aria
(Uomo che cammina con la ragazza sulla spiaggia)
Fotografia: Luciano Tovoli
Montaggio: Franco Fraticelli
Effetti speciali: Giovanni Corridori
Musiche: Massimo Morante, Fabio Pignatelli, Claudio Simonetti
(Goblin)
Scenografia: Giuseppe Bassan
Costumi: Pierangelo Cicoletti, Carlo Palazzi, Franco Tomei
Trucco: Pierantonio Mecacci, Piero Mecacci
Lo scrittore Peter Neal, su richiesta del suo editore giunge a Roma
per promuovere la sua ultima fatica: Tenebrae (Tenebre).
Però la sua visita di piacere e lavoro viene turbata da un maniaco
assassino, che uccide ispirandosi alle morti che colpiscono i
protagonisti del suo libro.
Peter Neal viene coinvolto e risucchiato in una spirale di orrore e
violenza dalla quale sarà difficile uscire...
Qui Dario Argento, da libero sfogo alla truculenza e alla violenza
che animano il suo lavoro di regista; le atmosfere di tensione a cui
ci ha abituato il regista romano, qui trovano degni alleati in
sequenze molto forti e di sfondo rosso sangue che costrinsero il
film ad uscire vietato ai minori di 18 anni nelle sale
cinematografiche.
Ciò è testimoniato anche dal numero elevato di vittime (12 morti)
che si susseguono ininterrottamente nel film.
La vicenda ruota attorno allo scrittore Peter Neal, interpretato da
Anthony Franciosa, che deve fronteggiare la follia del serial killer
di turno; ovviamente il copione delle trame dei film di Argento bene
o male sono sempre le stesse: protagonista che a suo malgrado viene
coinvolto fortuitamente nei piani dell'assassino psicopatico;
assassino che come unica ragione dei suoi folli gesti ha un trauma
subito nell'infanzia; colpo di scena sull'identità dell'assassino.
Ad una prima lettura tutti i film di Dario Argento sembrerebbero
copie di se stessi, ma non è così; è proprio l'elemento disturbante
del dramma subito, che l'assassino porta dentro di se, a
differenziare ogni singola pellicola.
Il regista con i suoi film, e quindi con i drammi di ogni sua
creatura psicopatica, non fa altro che rappresentare semplicemente i
mali che si generano e si muovono in ognuno di noi; la morte di un
figlio, violenza subite da un genitore, una malattia mentale
destabilizzante, questi sono solo alcuni dei mali che attanagliano i
personaggi di Argento e i quali, riflettendoci accuratamente, non
sono poi tanto lontani da nostro vivere quotidiano.
I mostri che popolano i sogni di Dario Argento, si possono
incontrare ogni giorno per strada; il timido vicino o il premuroso
padre di famiglia, potrebbero incarnare il male in persona senza
darne alcun segno nella superficie quotidiana di tutti i giorni.
Il tema dominante su cui si incentra Tenebre, è il limite che può
raggiungere la devianza umana; lo stesso assassino vede le sue
vittime come dei peccatori che possono raggiungere la redenzione
solo con la morte per sua mano; quindi il killer si assurge a ruolo
di angelo sterminatore in nome di una morale che ne accoglie il
pensiero, ma non ne condivide il mezzo di redenzione (l'omicidio).
Tecnicamente, il lavoro di regia di Argento si incentra su una
visuale in prima persona; nelle scene degli omicidi il killer non
viene mai ripreso ma inglobato in esse, dando quindi allo spettatore
la sensazione di commettere egli stesso l'omicidio in prima persona;
questo è un aspetto tipico e ridondante dei film del maestro
dell'horror italiano.
Ad incrementare ancor di più la tensione e suspense presente nel
film, ci pensano le canzoni composte da Claudio Simonetti del gruppo
musicale dei Goblin, ormai veterano fisso dei film di Argento.
Come nella maggior parte delle sue pellicole, le mani dell'assassino
che si vedono in primo piano sono dello stesso Argento ed anche i
sussurri bisbigliati durante gli omicidi.
Molti dei luoghi in cui si svolge il film, si trovano nella zona
romana dell'Eur e posizionati a pochi passi dalle location in cui lo
stesso Argento girò “4 mosche di velluto grigio”.
Nella parte di Jane troviamo Veronica Lario, che diventerà moglie di
Silvio Berlusconi; la scena del suo omicidio subì la mutilazione
della censura durante la messa in onda nel marzo 1986 sulle reti
Fininvest; la versione integrale fu successivamente mostrata in tv
durante la trasmissione “Giallo” del 1987 su Raidue.