LILLY
E IL VAGABONDO
Titolo originale:
Lady and the Tramp
Nazione:
USA
Anno:
1955
Genere:
animazione
Durata:
75'
Regia:
Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Produzione:
Walt Disney
Un piatto di spaghetti
con le polpette gustato a lume di candela sulle note di un mandolino
e di una fisarmonica nel retro della trattoria "Bella Napoli, una serata
romantica ed un bacio distratto che incornicia due musetti innamorati.
È stata questa la
scena che più di tutte ha racchiuso in sé
il senso di
“Lilly
ed il vagabondo”.
Uscito nel 1955, questo
film d’animazione
non è mai passato di moda, anzi come accade spesso ai grandi classici,
rimane tuttora uno dei cartoni più visti dal pubblico di ogni età, a
dimostrazione che nonostante le tecnologie avanzate ed i nuovi eroi
in digitale, alla fine la semplicità paga sempre.
Lilli ed il vagabondo,
rappresentò per Walt Disney, l’ennesima
sfida da affrontare, in quanto fu il
primo film di animazione realizzato in Cinemascope, con un notevole
aumento dei tempi e dei costi di produzione.
Un lavoro che richiese un impegno costante ed un grande coraggio da
parte della Disney, che per la prima volta non si trovava ad accendere
i riflettori su elefanti o tendoni da circo, e nemmeno su silenziosi
e timidi cerbiatti, bensì su due comunissimi cagnolini.
A dire il vero, Lilly
e Biagio non erano proprio due cani qualunque, perché Disney aveva pensato
per loro una storia davvero particolare, che li rendesse simile più
di quanto si potesse immaginare, agli uomini. Lilly e Biagio dovevano
affrontare infatti gli stessi problemi che avevano i loro amici
a due “zampe”.
Quando si erano conosciuti
erano due esseri profondamente diversi: lei elegante e raffinata cagnolina
con tanto di pedigree, che viveva in una lussuosa villetta di un quartiere
residenziale, lui solo un meticcio di strada che vagabondava in cerca
di cibo, ma comunque felice di vivere libero e senza catene.
Poi improvvisamente le loro strade, così apparentemente lontane si erano
unite: Lilli, che era
sempre stata viziata e coccolata dai suoi padroni, si era sentita
abbandonata quando i suoi padroni avevano cominciato a rivolgere sempre
meno attenzioni a lei, e sempre di più al bimbo appena nato. Aveva deciso
dunque di andarsene, finendo però tra le grinfie dell’accalappiacani.
Biagio era accorso
in suo aiuto e da quel momento i due non si erano più lasciati. Lui
le aveva fatto apprezzare la libertà, la brezza del rischio, la vita
fuori da ogni schema, lei d’altra parte gli aveva insegnato a
fidarsi degli uomini e gli aveva fatto capire che vivere in un luogo
sicuro, non è sempre sinonimo di prigionia.
Lilly ed il vagabondo
aveva dunque un ruolo importante, era un film divertente e leggero con
tante metafore sulla vita quotidiana, sulle barriere da superare sui
pregiudizi da cancellare.
E poi era anche un
film “di
passaggio”,
nel senso che tracciava un quadro perfetto di un momento storico particolare,
negli anni di fine XIX secolo,
nei quali in America cominciava ad essere marcata la linea di confine
tra i "bei vecchi tempi" e la modernità, dove la città cominciava a
trasformarsi, dove convivevano assieme le prime automobili e le ultime
vetture trainate da cavalli, dove apparivano i primi telefoni ma la
luce elettrica non aveva ancora fatto il suo ingresso nelle case.
Così come accaduto
per i precedenti film d’animazione, Disney aveva voluto che anche questa
storia fosse veicolo di messaggi importanti. Biancaneve ci aveva
insegnato che il mito della bellezza può offuscare la mente, Dumbo
che bisogna andare oltre le apparenze, Peter Pan che non bisogna
mai perdere del tutto il proprio lato infantile; Lilly e il
vagabondo doveva farci capire che la famiglia, l’amore per il prossimo
e l’amicizia rimangono le nostre ancore di salvezza anche davanti ai
tempi che cambiano.
Lilly ed il vagabondo
ebbe anche un seguito,
Lilli e il vagabondo
2 - il cucciolo ribelle,
uscito nel 2001 ed incentrato sulle avventure del piccolo Zampa, il
cucciolo di Lylli e Biagio. Un seguito tenero e divertente che non può
comunque reggere il confronto con il primo film.
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