IL CORVO IV
Titolo originale: the crow:
wicked prayer
Anno: 2005
Paese: USA
Durata: 100’
Genere: Horror/fantasy
Regia: Lance Mungia
Sceneggiatura: Sean Hood, Jeff Most, Lance
Mungia
Fotografia: Kurt Barabbee
Montaggio: Dean Holland
Produzione: Dimension Films, Edward R.
Pressman Film Corporation
Distribuzione: DNC Entertainment
Attori: Edward Furlong (Jimmy Cuervo), Tara
Reid (Lola Byrne), David Boreanaz (Luc Crash/Morte), Emmanuelle
Chriqui (Lily Ignites), Dannis Hopper (El Nino), Marcus Chong, Tito
Ortiz.
Jimmy Cuervo è a un passo dalla libertà e dal coronamento del suo
sogno, ovvero fuggire con la sua amata Lily. Allo scoccare della
mezzanotte, non dovrà più sottoporsi ai lavori forzati; pena
inflittagli per aver ammazzato l'assalitore della sua ragazza.
Tra
poco potrà lasciare la riserva indiana che lo vede solo come un
assassino e non lo vuole più. Ma il destino ha tracciato un disegno
diverso per Jimmy e Lily.
Un
attimo prima della fuga insieme, i due innamorati cadono nelle
grinfie dei quattro cavalieri dell'apocalisse (morte, pestilenza,
guerra e carestia) capeggiati dal folle Luc Crash nonché ex
compagno di Jimmy durante il periodo passato ai lavori forzati.
Il
suo intento è quello di diventare una creatura demoniaca; per
attuare il suo piano ha bisogno anche del sacrificio umano di due
innamorati; gli occhi di Lily e il cuore di Jimmy. Impiccati e ormai
morti, i due fidanzati vengono gettati in un liquame di rifiuti. Luc
ormai trionfatore, non sa che per diventare una creatura invincibile
dovrà prima affrontare lo spirito di vendetta, reincarnato nel
redivivo Jimmy grazie ai poteri del corvo.
Ennesimo capitolo della saga del Corvo disegnato da James O'Barr,
che tenta di emulare la prima pellicola ormai appartenente ai più
bei film di sempre. Come i suoi predecessori, purtroppo non riesce
nell'impresa anche se gli ingredienti erano buoni per ottenere un
piatto succulento.
La
storia di due innamorati, la barbara uccisone di entrambi, a
vendetta del fidanzato che prosegue oltre la morte e i riti
satanici; gli ingredienti c’erano tutti per confezionare un’ottima
storia.
L’unica pecca, forse è stato il filo conduttore e la
rappresentazione degli elementi testé elencati; insomma, troppa
carne al fuoco posizionata alla rinfusa senza uno schema logico può
essere più deleteria che benefica.
Il
film è una mescolanza di vari argomenti, il cui intreccio non riesce
a conferirgli un'identità propria; riti satanici che si
sovrappongono a diatribe tra indiani delle riserve e indigeni;
dialoghi un po' forzati e in alcune sequenze anche inutili e
pleonastici.
Sembra non funzionare il binomio attori famosi-corvo; come era
successo nella precedente pellicola di questa saga (il corvo 3
salvation), i nomi altisonanti non elevano la qualità del film.
Un
piccolo cameo anche di Dennis Hopper, che sinceramente poteva essere
evitato, per non macchiare il notevole curriculum dell’artista.
Le
interpretazioni do Boreanaz, Furlong e la Reid non sarebbero neanche
da buttare via, però nei contesti richiesti dalla pellicola, non
riescono ad attirare il pubblico e ad interagire con lo spettatore.
Di
buono c’è, che forse dopo Brandon Lee, la malinconia e la tristezza
sul volto di Furlong (Jimmy Cuervo) sono le più vicine come
somiglianza a quelle di Lee nel corvo; ovviamente questi
accostamenti devono essere fatti con le debite distanze.
Magari da salvare, c’è anche l’idea innovativa, di contrapporre ai
poteri illimitati del corvo, un nemico quasi sovrannaturale in modo
da ridurre la lotta impari che ogni volta nel finale del film si
veniva a creare; un ago della bilancia, sospeso tra bene e male,
pendente in modo scontato e prematuro dalla parte del bene.
Ovviamente, anche in questo quarto capitolo della serie, il tema
dominante è l’amore oltre la morte; un sentimento che non può
trovare pace con la morte ma che rabbia e giustizia tramutano in
vendetta.
La
differenza con gli altri tre predecessori, è l’ambientazione; si è
abbandonato lo stile dark, per uno più western; non ci sono più
vicoli succubi delle tenebre, e suoni assordanti di sottofondo.
Il
frastuono e l’oscurità hanno lasciato il passo ad atmosfere più
calme, raffiguranti personaggi e paesaggi prevalentemente gitani; i
ritmi lenti, accentuano ancora di più il senso di abbandono sia del
protagonista che della condizione della gente che vive in quei
luoghi ormai dimenticati da Dio.
Ridicola, la scena del ballo propiziatorio per infondere e dare
nuova forza al Corvo (Jimmy) da parte degli indiani del luogo e del
padre di Lily; il cognome Cuervo del protagonista è stato storpiato
(non si sa se volutamente) direttamente in Corvo.
Non
si può dire che la fantasia aumenti (specialmente nella scelta dei
nomi) andando avanti con la saga.
Il
confronto di Furlong con Lee nella parte del giustiziere è impari,
ovviamente a favore di Brandon; rispetto a Perez e Mabius, si
percepisce che Furlong è un attore vero e proprio ma ciò che lo
rende incompleto rispetto al compianto Brandon è la presenza scenica
e l' aria da giustiziere maledetto.
La
parte del disadattato che vive ai margini della città in una
roulotte in cui si vergogna a vivere anche il suo cane, gli riesce
abbastanza bene.
Boreanaz da bello e tenebroso nella serie Buffy ed Angel (spin-off
di Buffy) qui è un pesce fuor d'acqua; un pesce inespressivo per la
precisione!
In
alcuni frangenti la parte malvagia avversa al Corvo sembra
impossessarsi di Tara Reid; la sua bellezza enigmatica ed esoterica
a tratti sembra risultare più impressionante dell' improvvisata
inclinazione di Luc Crash al male. Ulteriore guest star, il campione
di arti marziali miste, Tito Ortiz nei panni di uno dei componenti
dei quattro dell' Apocalisse.
Il
giudizio è pressoché simile al corvo 2 e corvo 3: se ne sentiva
proprio la necessità della realizzazione di questo quarto capitolo?
Basta guardare in cielo e vedere il povero corvo scuotere la testa
per capire la risposta...
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