Pinocchio
Titolo originale: Pinocchio
Paese: USA
Anno: 1940
Regia: Hamilton Luske, Ben Sharpsteen
Soggetto: dall'ononimo romanzo di Collodi (Carlo Lorenzini)
Sceneggiatura: Aurelius Battaglia, William
Cottrell, Otto Englander, Erdman Penner, Joseph Sabo, Ted Sears, Webb
Smith
Art director: Art Babbitt, Milt Kahl,
Ward Kimball, Jack Kinney, Eric Larson, Fred Moore, Wolfgang Reitherman,
Frank Thomas, Bill Tytla
Animatori: Preston
Blair, Jack Bradbury, Jack Campbell, Les Clark, John Elliotte, Hugh
Fraser, Ollie Johnston, Lynn Karp, John Lounsbery, Don Lusk, Robert
Martsch, John McManus, Joshua Meador, Charles Nichols, Art Palmer, Don
Patterson, George Rowley, Norman Tate, Don Tobin, Don Towsley, Bernard
Wolf, Marvin Woodward, Shamus Culhane, Ugo D'Orsi, David Swift
Pensare a Pinocchio vuol dire quasi
sempre pensare a qualcuno che mente, perché nell’immaginario collettivo
è una routine associare il bugiardo di turno al naso lungo del burattino
di legno dagli occhi teneri.
La storia di Pinocchio ha commosso
e continua ancora a commuovere adulti e bambini, specialmente nella
sua versione a cartone animato, quella per intenderci realizzata
dalla Disney nel 1940; ma forse non tutti sanno che le avventure del
burattino di legno che sognava di diventare un bambino vero, sono state
scritte molto tempo prima, ed esattamente nel 1880 da Collodi (pseudonimo
per Carlo Lorenzini), che aveva voluto regalare alla letteratura per
ragazzi un libro divertente e ricco di fantasia.
La versione a cartone animato,
tanto ricercata dagli amanti dei classici disneyani ed amata dal pubblico
di ogni età, soprattutto per le facce buffissime del gatto figaro e
per le guanciotte simpatiche del grillo parlante, è nata proprio grazie
alla volontà dello stesso Walt Disney, rimasto colpito dal libro di
Collodi, di dare vita all’avventurosa esistenza di quel magico tronco
d'albero.
Dopo Biancaneve e i sette nani,
Pinocchio era il soggetto ideale per lanciare un nuovo successo d’animazione,ma
Disney e i suoi collaboratori dovettero affrontare non pochi problemi
prima di trovare il modo giusto di realizzare il film.
Il burattino creato da Collodi
infatti, se nella trasposizione cinematografica fosse stato
ricalcato esattamente così come veniva descritto nel romanzo, sarebbe
stato troppo arido rispetto ai canoni disneyani che volevano invece
enfatizzarne soprattutto l'amore e la sensibilità umana. Nelle intenzioni
di Collodi pare non vi fosse quella di creare un racconto per l'infanzia:
nella prima versione, il burattino addirittura moriva impiccato a causa
dei suoi innumerevoli errori.
Disney decise allora di trasformare
la storia originale adattandola ai propri gusti e al mezzo cinematografico,
suscitando all’inizio parecchie critiche per i cambiamenti e gli stravolgimenti
attuati nei confronti del testo letterario, ma realizzando alla fine
un prodotto vincente.
Eliminando tutti gli elementi di
cultura e di folclore locale presenti nel romanzo di Collodi nacque
un Pinocchio globale, giustamente riletto ed opportunamente riambientato
senza l'aia del contadino ed il paesaggio toscano, ma piuttosto simile
al personaggio cult delle Disney, Topolino.
Vestito da tirolese Pinocchio si
circondava così di un ambiente magico e forse atemporale, dove la Fatina
buona sembrava una star hollywoodiana e Geppetto diventava semplicemente
un papà abile ed efficiente. E tutti i personaggi di contorno? Ognuno
di loro venne saggiamente caratterizzato quasi da capo: Mangiafuoco,
il burattinaio cattivo e spietato ricordava molto il caro Gambadilegno,
così come il gatto e la volpe sarebbero potuti entrare tranquillamente
nella Banda Bassotti.
Da un punto di vista tecnico, Pinocchio
è uno dei film d'animazione più complessi tra quelli dalla Walt Disney.
Per realizzarlo vennero spesi all'epoca, 2,3 milioni di dollari,
ed il film quando uscì riuscì a recuperare solo metà del budget investito.
Solo grazie alle successive edizioni
(1945, 1954, 1962, 1971, 1978, 1984 e 1992) Pinocchio venne rivalutato
ed ebbe un grande successo, un successo che di recente nel 2002, ha
preso vita nell’ennesimo film, firmato però da un regista d’eccezione
Roberto Benigni, e che è addirittura diventato un musical, messo in
scena dalla Compagnia della Rancia, con la regia di Saverio Marconi
e le musiche dei Pooh.
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