GOOD NIGHT AND GOOD LUCK
Anno: 2005
Nazione: Stati
Uniti d'America
Distribuzione:
Mediafilm
Regia: George
Clooney
Sceneggiatura:
Grant Heslov, George Clooney
Cast: George Clooney,
Jeff Daniels, Robert Downey Jr., Patricia Clarkson, David Strathairn
Esplorare il potere della televisione raccontando
la storia di uno di uno dei suoi più illustri protagonisti, svelare
al pubblico di oggi intorpidito e confuso da un’informazione spesso
contraddetta, cosa siano stati i leggendari anni 50 americani, quale
profondo e radicale cambiamento sia avvenuto nel modo di pensare della
gente, in un periodo in cui il giornalismo impegnato e per nulla intimidito,
era l’arma assoluta della verità.
Questo l’obiettivo che George Clooney, per la seconda
volta nei panni del regista, si è posto nella realizzazione di "Good
Night and Good Luck", un film eccellente, capace di riportare alla luce
in un’emozionante atmosfera d’epoca in bianco e nero, lo scontro privato
e professionale tra il famoso giornalista televisivo Edward R. Murrow,
ed il senatore Joseph McCarthy, presidente del Comitato Parlamentare
per le Attività Americane, ricordato soprattutto per la caccia alle
streghe che mise in piedi contro i comunisti.
Edward R. Murrow, nel 1953 conduceva sulla rete televisiva
CBS un popolare programma giornalistico intitolato "See it Now", ed
insieme al produttore Fred Friendly, interpretato proprio dallo stesso
Clooney, era responsabile di un programma che commentava i fatti del
giorno, e di un talk show: "Person to person".
Tra le varie storie che arrivarono quell’anno in
redazione, Murrow decise di dedicarsi con la collaborazione completa
del suo staff, alla vicenda di un pilota della marina, Milo Radulovich
che, considerato "un rischio per la sicurezza", e giudicato colpevole
senza alcun processo, era stato allontanato dalla marina e costretto
a denunciare pubblicamente il padre e la sorella.
Murrow sapeva che occuparsi di quel caso avrebbe
significato attirare su di sé e sull’intera redazione, le attenzioni
dei personaggi politici più potenti dell’epoca come McCarthy appunto,
ma era altrettanto convinto che il giornalismo dovesse essere il primo
difensore dei diritti dell’uomo, della libertà d’informazione, ma anche
della voglia di informazione della gente comune.
Intrecciando finzione cinematografica e filmati d’epoca,
il film, che prende il titolo dalla famosa frase che Murrow pronunciava
al termine del suo programma, ripercorre dunque le cinque puntate che
tra il 1953 ed il 1954, fecero da sfondo ad una delle più memorabili
sollevazioni politiche della storia americana.
Parlare di maccartismo significa parlare di quanti
persero il lavoro dietro al sospetto di simpatie bolsceviche, ma significava
anche parlare di chi ebbe il coraggio di schierarsi dalla parte opposta,
di chi come Murrow appunto, non ebbe paura di essere "quel personaggio
scomodo" ma necessario, che per un senso di giustizia morale fu disposto
anche ad assistere alla fine della propria vita professionale.
Indagato per un fatto di persecuzione politica, Edward
R. Murrow non attaccò mai personalmente il senatore McCarthy, il quale
rifiutò sempre un confronto diretto con il giornalista, ma si limitò
a trasmettere i filmati delle sue dichiarazioni, nei quali il senatore
lo insultava apertamente, e attraverso i quali Clooney ci consegna l’immagine
vera del senatore stesso, poiché convinto che "nessun attore avrebbe
reso credibile la sua doppiezza ed il suo fanatismo, meglio di McCarthy
in persona."
Nei panni del grande giornalista americano troviamo
invece un fantastico Davìd Strathairn, impeccabile e malinconico proprio
come l’autentico Edward R. Murrow, elegante e severo indivisibile dalla
sua sigaretta, icona di quel giornalismo coraggioso e per nulla ossequioso,
del quale oggi si sente la mancanza.
Oggi che l’informazione, centro della convergenza
multimediale appare frenetica e spettacolarizzata, oggi dove riecheggia
ancora attuale l’eco e l’indignazione del discorso che Murrow pronunciò
nel 1958 al banchetto della Radio Television News Directory Association,
nei riguardi di una tv "usata per distrarre, illudere, divertire ed
isolare".
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