LA SPOSA CADAVERE
Anno:
2005
Nazione: Gran Bretagna
Distribuzione: Warner Bros
Regia:
Tim Burton, Mike Johnson
Sceneggiatura:
Caroline Thompson, Pamela Pettler, John August
Fotografia:
Pete Kozachik
Musiche:
Danny Elfman
Montaggio:
Jonathan Lucas
Cast:
Emily Watson, Johnny Depp, Helena Bonham Carter
La sposa cadavere, è l’ultimo grande successo firmato
Tim Burton, un capolavoro che molti hanno atteso con impazienza, ripensando
alle scene dell’indimenticabile Nightmare Before Christmas del 1993,
che aveva fatto divertire il pubblico di mezzo mondo con le avventure
di pupazzi tridimensionali realizzati con fil di ferro e stoffa.
Pochi sanno però, che questa volta il lavoro e l’invenzione
di Burton, che ha impiegato dieci anni a portare sullo schermo la storia
dell’infelice sposa e del timido e goffo giovane, prendono spunto da
una fiaba ebreo-russa ispirata alle violenze subite dagli ebrei nei
secoli scorsi quando gli antisemiti si recavano ai matrimoni israeliti
per uccidere le spose, evitando così il perpetuarsi della stirpe e seppellendo
i cadaveri con ancora indosso l'abito nuziale.
Burton nel suo film, sospeso tra horror e commedia
conserva solo il nucleo centrale della fiaba originale, e con abile
maestria ci conduce passo passo nella macabra quanto romantica atmosfera
di un piccolo paese del nord Europa, sospeso tra il mondo dei morti
e quello dei vivi. Sorprendente le trasposizioni in plastilina di Johnny
Depp, Helena Bonham Carter ed Emily Watson, che tra le altre cose nella
versione americana danno anche le voci ai protagonisti. I loro tratti
somatici e le loro espressioni sono ricalcate perfettamente dai corpi
filiformi e dai volti spigolosi dei personaggi. Avvolgente e melanconicamente
graziosa la trama che vede il cupo e maldestro Victor promesso sposo
della dolce e sognatrice Victoria, cadere suo malgrado vittima di nozze
inconsuete con una sentimentale sposa dell’aldilà Emily, alla quale
si sarebbe legato mentre si esercitava a recitare la formula del matrimonio.
Sicuro di essere lontano da occhi indiscreti, Victor nel cuore del bosco
aveva infilato la fede in quello che gli sembrava un ramo spuntato dal
terreno, e che invece altro non era che l’ossuta mano di Emily.
Tra scatenati balletti e coreografie animate da vitalissimi
scheletri, lo spunto storico si trasforma in un avvincente triangolo
amoroso immerso in una cupa luce vittoriana e racchiuso nella brillante
cornice del musical, confezionato accuratamente da Danny Elfman.
Per le situazioni, l’ambientazione, e la morale conclusiva
che conferisce al film un retrogusto amaro e profondo insieme, la Sposa
Cadavere rappresenta un prodotto quasi unico sul mercato cinematografico
anche in virtù della scelta di adottare nuovamente la tecnica della
stop motion, che richiede un notevole dispendio di tempo, energie e
pazienza.
I pupazzi realizzati con una combinazione di schiuma
e silicone che li rende resistenti ed in grado di essere maneggiati
senza rovinarsi anche sotto il calore delle luci, vengono mossi ti con
modifiche millimetriche. Ogni posa viene poi fotografata come inquadratura
e ripresa alla velocità di 24 scatti al secondo.
A differenza dei film dal vivo, in cui i realizzatori
hanno il problema di lavorare con attori che possono essere solo in
un posto in quel momento, in stop emotion i personaggi si possono duplicare,
quindi è possibile ottenere in maniera più veloci diverse riprese.
Strabiliante è anche la tecnica con la quale vengono
realizzate le diverse espressioni del volto dei personaggi, ottenute
da intricati meccanismi contenuti nelle teste dei pupazzi, ai quali
è possibile muovere bocca e sopracciglia avvicinandone i tratti a quelli
delle persone (è il caso di dirlo) in carne e ossa.
Un grande aiuto arriva poi dall’uso del digitale
che, viene messo a servizio dell’animazione, permettendo alla macchina
da presa di fluttuare con uno strabiliante risultato, dal mondo di Victor
a quello di Emily, ispirato alle architetture di Gaudì e paradossalmente
ricco di colori che contrastano il grigiume del mondo dei vivi.
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