Titolo
originale: No Country for Old Men
Paese:
USA
Anno:
2007
Durata:
122'
Genere:
drammatico
Regia:
Ethan Coen, Joel Coen
Soggetto:
Cormac McCarthy
Sceneggiatura: Ethan Coen, Joel Coen
Produttore: Scott Rudin, Ethan Coen, Joel Coen
Casa di
produzione: Paramount Vantage
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Interpreti e personaggi: Tommy Lee Jones: Sceriffo Ed Tom Bell,
Javier Bardem: Anton Chigurh, Josh Brolin: Llewelyn Moss, Woody
Harrelson: Carson Wells, Kelly Macdonald: Carla Jean Moss, Garret
Dillahunt: Wendell, Tess Harper: Loretta Bell, Barry Corbin: Ellis,
Rodger Boyce: Sceriffo di El Paso.
Doppiatori italiani: Saverio Moriones: Sceriffo Ed Tom Bell, Roberto
Pedicini: Anton Chigurh, Roberto Draghetti: Llewelyn Moss, Christian
Iansante: Carson Wells.
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Roderick Jaynes
Musiche:
Carter Burwell
Lawelyn Moss, durante
il solito giro alla ricerca di selvaggina in una zona desertica, si
imbatte in uno scenario macabro: un furgone circondato da cadaveri.
Mentre si aggira per
capire cosa è successo, trova un carico di eroina e una valigetta
piena di soldi; sicuramente una partita di droga non andata a buon
fine.
Ma a Lawelyn, ciò non
interessa; la preda è troppo invitante per lasciarsela sfuggire e
quei 2 milioni di dollari nella valigetta, potrebbero cambiare la
sua vita e quella di sua moglie Carla Jean.
Su questo non si
sbagliava; quei soldi, si, cambieranno la sua vita, ma non come
avrebbe sperato lui!
Si perché sulle tracce
di quei soldi e dello stesso Lewelyn, ci sono dei trafficanti di
droga, lo sceriffo prossimo alla pensione Ed Tom Bell, e il più
pericoloso di tutti: il killer professionista Anton Chigurh.
Il film, tratto dal
romanzo di Cormac McCarthy, è stato molto apprezzato dalla critica
(l’apprezzamento ha fruttato ben 4 Oscar); particolare la scelta di
non usare musiche, ma solo i suoni del film. Ciò ha reso la
pellicola, più realistica e riflessiva.
Nel film si mette in
risalto l'incapacità del protagonista, di porre rimedio ad una
situazione sfuggita ormai al suo controllo. Il vortice di violenza
da lui innescato non viene bloccato, anzi sembra risucchiarlo fino
all' inesorabile tragico epilogo. La velocità degli eventi lo
investe in pieno come un treno, senza lasciargli un attimo di
respiro.
All’inizio, dopo il
ritrovamento dei soldi, Lewelyn, ostenta una certa sicurezza; al
contrario della moglie, che capisce subito in che tipo di guai si è
cacciato: in qualcosa di molto più grande di lui.
Il desiderio di
cambiare la propria situazione, e lasciarsi tutto dietro alle
spalle, non forniscono a Moss la capacità di pensare e riflettere.
La razionalità delle sue decisioni, viene spazzata via dall’
impulsività delle sue azioni e dalla concreta possibilità, di
rifarsi una nuova e “miglior” vita insieme a Carla Jean (di cui è
realmente innamorato).
Forse Lewelyn, che ha
dato il via a questa caccia all’uomo, è l’unico a non rendersi conto
della sua impotenza di fronte al corso degli eventi che si
susseguiranno; Chigurh è determinato e sa che Moss, con la sua fuga,
sta solo allungando il suo appuntamento con la morte; lo stesso
sceriffo Bell man mano che conduce le indagini, capisce che ormai
non c’è più niente che possa fare, per porre rimedio a questa
situazione e salvare Moss.
“I vecchi” del titolo,
si riferiscono a lui, intesi a far capire che ormai lui non ha più
le forze e la voglia per ostacolare il ciclone di violenza (Chigurh)
innescato; una violenza priva di ogni logica, ma comandata
imprevedibilmente dal fato.
Basti pensare, che
Chigurh decide la vita o la morte delle sue vittime, in base
all’esito del tiro della sua monetina (il classico testa o croce).
Il caso e le scelte,
sono ridondanti nel film; che cosa sarebbe successo, se Lewelyn, non
fosse andato a caccia quel giorno? E se si fosse presentato
all’appuntamento con Chigurh?
Anche la scena
dell’incidente stradale di Anton, è intrinseca alla concezione della
parola fato; qualcosa che non possiamo prevedere, astratta nella sua
definizione, ma concreta quando si realizza.
Infatti, lui, freddo
calcolatore e spietato killer, può pianificare tutto, tranne gli
impevisti!
Il film acquista
spessore, anche grazie all’ interpretazione di Javier Bardem nei
panni di Anton Chigurh; personaggio non facile da interpretare
perché molto particolare.
Non risponde ai canoni
tipici del killer: ha tutta una sua etica (che rispetta a volte
anche in maniera maniacale), dal precedente metodo della monetina,
alla sua arma (non usa pistole, ma una specie di bombola ad aria
compressa che non lascia scampo).
Anche il suo aspetto,
non riassume i tratti tipici del killer professionista: una faccia
ruvida, ornata da una acconciatura stile paggetto di nozze (capelli
a caschetto).
A vederlo, magari non
sembrerebbe un killer spietato, ma nel suo lavoro è un
professionista impeccabile.
Perfino il tentativo
di anteporgli il killer Carson Wells (lo spensierato Woody Harrelson)
per recuperare la valigetta, si rivela vano.
Niente e nessuno può
fermare Chigurh.
Anche Tommy Lee Jones
nei panni dello sceriffo Tom Bell, se la cava egregiamente; le sue
espressioni e la sua mimica facciale, ci rendono partecipi della sua
insofferenza e incapacità di gestire la situazione. Si rende conto
che lo svolgimento delle indagini, non lo porteranno a niente; il
ritrovamento di un cadavere, porterà solo ad un altro cadavere e
così via; ormai è consapevole di aver fatto il suo tempo e di non
apprendere a pieno i ritmi della vita odierna.
Malinconicamente, alla
fine del film, andrà in pensione, lasciando spazio a tutori della
legge più giovani; perché ormai il mondo di oggi, visto con gli
occhi di Tom Bell.. non è un paese per vecchi…