Bloody Sunday
Anno:
2002
Nazione:
Gran Bretagna - Irlanda
Produzione:
Mark Redhead
Durata:
160’
Regia:
Paul Greengrass
Sceneggiatura:
Paul Greengrass
Fotografia:
Ivan Strasburg
Musica
originale: Dominic Muldoon; canzone: scritta ed eseguita dagli U2
“Sunday Bloody Sunday”
Montaggio:
Clare Douglas
Scenografia:
John Paul Kelly
Cast:
James Nesbitt, Allan Gildea, Tim Pigott, Nicholas Farrell, Gerald
McSorley, Kathy Keira Clarke
Irlanda 1972. Nella città di Derry l’Associazione
per i Diritti Civili organizza una marcia pacifica per protestare contro
l’internamento senza processo, un provvedimento messo in atto dal Governo
Unionista per fermare i ribelli cattolici. L’esercito inglese ha l’incarico
di prevenire ogni scontro e di usare il polso duro nell’arrestare il
maggior numero possibile di dimostranti. Anche l’IRA organizza la sua
partecipazione, pronta ad intervenire con le armi in caso di provocazioni
da parte delle forze dell’ordine. La domenica mattina inizia la marcia;
quella che doveva essere una pacifica manifestazione per i diritti civili
si trasformerà in una terribile conta di cadaveri e in una assurda finzione
per giustificare l’accaduto.
Il 30 gennaio 1972 é una data fondamentale nella
storia dell’Irlanda del Nord: vennero calpestati i diritti civili di
tutti coloro che credevano nella democrazia e nella giustizia, e tutto
questo non é solo un fatto strettamente locale. Oggi come ieri, certi
valori superano i confini geografici e temporali.
Il film narra le vicende che ruotano intorno alla
manifestazione e che trovano il loro pieno completamento in essa e,
soprattutto, nelle conseguenze successive. Da una parte abbiamo Ivan
Cooper, parlamentare e leader del movimento per i Diritti Civili; insieme
ai suoi collaboratori mette a punto gli ultimi preparativi per la grande
manifestazione. Dall’altra il generale Ford, comandante delle forze
di terra dell’Irlanda del Nord, prepara gli ufficiali e i soldati dell’esercito
inglese affinché la stessa manifestazione abbia un esito diverso, meno
pacifico e senza alcuno sviluppo per gli Irlandesi. Nelle scene iniziali,
un sapiente montaggio alternato mostra le conferenze stampa dei due
leaders in una specie di campo-controcampo tra la voglia di mostrare
i propri diritti e quella di impedire ogni manifestazione. Già da qui
il film mostra il suo stile documentaristico, con un colore desaturato,
i movimenti della macchina da presa che non é fissata sui tradizionali
cavalletti ma é tenuta in mano o appoggiata sulla spalla dell’operatore
(macchina a mano). Il racconto tende al realismo, mostra gli avvenimenti
senza tanti filtri, e non a caso i protagonisti principali dela storia
vengono presentati in una situazione “ufficiale” (la conferenza stampa),
si alternano nelle dichiarazioni, ma non c’é la prossimità dello spazio,
mancano i raccordi degli sguardi, la mdp li inquadra prima frontalmente
e poi di lato come a sottolineare la differenza di idee, il muro mentale
che dividerà poi gli scheramenti nel film.
E’ sabato sera, la mdp mostra con delle panoramiche
dall’alto la città di Derry; con un’inquadratura di un orologio vediamo
che é mezzanotte. Un campo totale mostra l’interno di una casa e il
giovane Gerry Donaghy con la sua ragazza su un divano; le loro effusioni
sono interrotte dal pianto di un neonato e dall’arrivo della sorella
di Gerry. L’inquadratura rimane sempre la stessa, i personaggi entrano
in campo ad indicare il loro ruolo e a completare il luogo; ancora una
volta vediamo come manchi ogni intento “artistico”, la caratterizzazione
dei personaggi avviene con una loro disposizione nello spazio e nel
tempo reale, non artefatta. Questo procedimento si mostra in tutto il
film.
E’ domenica mattina. Gerry e suoi amici si preparano
per andare alla manifestazione. Ivan Cooper mette a punto gli ultimi
preparativi per la marcia. I parà inglesi pianificano il loro piano
che prevede di sorprendere i manifestanti ed eseguire il maggior numero
possibile di arresti. Il parroco del paese parla con Gerry esortandolo
a non trovarsi in situazioni che potrebbero compromettere la sua fedina
penale. Ivan parla con i membri dell’IRA per assicurarsi che non avvengano
disordini. Il generale Ford e i suoi collaboratori dispongono le forze
dell’ordine nella città. Tutti i protagonisti sono ormai stati presentati
e sono ben disposti nella geografia del film; tutti i blocchi narrativi
sono rintracciabili attraverso gli stacchi sul nero. I campi lunghi
si alternano ai campi totali, i primi piani alle figure intere, il tutto
per mostrare cosa e come dobbiamo guardare. L’illuminazione é sempre
neutra, il suono é diegetico (la fonte é presente nello spazio della
vicenda narrata) e si articola in onscreen e offscreen (dentro o fuori
i limiti dell’inquadratura).
Spesso la mdp aumenta i tempi dell’inquadratura,
come a sottolineare l’importanza di ciò che mostra e per non lasciare
spazio ad altre interpretazioni. Se arriviamo al finale del film notiamo
che si ripresentano le stesse inquadrature iniziali: con un’inclinazione
verticale vediamo di nuovo un orologio che segna mezzanotte; altre panoramiche
dall’alto sulla città e un’altra conferenza stampa. Veniamo a quest’ultima.
I responsabili del Movimento sono collocati nello spazio come nella
prima; dietro di loro manca lo striscione sui Diritti Civili; Ivan comunica
ai giornalisti che quanto é accaduto andrà a vantaggio dell’IRA perché
un’intera generazione impugnerà le armi contro gli Inglesi; un giornalista
chiede la sua opinione in merito; la mdp mostra i due lateralmente e
insieme, Ivan non risponde e abbandona la scena. In campo rimane il
dolore, la voglia di lottare e la consapevolezza che la violenza scatena
sempre odio e ira.
Filmografia di PAUL GREENGRASS:
Bloody Sunday (2002; il film ha vinto l’orso a Berlino
nello stesso anno ed é stato premiato al Sundance Film Festival come
miglior film straniero); La teoria del volo (1998); Resurrected (1989).