Abbiamo imparato a conoscerlo leggendo le fantastiche
storie firmate Marval, lo abbiamo guardato affrontare rocambolesche
avventure in versione cartone animato, ed ora dopo tanta attesa, dopo
improbabili voci e successive smentite, per la gioia degli appassionati
di tutto il mondo, arriva sugli schermi il film di Spiderman, con la
regia di Sam Raimi.
Promettendo già prima delle riprese, la realizzazione
di un film che avrebbe incassato quasi come il Titanic, Raimi è approdato
al progetto di Spiderman dopo il no di altri mostri sacri del cinema,
quali James Cameron e Ang Lee.
Originario di Detroit, Raimi è cresciuto con un passione
per il cinema horror, ed un amore sviscerato per quei film che negli
anni’80 sono stati l’emblema del cinema sperimentale, quelli che univano
alla schiacciante impronta realistica, la fantasia e la verve ironica
dei cartoni animati.
Superati i primi esperimenti da pellicola ed un incontro
fortunato con i fratelli Cohen, l’attenzione di Raimi si è tutta incentrata
alla realizzazione del genere ispirato al fumetto. Un desiderio, un
sogno che negli anni ha dovuto coltivare studiando e cercando di capire
come poter realizzare il suo "film perfetto", come poter emulare almeno
in parte, il successo e l’adrenalina che si scatena quando si sfogliano
le pagine in bianco e nero, che raccontano tra l’odore dell’inchiostro
e la porosità della carta, le storie dei super eroi.
Così dopo l’estenuante contesa per i diritti tra
le due major e le fasi della lavorazione, rallentate da problemi tecnici
e sciagure notevoli (a parte gli infortuni degli stuntman, problematico
fu la sostituzione di un trailer, che originariamente vedeva le torri
gemelle protagoniste, e che subito dopo l'11 settembre, fu eliminato
dai responsabili della produzione e sostituito da nuove scene), ecco
finalmente il film di Spiderman, un prodotto cinematografico da milioni
di dollari, che punta tutto sugli effetti speciali, l’accattivante colonna
sonora e la scelta decisiva di un cast d’eccezione.
Tobey Maguire (che abbiamo già incontrato in "Le
regole della casa del sidro"), nel ruolo del protagonista, è perfetto:
come il Peter Parker descritto da Marvel, dietro il volto da bravo ragazzo
ingenuo e sentimentale, nasconde il carattere malinconico e rabbioso
che solo i teenager possono avere, disposto a tutto pur di salvare il
suo segreto e proteggere il suo amore impossibile: la dolcissima Mary
Jane Watson, impersonificata dagli occhi verdi ed i capelli rossi di
Kirsten Dunst.
Il ruolo del cattivo poi, è la vera ciliegina sulla
torta di questa pellicola ben congeniata, fedele al fumetto fino a sfiorare
la minuziosità; Willam Dafoe presta il suo volto tirato e spigoloso,
alle espressioni corrucciate e malvagie del perfido Goblin, senza alcun
dubbio il personaggio più riuscito dell’intero film.
Al di là delle scene d’azione, ciò che colpisce guardando
Spiderman, è la reale trasposizione che Raimi è riuscito a ricreare
dal fumetto, presentandoci tutti i personaggi nei loro punti forti,
ma soprattutto nelle loro debolezze umane, davanti alle quali ogni logica,
ogni razionalità cede la scena ai sentimenti, e alle paure adolescenziali,
come quella di Peter che vive nel silenzio e nel dolore il suo folle
amore per Mary Jane.
Una scelta non casuale quella del regista, che mira
proprio a parlare di Spiderman avvicinando il grande pubblico alla vera
identità di Peter: quella di un ragazzo come tanti, che impacciato e
confuso nella quotidianità, cela le sue fragilità dietro alla maschera
del super eroe che vola dalle facciate dei grattacieli appeso alla sua
infallibile ragnatela.