Titolo originale: Bienvenue chez les Ch'tis
Paese: Francia
Anno: 2008
Durata: 106 minuti
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere : Commedia
Regia: Dany Boon
Soggetto: Dany Boon
Sceneggiatura: Dany Boon, Alexandre Charlot,
Franck Magnier
Produttore: Claude Berri, Jérôme Seydoux
Fotografia: Pierre Aïm
Montaggio: Luc Barnier
Musiche: Philippe Rombi
Scenografia: Alain Veyssier
Costumi: Florence Sadaune
Interpreti e personaggi: Dany Boon: Antoine
Bailleul (postino), Kad Merad: Philippe Abrams (direttore delle
Poste), Zoé Félix: Julie (moglie Philippe Abrams), Anne Marivin:
Annabelle Deconninck, Line Renaud (madre di Antoine Bailleul),
Stéphane Freiss: Jean Sabrier, Philippe Duquesne: Fabrice Canoli,
Guy Lecluyse: Yann Vandernoout, Lorenzo Ausilia-Foret: Raphaël
Abrams (figlio di Philippe e Julie), Michel Galabru : pro-zio di
Julie (che visse nel Nord da bambino), Patrick Bosso : gendarme,
Zinedine Soualem : Momo, Fred Personne : Sig. Vasseur
Doppiatori italiani: Antoine Bailleul (postino):
Franco Mannella, Philippe Abrams (direttore delle Poste): Stefano
Masciarelli, Julie (moglie Philippe Abrams): Francesca Fiorentini,
Annabelle Deconninck: Roberta Gasparetti, madre di Antoine Bailleul:
Marzia Ubaldi, Jean Sabrier: Oreste Baldini, Fabrice Canoli: Roberto
Stocchi, Yann Vandernoout: Roberto Draghetti, Raphaël Abrams (figlio
di Philippe e Julie): Francesco Mangiavacchi, pro-zio di Julie, che
visse nel Nord da bambino: Bruno Alessandro, Sig. Vasseur: Luciano
Turi.
Trama:
Philippe Abrams ha tutto quello che un uomo
potrebbe desiderare: una bella moglie di nome Julie, un vivace
bambino di nome Raphael e un buon posto come direttore dell'ufficio
postale di Salon-De -Provence in Provenza.
Però lui e la moglie sognano di compiere il passo
della svolta, ovvero trasferirsi in un posto della costiera francese
mediterranea; l'utopia sta per diventare realtà quando la domanda di
Philippe per il trasferimento a Cassis sembra cosa fatta; però
all'ultimo Philippe viene scavalcato da uno suo collega, perché
disabile.
Allora lo stesso Philippe si spaccia per disabile
per ottenete il trasferimento e il piano sembra riuscire finché non
viene scoperto dall'ispettore del trasferimento.
Ormai persa la dignità lavorativa e la fiducia
della moglie, a Philippe non resta che accettare il trasferimento
nel freddo nord della Francia e precisamente a Bergues nei pressi di
Lille.
Convinto dalla moglie e da un prozio di
quest'ultima che il nord sia popolato da gente sgarbata e
inospitale, con la morte nel cuore Philippe si appresta a passare
due anni “Giù al nord”...
Recensione:
La pellicola essenzialmente cerca di mettere in
luce i pregiudizi che ci sono reciprocamente tra gli abitanti del
sud della Francia e quelli del nord; le stesse divergenze però
possono essere paragonate, in modo generico, a quelle esistenti tra
la parte meridionale e settentrionale di una stessa nazione.
Qui si mette in risalto l'idea sbagliata che hanno
gli abitanti del sud nei confronti di quelli del nord (soprattutto
Julie, moglie di Philippe).
Anche Philippe è abbastanza prevenuto nei
confronti degli abitanti di Bergues pur non avendone mai conosciuto
uno; a intensificare questa sua credenza ci pensa anche l'esperienza
vissuta in prima persona da un prozio di Julie che da piccolo aveva
abitato per un po' di tempo su nel nord della Francia.
In egual modo sua moglie Julie, basandosi sulla
leggenda che al nord faccia più freddo, riempe di raccomandazioni
suo marito del tipo "copriti bene".
Infatti per via della sua collocazione
estremamente settentrionale, il paese di Bergues, vicino Lille,
viene paragonato al "polo nord" per via delle rigide temperature.
Altra credenza popolare infondata è quella di
immaginare i ch'ti (abitanti di Bergues) come dei montanari rozzi e
ignoranti.
Al contrario dell'immaginario creato
indirettamente nella sua mente da sua moglie, Philippe si trova
davanti ad una realtà completamente diversa, immersa in una
temperatura mite e non rigida, in cui si muovono figure
esteticamente uguali a qualsiasi abitante del sud e caratterialmente
cordiali e ospitali e non burberi come gli aveva fatto credere sua
moglie.
Inizialmente Philippe si trova spaesato e
proiettato in un universo totalmente differente dalla sua realtà
quotidiana "sudista".
L'idioma parlato dai ch'ti risulta inizialmente
incomprensibile alle orecchie di Philippe; esilarante la scena in
cui Antoine pronuncia la parola “cose” come “cosce” (deformata per
via dell'accento e della cadenza della lingua piccarda molto usata
dalle popolazioni della Francia del nord) e Philippe non riesce
capire il nesso che intercorre fra il discorso fatto dallo stesso
Antoine e le “cosce”.
Man mano che Philippe vive a contatto con i suoi
nuovi compaesani e amici, riesce a cambiare totalmente idea su di
loro, cancellando quell'ingiusta nomina che li etichettava come
musoni e inospitali.
Inoltre si accorge che i ch'ti non sono degli
alieni come la popolazione del sud tende a credere, ma bensì sono
persone come loro che hanno i loro stessi problemi; un esempio
eclatante è l'incapacità che Antoine ha nel gestire il rapporto
sentimentale con Annabelle che sfocia in gelosie e scenate deleterie
per la sua dignità e per la sua posizione lavorativa.
Anche il ruolo succube di Antoine nei confronti
della figura matriarcale si può riflettere tranquillamente in una
qualsiasi realtà madre-figlio del sud della Francia.
La destinazione di Philippe, Bergues, non solo
dallo stesso protagonista è mal giudicata; infatti
intrapreso il viaggio verso Bergues, con lo stesso
spirito con cui un condannato a morte si avvia verso il patibolo,
Philippe viene fermato da un poliziotto perché la sua andatura è
troppo lenta; appena saputa la misera destinazione del malcapitato,
lo stesso tutore della legge sembra capire la sua situazione e ciò
che lo aspetta e come un padre affettuoso sembra addirittura intento
a rincuorarlo e a fargli forza, lasciandolo andare senza sanzionarlo
disciplinarmente.
A simboleggiare l'idea di un netto peggioramento
della propria esistenza, trasferendosi al nord, è la scena in cui
scoppia un improvviso temporale appena Philippe oltrepassa con la
propria vettura il cartello stradale che da il benvenuto a Bergues.
La pellicola è condita da situazioni comiche in
linea con l'ironia tipicamente francese; infatti
quando Antoine ospita per una notte Philippe a
casa sua, quest'ultimo si chiude a chiave in camera perché vedendo
una foto di Antoine con la parrucca e alla domanda “E' sposato?”, lo
stesso risponde “Sposato io? Non c'è pericolo...io le donne sa..” si
convince della natura omosessuale di Antoine.
L'elemento romantico della pellicola è
rappresentato dalla passione di Antoine per le campane; infatti da
generazioni egli è l'unico a saper suonare il “carillon”, il sistema
di campane della torre della piazza; tale abilità strumentale sarà
essenziale per il ricongiungimento con la sua amata.
Il film ci vuole far capire che spesso siamo
troppo prevenuti nei confronti di qualcosa o qualcuno che non si
conosce bene a fondo; ciò che non comprendiamo ci fa sempre un po'
paura e come un automatico sistema di difesa tendiamo ad attivare un
processo di repulsione prematura verso tutto quello che non abbiamo
mai toccato con mano.
Spesso siamo più portati a credere, senza aver
concretamente verificato di persona, alle dicerie o alle famose
“voci di corridoio” che ci giungono all'orecchio da persone che
magari hanno sentito tali notizie da altre fonti; a volte, come in
un telefono senza fili, le informazioni relative ad un argomento
sconosciuto vengono “trasmesse” da persona a persona subendo delle
distorsioni che tendono ad ingigantire spropositatamente la semplice
notizia di base.
A volte affrontiamo una determinata situazione
ponendoci dinnanzi alla stessa in maniera troppo rigida e difensiva
solo perché incentivati da voci che ci hanno “inculcato” un solo e
unico punto di vista con cui guardare tale situazione; poi vedendola
con i nostri occhi, si rivela in tutt'altro modo (di solito in
maniera piacevolmente opposta).
Premi:
Festival di Cabourg 2008: Swann d'oro alla miglior
rivelazione femminile (Anne Marivin)