RED DRAGON
Anno: 2002
Nazione: Stati Uniti d’America
Produzione: Universal Pictures e Dino De
Laurentiis
Distribuizione: UIP
Durata: 125’
Regia: Brett Ratner
Sceneggiatura: Ted Tally
Fotografia: Dante Spinotti
Montaggio: Mark Helfrich
Musiche: Danny Elfman
Scenografia: Kristi Zea
Cast: Anthony Hopkins, Edward Norton,
Emily Watson, Ralph Fiennes, Harvey Keitel, Anthony Heald, Philip Seymour
Hoffman, Mary-Louise Parker
Non è stata sicuramente facile
l’impresa di replicare il successo del primo film su Hannibal Lecter,
ma il giovane regista americano Brett Ratner (Miami 1970) ha saputo
costruire un buon thriller con una precisa caratterizzazione dei personaggi
e una resa fedele degli schemi del genere cinematografico. Red Dragon
è l’ultimo episodio della trilogia dedicata al terribile dottor Lecter,
tratto dall’omonimo romanzo di Ted Harris del 1981 (suoi anche “Il Silenzio
degli Innocenti” e “Hannibal”); il film incrocia i destini di uno psichiatra
trasformatosi in un sofisticato assassino (Hannibal Lecter), di un investigatore
dell’FBI (William Graham) e del serial killer Dolarhyde, soprannominato
Tooth Fairy (la fatina del dente).
L’agente Graham vive appartato
con la famiglia in una casa sul mare, gioca con il figlio e si dedica
a vecchie barche; è stato lui a catturare Lecter mentre era sotto le
sue cure psichiatriche e cercava di far luce proprio sugli omicidi di
cui il dottore era il responsabile. Il tempo passa, i segni di quella
terribile scoperta rimangono sul corpo e nella mente, e nonostante tutto
l’agente decide di svelare il mistero che si nasconde dietro i nuovi
delitti di un serial killer che uccide a morsi le sue vittime nelle
notti di luna piena; ma c’è solo un modo perché questo avvenga: ricorrere
alla consulenza del vecchio Hannibal! Come gia aveva fatto Jodie Foster
nel Silenzio degli Innocenti.
Gli schemi dell’horror, del
poliziesco, del dramma psicanalitico e del trhiller si mescolano in
Red Dragon; il film non ha certo lo spessore del Silenzio degli Innocenti,
quel senso di ansia e precarietà, quella soffocante claustrofobia, ma
è ben fatto (molto meglio di Hannibal!), con effetti di suspence ottenuti
attraverso una corretta focalizzazione (con un’alternanza tra quella
“zero”dove l’istanza narrante dice di più di quello che sanno i personaggi,
quella “interna” dove il narratore dice solo quello che il personaggio
sa, e quella “esterna”dove il narratore non fa conoscere i pensieri
e i sentimenti del personaggio. In questo sapiente uso consiste, secondo
un mostro sacro del cinema, Alfred Hitchcock, la differenza tra sorpresa
e suspence; in un’intervista rilasciata a Truffaut diceva: “…Ora veniamo
alla suspence.
La bomba è sotto li tavolo,
e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l’anarchico mentre
la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all’una e sa
che è l’una meno un quarto perché c’è un orologio nella stanza. Gli
verrebbe da dire ai personaggi di non parlare di cose banali, c’è una
bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all’altro!
In questo caso abbiamo ottenuto quindici minuti di suspence”), una buona
fotografia dell’italiano Dante Spinotti (ha lavorato anche in “Insider
- Dietro la verità” di Michael Mann, “The family man” dello stesso Ratner,
“Pinocchio” di Roberto Benigni), un’ottima sceneggiatura di Ted Tally
(premio oscar per quella del Silenzio degli Innocenti), e un cast d’attori
di eccezionale livello: perfetto Anthony Hopkins (non ci immaginiamo
un altro dottor Lecter!) e molto più curata la sua interpretazione rispetto
a quella troppo eccessiva in Hannibal di Ridley Scott, molto bravo Edward
Norton, eclettico come sempre Harvey Keitel, notevole Emily Watson nella
parte della cieca Reba, discreto Ralph Fiennes nella parte del killer
ossessionato da un quadro di William Blake.
Sempre dal romanzo di Harris
era già stato tratto l’elegante film di Michael Mann “Manhunter”, prodotto
da Dino De Laurentiis così come Il Silenzio degli Innocenti, Hannibal,
Red Dragon; e sembra che il produttore e lo scrittore siano in trattativa
per dare un seguito alla saga del cannibale con “Il castello di Lecter”,
sceneggiato dallo stesso Harris, che racconterà la storia di Hannibal
dai 12 ai 25 anni.
Red Dragon è un film sul ruolo
voyeuristico dello spettatore davanti ad una realtà che scorre sullo
schermo: il serial killer realizza montaggi di filmati e la sua malattia
lo porta a una negazione di ciò che vede, a una distruzione del valore
borghese della tranquillità familiare; la sua ossessione per lo sguardo
lo porta ad un gioco macabro con il corpo e gli occhi delle sue vittime.
L’agente Graham trasforma il
suo guardare in un’indagine lucida e accurata. E Hannibal Lecter ci
risulta affascinante perché non ha rimorsi, non sa cosa sia una cattiva
coscienza, incarna l’antieroe che fa e dice quello che nessuno di noi
avrebbe mai il coraggio di dire e fare. L’unica salvezza è la cecità
di Reba e l’isolamento di Graham. Ma il male lascia sempre segni indelebili,
su noi stessi e sugli altri.
Filmografia di BRETT RATNER:
Rush Hour: due mine vaganti
1998; The family man 2000; Colpo grosso drago rosso 2001; Red Dragon
2002; After the sunset 2004