The fast and furious
Titolo originale: The fast and the furious
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno: 2001
Durata: 106’
Regia: Rob Cohen
Soggetto: Ken Li, Gary Scott Thompson
Sceneggiatura: David Ayer, Erik Bergquist
Produttore: Neal H. Moritz
Attori (personaggi): Paul Walker (Brian O’Conner), Vin Diesel
(Dominique Toretto), Michelle Rodriguez (Letty), Jordana Brewster
(Mia Toretto), Rick Yune (Johnny Tran), Chad Lindberg (Jesse),
Johnny Strong (Leon), Matt Schulze (Vince), Ted Levine (Sgt.
Tanner), Ja Rule (Edwin), Vyto Ruginis (Harry), Thom
Barry (Agente Bilkins), Stanton Rutledge (Muse), Noel Gugliei
(Hector), R.J. De Vera (Danny Yamato), Fotografia: Ericson Core
Montaggio: Peter Honess
Effetti Speciali: Robert Simokovic
Musiche: Brian Transeau con il brano “ Nocturnal transmission”
e artisti vari
Scenografia: Waldemar Kalinowski
Costumi: Sanja Milkvic Hays
Trucchi: Michael Germain
Premi: MTV Movie Awards 2002 (miglior performance di gruppo)
L’agente speciale Brian O’Conner, sotto le mentite spoglie, si
infiltra nella banda di Dominique Toretto, pilota abilissimo nelle
gare automobilistiche illegali di notte e meccanico dedito alle
modifiche di autovetture di giorno. Il compito di Brian è scoprire
chi si cela dietro i numerosi colpi ai danni di Tir che si sono
verificati negli ultimi mesi. Il maggior indiziato sembra essere
proprio “Dom“ Toretto; però con il passare dei giorni a stretto
contatto con Dom e la sorella di quest’ultimo, Mia, di cui
s’innamora, le indagini si complicano. Con i suoi superiori che
incalzano per una veloce conclusione delle indagini e con l’amicizia
sempre più forte con Dom, per Brian distinguere da che parte stare
diventa impresa ardua.
Capostipite del filone automobilistico più adrenalinico degli ultimi
anni. Dalla tipologia del film, si potrebbe pensare ad una pellicola
condita abbondantemente da macchine super accessoriate; in realtà
non è proprio così.
Le
automobili ci sono, però il regista è stato abile ad alternarle
sapientemente alle scene in cui l' azione è predominante.
Scazzottate, sparatorie e corse sfrenate ad alta velocità si fondono
entrando in simbiosi tra loro; ognuno di questi elementi non
potrebbe coesistere senza l'esistenza dell'altro e come dei
tasselli, essi si intersecano a perfezione per completare il puzzle
chiamato fast and furious.
La
trama non è molto elaborata, ma ciò che tiene vivo il film è il
ritmo vertiginoso e il rapporto tra gli attori (specialmente quello
tra Toretto \ Diesel e O’Conner \ Walker ).
Su
questo legame tra i due, verte quasi tutto il film; Walker
poliziotto infiltrato deve procurarsi le prove per incriminare
l’asso del volante Vin Diesel per furto d’auto.
Due mondi opposti, ma molto più vicini di quanto si possa pensare;
Dom e Brian corrono non per esibizionismo o per soldi.
L'adrenalina e il brivido del pericolo che si trasmette
dall'acceleratore al cuore e alla testa dei due protagonisti è
l’elemento comune ed anche il fattore scatenante che spinge i due
amici\nemici a dare il massimo sulle quattro ruote.
Brian O’Conner (Paul Walker), è un poliziotto molto bravo nel suo
lavoro, specializzato nell’infiltrarsi; ma proprio questa sua
capacità lo porterà a confrontarsi con l’enigmatica figura di
Domenique Toretto.
Non il solito furfante maniaco dell’alta velocità, amante delle
belle auto e delle belle donne; Brian, in lui vede un po’ di se e
anche quella parte mancante nel suo dna a cui vorrebbe somigliare.
In
alcune scene del film, c’è un rovescio della medaglia quasi
impercettibile; soprattutto nei momenti in cui alla guida della
macchina sportiva c’è Brian e Dom ricopre il ruolo di passeggero
passivo, si vede nello sguardo dell’attore Walker, quel briciolo di
pazzia, che si materializza con una guida folle e spericolata, di
fronte alla quale anche lo stesso Vin Diesel rimane spiazzato.
Il
regista, molto spesso all’interno della pellicola, tenta di rendere
giustificabile l’operato di Toretto e della sua banda; bisogna dire
che il suo tentativo centra il bersaglio; un po’ per la
spettacolarità delle manovre acrobatiche delle fuoriserie, un po’
per la disomogeneità del team di Domique Toretto, quasi sempre ci si
ritrova inconsapevolmente quasi a “tifare” contro le forze
dell’ordine.
Nella sequenza in cui la banda di Dominique, prende d’assalto
l’ultimo Tir, durante le scene ricche di azione ad alta velocità, lo
spettatore per come il regista mostra l’accanimento del conducente
nei confronti degli uomini di Toretto (gli spara con il fucile a
pompa), è portato (senza accorgersene), a considerare il conducente
come il cattivo e Toretto come il buono (nonostante chi sta guidando
il Tir sta svolgendo il proprio lavoro e proteggendo la merce dai
ladri).
La
prova di Walker come attore è soddisfacente; calato nella parte del
poliziotto specializzato in guida ad alta velocità; inoltre le sue
qualità fisiche ed estetiche contribuiscono in modo determinante al
pieno raggiungimento della completezza del suo personaggio.
Se
alla chioma bionda da surfista californiano che si agita al vento
dopo una corsa a 200 chilometri l’ora con la sua Toyota Supra Twin
Turbo, si aggiunge uno sguardo magnetico diretto verso la
telecamera, dopo una frenata improvvisa, si ottiene un mix esplosivo
che non può non catturare il pubblico.
Vin Diesel, è totalmente l’opposto; lui che non ha una chioma
fluente da lasciare libera al vento, compara questa mancanza fisica
con la presenza molto vistosa dei suoi muscoli; certo, non avrà i
lineamenti serafici di Paul Walker, ma anche Vin ne ha di fascino da
vendere.
Dom Toretto è il prototipo del vero macho per eccellenza uno che
esprime la propria filosofia di vita con la frase: “vivo la mia vita
a un quarto di miglio alla volta..”; sempre con canottiera che
mette in risalto i bicipiti, il suo personaggio conferisce sicurezza
e protezione alle donne ma allo stesso tempo viene apprezzato anche
dal pubblico maschile.
Molti si vedono in lui, o vorrebbero essere come lui (come vorrebbe
lo stesso Brian); sprezzante del pericolo, sempre sicuro di se e
desiderato dalle donne; in definitiva, la vera essenza del leader.
Però questo aspetto duro e autoritario, nasconde una personalità
anche fragile a volte (nel ricordo del padre morto durante una gara
automobilistica e nei modi protettivi assunti nei confronti della
sorella Mia) e rispettosa di alcuni principi per lui fondamentali
(come proteggere gli amici ad ogni costo).
La
difesa del valore dell’amicizia, viene messa in risalto soprattutto
quando Dom, a costo di essere catturato dai poliziotti, vuole a
tutti i costi ritrovare il suo amico Jesse (il ragazzo esperto di
meccanica ed elettronica), il quale era fuggito per la vergogna e il
disonore per aver perso la propria macchina in una gara alle Race
Wars contro Johnny Tran; per lui Dom si ritiene come un padre, visto
che quello di Jesse è in galera.
Le
scene in cui si vedono sfrecciare i bolidi coloratissimi e ricchi di
luci di ogni genere, sono ben realizzate; le sequenze mozzafiato
inchiodano lo spettatore e lo rendono partecipe di questo
spettacolo pregno di adrenalina; il più delle volte, la
partecipazione si trasforma in vero e proprio coinvolgimento e
desiderio di prendere la macchina ed emulare i protagonisti.
Ovviamente le scene in cui le macchine utilizzano il NOS (protossido
di azoto), sono un po’ inverosimili, però se considerate nel
contesto spettacolarizzato del film, possono essere accettate.
I
personaggi di contorno sembrano funzionare molto bene; tra di essi
spicca la ragazza di Domenique Toretto: Letty (Michelle Rodriguez);
per tener testa ad un duro come Vin Diesel, ci voleva il
corrispettivo ma di sesso femminile; e chi meglio della Rodriguez!
E’
una delle pochissime attrici a far convivere insite dentro di se,
una componente sensuale e una selvaggia; è l’unica nel film, a cui
Dom ubbidisce e ad avere un buon ascendente su di lui in modo da
farlo ragionare nei momenti in cui da in escandescenza.
In
molte situazioni sembra avere più attributi dei tanti “maschietti”
che popolano la pellicola; un personaggio ricco di spessore la cui
presenza scenica si avverte molto all’interno del film.
Buona anche al scelta del regista, di limitare la storia d’amore tra
Brian e Mia Toretto (sorella di Dominique); le scene sono state
dosate nella giusta quantità; un intensissima storia d’amore tra i
due, sarebbe stata fuori luogo in relazione alle tematiche
prefissate dal film.
Chi ha visto Point Break (con Keanu Reeves e Patrick Swayze), non
potrà non trovare delle analogie con the fast and the furious; lo
stesso punto di partenza, ovvero l’agente infiltrato, il rapporto di
amicizia che si viene a formare tra i due protagonisti.
Per essere precisi, questa pellicola, può ritenersi il Point Break
del nuovo millennio.
All’interno del film, non si avverte mai un’atmosfera di antagonismo
o disprezzo tra Dom e Brian; anzi è un rapporto di amicizia e
rispetto reciproco che si va rinsaldando mana mano che si va avanti
nel film; anche nella sequenza finale, la sfida con le rispettive
autovetture, è un susseguirsi di fotogrammi, in cui sprizza rispetto
e lealtà nei confronti del reciproco rivale.
Anche la scelta di Brian, di lasciare libero Dom, contravvenendo al
suo dovere di poliziotto, testimonia che il loro rapporto oramai è
indissolubile.
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