Dumbo
Paese:
Stati Uniti
Anno:
1941
Regia:
Ben Sharpsteen
Soggetto:
Otto Englander, Vernon Stallings
Musiche:
Frank Churchill, Oliver Wallace
Dumbo è da sempre la storia più dolce che si possa
ricordare, uno di quei film d’animazione che ti tocca il cuore e ti
emoziona ogni volta che lo vedi.
Disney probabilmente lo sapeva ancor prima di realizzarlo,
e forse per questo decise di dare vita al suo lungometraggio senza ricorrere
al colossale impiego di mezzi e di denaro che aveva preceduto i suoi
primi lavori.
Dumbo fu infatti il risultato di un lavoro semplice,
nato dalla fantasia di Walt Disney e dal lavoro della RKO Radio Pictures,
che lo distribuì in America il 31 ottobre del 1941.
Il protagonista è appunto un cucciolo di elefante
di nome Dumbo, consegnato dalla cicogna alla signora Jumbo, un’elefantessa
che vive insieme ad altri bellissimi, strambi e brontoloni esemplari
in un grande circo.
Dumbo, elefantino dalla dolcezza infinita e dai grandissimi
occhi blu, è una delle grandi attrazioni circensi, acclamato però non
tanto per la sua bravura nell’eseguire gli esercizi, quanto piuttosto
deriso per le sue lunghissime orecchie, con le quali la signora Jumbo
ama accoccolarlo prima della ninna, quasi a volerlo tranquillizzare
e difendere dagli sguardi indiscreti e per nulla intelligenti degli
altri animali del circo.
Come ogni storia strappalacrime che si rispetti,
un giorno Dumbo viene separato dalla madre e per lui, piccolo cucciolo
spaurito inizia un periodo terribilmente triste. Il proprietario del
circo lo inserisce in uno spettacolo fatto con i pagliacci durante il
quale Dumbo, mascherato e truccato come un fantoccio, deve lanciarsi
da un’altezza vertiginosa dentro una tinozza grande poco più di un bicchiere.
Dumbo è sempre più mortificato ed incompreso, solo in mezzo alla crudeltà
degli uomini, tema centrale sul quale Disney questa volta ha voluto
proprio mettere l’accento.
In suo aiuto arriva però un piccolo, piccolissimo
amico, che nulla a che vedere con il grillo parlante o la fata turchina
di Pinocchio, ma che come loro ha il grande potere di far tornare il
sorriso ed il buon umore: stiamo parlando del topo Timoteo, ospite “invisibile”
del grande circo, con il quale il piccolo Elefantino ritrova piano piano
la grinta e la voglia di riacquistare la libertà, ma soprattutto scopre
di avere un grande dono, quello di saper volare.
Le sue grandi orecchie da tutti ritenute d’impaccio
sono in realtà perfette per diventare delle grandi ali, con le quali
Dumbo può volare e far volare tutti gli spettatori in un mondo fantastico
e ricco di tenerezze.
Insomma Dumbo è un cartone animato con tutti gli
ingredienti giusti per poter durare nel tempo, trascinando con se un
messaggio sempre attuale che non perde mai d’importanza: bisogna credere
in se stessi ed avere fiducia nelle proprie possibilità.
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