IL MERCANTE DI VENEZIA
Anno:
2004
Nazione: Stati Uniti
Regia: Michael Radford
Distribuzione:
Istituto Luce
Sceneggiatura: Michael Radford
Scenografia: Bruno Rubeo
Fotografia: Benoit Delhomme
cast:
Al Pacino, Lynn Collins Jeremy Irons, Joseph Fiennes
È il 1596 quando William Shakespeare già autore di
noti e importanti successi come "Enrico V", "Sogno di una notte di mezz’estate"
e "Romeo e Giulietta", decide di scrivere una commedia che abbia come
sfondo Venezia del sedicesimo secolo, e come protagonisti un ricco ingenuo
signorotto ed uno scaltro usuraio ebreo.
Nasce così "Il mercante di Venezia", riproposto oggi
sullo schermo cinematografico dal regista Michael Radford, che ha saputo
trasformare una fetta del teatro shakespeariano in un film molto apprezzato
dal pubblico e dalla critica, grazie anche all’interpretazione impeccabile
di Al Pacino, premio Oscar come miglior attore protagonista nel 1993
con "Profumo di Donna".
Ma che Shakespeare al cinema fosse ormai sinonimo
di successo indiscutibile e di incassi da record non era una novità,
basti solo pensare alla rivisitazione in chiave moderna di "Romeo e
Giulietta" del regista Baz Luhrmann, che nel 1996 consacrò Leonardo
Di Caprio a ruolo di sex symbol internazionale; quello che semmai distingue
questa pellicola dal restante mercato cinematografico, è che nel riproporre
la storia del cinico usuraio Shylock, non si è cercato di puntare alla
notorietà di un personaggio, né di mettere in evidenza scenografie che
si avvalessero di straordinari effetti speciali. Tutto il film è stato
pensato invece all’insegna della semplicità e di una precisa aderenza
al testo originale, curato anche nei più piccoli particolari, quasi
a voler sostituire allo schermo cinematografico un vero palcoscenico
teatrale.
Quando si alza il sipario, tra gli incantevoli vicoli
veneziani, inizia la vicenda di Bassiano e del suo diletto e sfortunato
amico Antonio.
Bassiano è un giovane sempre alla ricerca di nuove
emozioni e amante della bella vita; feste e ricevimenti sono il suo
pane quotidiano e lui, consapevole di poter sempre contare sull’appoggio
morale ed economico del fedele Antonio, non si cura delle ingenti spese
che il suo tenore di vita richiede. Ma un giorno Bassiano si innamora
di Porzia, la bella ereditiera di Belmonte e per poterla corteggiare
chiede ad Antonio l’ennesimo prestito: 3000 ducati.
Antonio è un mercante, è ricco e per sua sciagura
molto legato a Bassiano da profondo affetto, ma questa volta non può
aiutare il suo diletto giovane, poiché i suoi soldi e le sue ricchezze
sono tutte investite su diverse navi in giro per il mondo.
Eppure Antonio non si arrende, ha troppo a cuore
la felicità di Bassiano e così decide di rivolgersi all’unico uomo capace
di trovare in poco tempo il denaro necessario per portare a termine
l’impresa. Chiede aiuto all’usuraio Shylock, ignaro dell’ostilità che
l’ebreo cova nei suoi confronti e forse, anche troppo sicuro dell’esito
dei suoi investimenti.
Shylock, che attende da tempo l'occasione per vendicarsi
delle umiliazioni subite, non perde tempo per attivare in un tranello
Antonio. Il suo unico obiettivo è quello di vendicarsi; troppe le umiliazioni
che in passato ha dovuto ingoiare per la sua condizione di ebreo e per
il suo mestiere, deriso e scansato da tutti.
Ecco quindi la richiesta capestro: entro tre mesi,
qualora la somma prestata a Bassiano non venga restituita, Antonio ne
risponderà personalmente, pagando con una libbra di carne del proprio
corpo il mancato rispetto del contratto.
Tra giochi d’astuzia e scherzi del destino Shakeasperae
con questa commedia si spinge a dare una lezione di umiltà e buon senso
al suo pubblico con un taglio sarcastico e crudele, che possa indurre
a riflettere sulle proprie abilità furbesche. Unica nota di demerito
solo la lentezza di alcuni passaggi cinematografici, che nulla tolgono
all’accattivante trama, che vedrà Shylock imparare a sue spese che non
si può mai dormire sugli allori. In fondo la vita è imprevedibile e
anche se il cielo in apparenza è sereno, qualche nuvola è sempre in
agguato.
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