verificare la
veridicità del proprio handicap, viene smascherato e quindi per
punizione obbligato a ricoprire, per due anni, il ruolo di direttore
di un ufficio postale situato a Castellabate (Salerno).
Per Alberto è l'inizio di un incubo, lui così
legato insieme alla moglie alle tradizioni del “nord italia”; per
lui è l'inizio di un nuovo ciclo vitale in una terra
“apparentemente” a lui ostile...
Recensione:
La pellicola è chiaramente un remake
dell'originale francese "Giù al nord".
Le dinamiche che costituiscono le due storie sono
pressoché identiche e differiscono solo per alcuni particolari di
fondo.
Ad esempio i due coprotagonisti Antoine e Mattia
oltre a consegnare lettere e pacchi con i propri mezzi motorizzati,
coltivano due passioni extralavorative; il primo per tradizione di
famiglia è un abile suonatore di campane della torre del suo paese
mentre il suo corrispettivo italiano accende i fuochi d'artificio
(come nella miglior tradizione campana).
Bravi Bisio e la Finocchiaro che impersonano
rispettivamente Alberto e Silvia; la Finocchiaro da il meglio di se
quando deve lamentarsi con suo marito Alberto e quest'ultimo
utilizza le sue mimiche facciali per incarnare perfettamente il suo
stato umorale del momento.
Anche Alessandro Siani, nei panni di Mattia,
recita in modo credibile il prototipo del classico “bamboccione” che
non vuole staccarsi dal grembo della madre per paura di quello che
potrà trovare fuori dalle proprie quattro mura casalinghe, che
svolgono la funzione di protezione stile mamma chioccia.
Brava anche Valentina Londovini (Maria) nel ruolo
della ragazza innamorata ma stanca di aspettare che il proprio uomo
prenda la decisione e sopratutto il coraggio di staccarsi dal
controllo matriarcale esercitato su di lui dalla propria genitrice.
Il film, come il suo originale francese, tende a
mettere in risalto le ideologie diverse che cittadini del nord e del
sud, di uno stesso paese, hanno ognuno degli altri.
A volte le idee che uno ha di una determinata
tipologia di persona, abitante (ad esempio) in una zona
geograficamente opposta, può essere leggermente sbagliata e indurre
a frettolosi pregiudizi.
Intelligentemente e sapientemente il regista e
gli sceneggiatori hanno rappresentato le modalità di vita di una
zona costiera, molto tranquilla e incontaminata dal tram tram e dal
caos delle grandi città meridionali (come poteva essere esempio
Napoli) riuscendo così a rappresentare una differenziazione più
mitigata tra nord e sud.
La pellicola cerca di farci capire che il più
delle volte è sbagliato giudicare un determinato aspetto se prima
non si sono verificate di persona le mille sfaccettature che esso
comporta.
Di seguito sono riportati gli stessi momenti dei
due film (“Giù al nord” e “ Benvenuti al sud”) rappresentati alcuni
in modo identico e alcuni in maniera diversa:
Pressoché uguale la scena dell'arrivo
dell'ispettore del trasferimento che vede i due protagonisti (Bisio
e Philippe) alle prese con la ruota bucata della sedia a rotelle,
essenziale per convincere l'ispettore del proprio stato da disabile.
La famiglia francese già è in viaggio quando
riceve la notizia dell'annullamento del trasferimento al contrario
di Bisio che nella versione italiana deve spiegarlo alla moglie
quando rientra la sera a casa dopo il lavoro all'ufficio postale.
La notizia del trasferimento, la cui richiesta è
stata compilata con il protagonista che si finge disabile, qui viene
mostrata con Alberto che si reca in strada dove Silvia sta svolgendo
la funzione di vigilanza insieme ad altre sue amiche (infatti
scambiato per un malintenzionato Alberto viene picchiato dalle
stesse); nella pellicola francese invece Philippe si reca nel
negozio di occhiali dove lavora la moglie.
Durante il viaggio di trasferimento, Alberto
Colombo viene fermato poiché va troppo piano con la propria macchina
da una poliziotta (interpretata da Naike Rivelli, figlia di Ornella
Muti) mentre nella pellicola francese, Philippe è fermato da un
poliziotto.
Appena arrivato a Castellabate con la pioggia,
Alberto facendo retromarcia prende in pieno Mattia (Siani) mentre in
“Giù al nord”, Antoine (sempre sotto la pioggia) viene investito
frontalmente da Philippe.
Nel film francese, Philippe risiede in un
appartamento situato proprio sopra l'ufficio postale di Bergues
mentre in “Benvenuti al sud”, Alberto alloggia in una casa che no
non si trova nei paraggi del suo luogo di lavoro.
Nella scena della sistemazione provvisoria in
casa di Volpe, Alberto blocca la porta perché non si fida delle
intenzioni di Mattia poiché era stato informato che al sud la
criminalità è all'ordine del giorno; in “Giù al nord” invece
Philippe si chiude a chiave in camera perché convinto che Antoine
sia gay.
Durante la scena in cui Alberto conosce i suoi
nuovi collaboratori dell'ufficio postale, Costabile Grande gli
chiede se è del “Norde” ricevendo in risposta dallo stesso nuovo
direttore che lui viene dal “Nord” e che non conosce il “Norde”;
analogamente in “Giù al nord” , Yann Vandernoout domanda a Philippe
se è del “Sciud” ricevendo in risposta che lui è del “Sud” e che il
“Sciud” non sa dov'è.
Particina per Dany Boon (regista e interprete di
Antoine in “Giù al nord”) che qui impersona un turista francese che
non viene compreso da nessuno, tranne che da un signore che parla un
dialetto strettissimo il quale indica al francese lo sportello
giusto per l'operazione postale che deve svolgere.
Durante il primo giorno di lavoro, Alberto viene
invitato da Maria a pranzare con i suoi nuovi colleghi, ma lui
rifiuta preferendo rimanere in ufficio durante l'ora di pausa per
svolgere le proprie mansioni; nella pellicola francese invece
Philippe accetta, pensando di recarsi in un ristorante e non in una
“patatiniera”.
Qui Mattia Volpe è un abilissimo artista dei
fuochi d'artificio, tradizione tramandata di generazione in
generazione (poi nella regione campana tale spettacolo pirotecnico è
una normale consuetudine) mentre Antoine è un “suonatore” di
campane; anch'egli ha ereditato questa passione da suo padre.
Il primo richiamo di Mattia da parte di Alberto,
in ambito lavorativo, avviene per gelosia nei confronti di Maria che
fa scattare in Volpe un isterismo ingiustificato nei confronti di
una anziana signora che recatasi allo sportello della posta, doveva
spedire un pacco a suo nipote; mentre il suo alter ego francese
Antoine si becca il primo rimprovero da parte di Philippe perché,
sempre per gelosia, si ubriaca durante la pausa pranzo e risponde in
malo modo al suo nuovo direttore.
Anche qui, le rispettive mogli (sia Silvia che
Julie) al solo pensiero che la propria dolce metà si trovi in una
terra ostile si tramutano in donne apprensive e piene d'affetto
rispetto alla figure fredde che Philippe e Alberto avevano lasciato
nelle rispettive abitazioni.
Mattia cita ad Alberto la frase “Uno straniero
quando arriva al sud piange due volte...quando arriva e quando
parte”; analogamente Antoine recita una frase simile a Philippe che
dice: “Uno straniero quando arriva al nord, raia due volte...quando
arriva e quando parte”.
In quest'ultima frase, il verbo ragliare viene
usato dagli abitanti ch'ti per esprimere l'azione di piangere.
Per gelosia nei confronti di Maria, Mattia
incomincia ad infierire con un bastone sulla moto del ragazzo che
sta frequentando la ragazza accorgendosi però che la moto non è del
ragazzo ma di un energumeno; quest'ultimo, vedendo Alberto vicino
alla sua moto, rifila al mal capitato una potente manata che lascia
lo stampo delle cinque dita sulla “pelata” lucida di Bisio.
La stessa scena per gelosia accade in “Giù al
nord” ma questa volta la moto è del ragazzo di Annabelle e i due
incominciano a picchiarsi e Philippe per separare i due riceve un
pugno da parte di Antoine che ovviamente non l'ha fatto apposta.
Quando Alberto accompagna Mattia a consegnare
lettere e pacchi nelle case, lo fa salendo sullo stesso motorino
mentre nella pellicola francese Philippe e Antoine consegnano le
lettere insieme, ma ognuno sulla propria bicicletta; il risultato
delle consegne, ovvero la sbronza di ambedue (Alberto-Mattia e
Philippe-Antoine) risulta comunque lo stesso.
Dopo essersi ubriacati, accettando di bere da
ogni persona a cui hanno recapitato pacchi e lettere, Mattia e
Alberto finiscono col motorino nel pianterreno di una abitazione
mentre in “Giù al nord” solo Philippe finisce contro i tavolini di
un bar all'aperto.
Quando Silvia decide di recarsi a Castellabate,
in treno, avverte Alberto per telefono che confida ai suoi amici di
aver mentito alla moglie sulla sua permanenza e nell'aver dipinto
gli abitanti come selvaggi e rozzi; Julie invece decide di partire
in macchina con Philippe per Bergues, ma il marito per evitare che
la stessa scopra la verità, inscena un incidente stradale per
avvertire i suoi amici ai quali dice le stesse cose dette da Alberto
ai suoi amici di Castellabate.
In tutte e due le versioni i suoi amici non
prendono bene le rivelazioni ma però decidono di aiutarlo lo stesso.
In ambedue le trasposizioni, gli abitanti di
tutte e due i paesini inscenano un ambiente immerso in un'atmosfera
arretrata e un po' xenofoba nei confronti dei turisti; tutto ciò
viene creato per far desistere le rispettive mogli di Philippe e
Alberto a rimanere coi rispettivi mariti.
Silvia convinta di essere a Castellabate,
incomincia a girare nei dintorni dell'abitazione dove ha passato la
notte (che non è ovviamente Castellabate) incontrando un paesano,
che prima di accompagnarla a Castellabate con il suo furgoncino, le
rivela che non si trova nel posto in cui ha voluto farle credere
Alberto; stessa sorte per Julie che viene accompagnata a Bergues da
un paesano con una moto.
In ambedue le pellicole, Alberto (e la sua
versione francese Philippe) aiutano Maria (e la sua versione
francese Annabelle) a mettersi insieme a Mattia (e la sua versione
francese Antoine). Cambiano solo i luoghi e infatti per la pellicola
italiana la riconciliazione avviene sulla spiaggia in occasione dei
fuochi d'artificio della festa patronale mentre in quella francese
avviene nel campanile di Bergues.